sabato 19 ottobre 2013

Cuore colombiano ... anche questa è Colombia!

…probabilmente molti, leggendo il titolo dell’articolo ed avendo visto o letto dei successi della nazionale calcistica colombiana, collegheranno il “cuore” allo 0-3 / 3-3 di Colombia-Cile... e invece no. Prima di tutto perché il titolo completo dell’articolo voleva essere “cuore colombiano e meccanica for dummies … anche questa è Colombia”, ma era troppo lungo … e poi perché in questo blog, almeno per il momento, non si parlerá di calcio, visto che fin da bambino non ho mai avuto la passione per detto sport. Mentre i miei coetanei di 7-8 anni impazzivano sui campi di calcio, io andavo a giocare sui diamanti di Parma e provincia. Certo le partitelle con gli amici erano un must imprescindibile, ma la mia voglia di calcio si fermava a quelle. Poi, abbandonato il baseball, é stata la volta dell’amore della mia vita … il karate … ma questa é un’altra storia.

Mazda 323 coupè... tipo questa...













Io ho una macchina (oh beh … in realtá appartiene a mia moglie) abbastanza vecchiotta, meccanicamente parlando (un Mazda 323 coupé del 1994), alla quale sono (siamo) affezionati perché ci porta ovunque, non consuma molto, non é costosa da mantenere, é compatta, leggera e potente quanto basta da non avere problemi con qualsiasi tipo di viaggio sia necessario… anche quando affronta percorsi impegnativi come la linea (i signori di Mazda sono liberi di pagarmi quando vogliono) … non le rompono gli specchietti per fregarseli quando si é fermi ai semafori della calle 19 (specialmente dopo la kra 30 direzione barrio La Candelaria)... e cosí via.

Peró, peró … ha i suoi anni e conseguentemente ha le sue manie e i suoi limiti e almeno una volta l’anno ci lascia a piedi. A volte é capitato in garage … e fin qui niente da dire … ma a volte si ferma o ha dei problema meccanici nel bel mezzo del traffico delle ore di punta di Bogotá. La cosa strana é che normalmente le persone che vivono guidando nel traffico di Bogotá, sono stressate oltre misura (piú che comprensibile) e suonano e si inca**ano per qualsiasi cosa … ma non quando c’é un auto in panne. Probabilmente é capitato a tutti quanti, qui, di restare bloccati in mezzo al traffico e quindi, in una sorta di compassione universale, tutti quanti passano dalla seccatura del momento alla premura di sapere se al malcapitato va tutto bene o all’indifferenza normale in qualsiasi tipo di megalopoli.

Immagine presa dal sito "Quattroruote".












Non voglio parlare dei secondi, ma della sorpresa di incontrare i primi … auto che si fermano e chiedono se si ha bisogno di qualcosa … tassisti che parcheggiano davanti all’auto, scendono, sfoderano attrezzi meccanici e vedono se riescono a risolvere il problema … motociclisti che sostano e chiedono se si ha bisogno di una gru … passanti che si offrono di aiutarvi a spingere la macchina fino ad un sito meno scomodo per armeggiare sotto il cofano ma sopratutto per evitare un “parte” (multa) da parte dei “chupas” (polizia di transito … ma non li chiamate cosí) … fino a trovare addirittura dei meccanici che stanno uscendo da lavoro e si fermano per trattare di aiutare.

In questo senso parlo di “cuore colombiano”. Dove vi é mai capitato, in una megalopoli, di incontrare persone che vedendo un’auto ferma si prodighino nel cercare di aiutare a risolvere un problema? Certo alcuni amici colombiani mi hanno avvisato che anche in questi casi non c’é da “dar papaya” (guardatevi il video del link =) ) … quindi tenere d’occhio le proprie cose per non trovarsi poi la sorpresa di non ritrovarle … ma in realtá, per l’esperienza che ho avuto fino ad oggi, é proprio la voglia di rendersi utili ed aiutare che spinge queste persone, perfetti sconosciuti, a comportarsi come dei buoni samaritani. Accade proprio a Bogotá ... nove milioni di anime … perché fondamentalmente, sotto il callo che ci si fa a vivere in un mostro di cittá, i colombiani continuano a vivere con nell’anima la parola che si usa nelle pubblicitá su questa terra: “pasión”.

Il logo conosciuto da tutti nel mondo...



















Ma a questo punto potreste anche domandarvi: dov’é che si parla di meccanica for dummies? Ora ci arrivo. Dovete contare che uno dei pregi della Colombia é che non si butta via nulla… tutto si puó sistemare… che si tratti di scarpe, vestiti, giocattoli per bambini, computers, c’é sempre il modo di fare un rappezzo alla bene e meglio ed in qualche modo e continuare a usare l’oggetto in questione. E questo vale anche per le automobili. Quando sono arrivato in Colombia, cinque anni fa, meccanicamente ero davvero un dummy … quando succedevano certe cose avrei potuto mettermi seduto con espressione vacua e con un cerchio giallo-nero sulla fronte, attendendo l’ineluttabile, perché anche aprendo il cofano dell’auto non avrei saputo dove mettere le mani…

....ooooook, Giova! Ya casi, ya casi...

















…ma in cinque anni le cose sono cambiate… adesso, per lo meno, capisco dove sto mettendo le mani e per cosa … e almeno sono in grado di risolvere i problemi base di meccanica automobilistica. Ho imparato a difendermi anche su cose un po’ piú complicate, ma non senza i giusti attrezzi … e sono stato facilitato anche dal fatto che i colombiani che mi hanno aiutato a “desbarar el carro” in questi anni, sono stati dei buoni insegnanti. A questi buoni samaritani piace molto socializzare e intendendo le mie difficoltá con la meccanica, si sono sempre prodigati di spiegarmi per filo e per segno che cosa stavano facendo e perché lo stessero facendo.

Una delle cose piú geniali in fatto di meccanica, peró, l’ho vista fare da un ragazzo che stava lavorando trasportando alimenti per la universitá Javeriana. Sulla carrera settima.

E' successo all'altezza del numero 44 ...









Mattina come le altre per andare in cantiere dall’altra parte della cittá … sveglia alle cinque e un quarto di un giovedí mattina, posizione del pensatore sul bordo del letto per dormire cinque minuti in piú sognando la morbidezza del cuscino appena abbandonato, preparare lo zaino, pensare a cosa devo portare in cantiere quel giorno a parte la frusta, doccia per sembrare meno zombi, chiavi e “papeles” del Mazdita (la moto doveva fare la tecno - mecánica) e via andare! Bogotá ha un certo non so che di magico a certe ore della “madrugada” per via delle strade quasi deserte (potrei dormire di piú, ma é sufficiente uscire 15 minuti dopo per ritrovarsi in una bolgia da girone dantesco) e perché si possono vedere spicchi di cittá altrimenti invisibili … ma soprattutto l’aria “sa” (quasi davvero) di alta montagna. Sará che mancano gli immancabili gas di scarico dei bus.

Arrivando all’altezza della ventisei con settima si comincia a vedere un po’ piú di traffico, ma niente di anormale … solite busetas che viaggiano in terza corsia e si mettono di traverso fra questa e la prima corsia per caricare / scaricare le persone … e proprio per evitare uno di questi impuniti, passo in terza corsia e spingo a fondo sull’acceleratore per sorpassare quando sento un “toc” che mi piace molto poco e mi accorgo che l’acceleratore va a fondo ma i giri del motore diminuiscono. Sapendo giá che il problema é il filo dell’acceleratore accosto al bordo della prima corsia. Probabilmente sarebbe successo anche dopo, ma mi son tolto lo stress nominando invano la mamma del busetaro almeno un paio di volte. Scendo a motore acceso, chiudo la portiera, apro il cofano, guardo … effettivamente la guida é ancora al suo posto, ma tirando il filo, la molla resta ferma. Ok … appurato che si é tranciato il cavo dalla parte dell’abitacolo, faccio per rientrare in macchina e mi resta in mano la maniglia della portiera. Chiavi inserite, cellulare dentro, l’altra porta chiusa con la sicura.

Non è anormale vedere degli incidenti assurdi con protagonisti i "busettari".







Qui é dove é cominciato il carosello dei buoni samaritani … tutti di buon cuore e tutti dotati di buone intenzioni, ma purtroppo nessuno poteva aprire una macchina chiusa. C’é anche chi é sceso con un mazzo di chiavi per provare ad aprire la serratura … ma il Mazda ha le “chapas de seguridad” e ci vuole una chiave speciale per aprirlo… finché mezz’ora dopo arriva un passante che viveva lí a due isolati, assorto e compassato ascolta il problema e mi dice: “listo, ’perame”. Sparisce e torna dieci minuti dopo con una riga di metallo… la ficca fra il vetro e la portiera e bam! Apre la macchina e mi aiuta a spingerla fino ad una baia lí vicino. Gli ho offerto la colazione … mi sembrava il minimo!

Comunque, in situazione di maggior sicurezza per il traffico e i chupas, riapro il cofano e mi metto a pensare a cosa posso fare finché mi si avvicina il ragazzo di cui sopra che stava spingendo il carrello con gli alimenti da portare alla Javeriana e mi chiede qual’é il problema... spiegazione... risposta: “me regalas el cordòn de los zapatos, porfa”? Toglie la guida del filo dell’acceleratore, stacca la molla, fa un paio di nodi al laccio delle scarpe, lo fa passare intorno al “supporto della farfalla” (non so come si chiami in italiano, in realtà), ricollega la molla, manda il laccio dentro l’abitacolo e lo collega al pedale dell’acceleratore ... esce fregandosi le mani e dice: “listo papà, hagale” ... non ci crederete mai, ma ... funzionava!!!! Peccato non aver fatto delle foto per mostrarvele. Un gioiello di meccanica-fai-da-te.

Spengo la macchina ed esco per ringraziarlo ed almeno sdebitarmi in qualche modo, ma era già scomparso. =O Anche questa è Colombia... =)