venerdì 23 dicembre 2011

Buon Natale!

Feliz Navidad!

E’ Natale anche qui in Colombia! Anche se le tradizioni di qui sono differenti dalle nostre italiane... e soprattutto non c’è traccia di neve, ma anzi! Siamo sotto uno splendido sole ed è pieno di gente che gira in maglietta a maniche corte, in questi giorni!! La pioggia ha dato una tregua e i “rolos” concordano nel dire che questo è un Natale come quello del passato ... nel quale non pioveva affatto! =)

Neve a Bogotà?? No, è "granizo" (grandine)!!













Prima di scrivervi qualcosa su come si festeggia qui, voglio farvi i miei migliori auguri di Natale e felice Anno Nuovo.

Auguri lettori! Ivan Righi, Giuseppe Esposito, Nelson, Daniele Peluffo, g_i_g_80, Elena Davanzo, Luigi, Moreno Martelli, Antonietta Nasoni, leon, Letizia Mattanza, Tomaso, panik, Bruna Vassallo, Astro boy, Roberta, Icps, Geommasala, V, Alessandro Piano, Gabry.

Auguri, commentatori! Niki, Ecultic, Shinkansen82, Antonietta, Gianpaolo, Astroboy, Anonimo insegnante, Fran, Marian, Gogoquiksilver, Andrea Masala, Claudia, Icps, Marco Solare, Dana, Saya, Frank, Cooksappe, Karina, Daniel, Simone C, Anonimo Bogotano.

Auguri a tutti voi che mi avete scritto centinaia e centinaia di lettere in questi sette mesi di vita del blog! Per ovvi motivi di privacy non vi posso insierire qui ... ma sappiate che questo augurio va anche a tutti voi... e abbiate pazienza che come sempre sono in ritardo per scrivere a tutti.

Auguri anche a voi che siete di passaggio! Che avete scoperto il blog per casualità o per necessità, ed essendovi affezionati a queste righe virtuali, avete deciso che valeva la pena continuare a seguire le avventure di un italiano e della sua vita in Colombia.

Auguroni a tutta la community di facebook di Vivere in Colombia (gruppo aperto) ... molti di voi non li conosco, qualcuno ce l’ho fra gli amici, qualcuno è nelle liste di cui sopra e sotto... per non offendere nessuno, non pubblico i vostri nomi, ma anche per voi un augurio di cuore.

E last but not least ... tanti tanti auguri alla community di facebook di Vivere in Colombia (gruppo chiuso). Che dire? Con molti di voi si sono condivise anche cose personali; si è andati fuori a bere qualcosa o a cenare/pranzare; si è chiacchierato molto su massimi e minimi sistemi di questa “Colombia tierra querida”; ci siamo scambiati tonnellate di carta virtuale su strategie, pensieri, opzioni, gestioni; si sono bruciati miliardi di neuroni nel fare/disfare/rifare progetti vari; con molti ci siamo parlati attraverso skype; qualcuno è arrivato e tornato, qualcuno è restato, qualcuno l’ho perso per un pelo all’aeroporto; con qualcuno condividiamo anche un’amicizia; e ogni giorno stiamo gettando basi forti per la “utopica comunità italiana in Colombia”. E’ bello leggere i commenti giornalieri di questo gruppo chiuso ed egoisticamente scoprire anche i temi più interessanti sui quali produrre gli articoli del blog... :P

Approfitto per avvertirvi che il blog cambierà faccia ... siamo tantissimi e lo spazio sta diventando stretto. Le persone si possono perdere nella quantità di informazioni qui contenute ed ho quindi bisogno di dargli un’organizzazione differente. Ma ci vorranno un po’ di mesi, prima del cambio. :) Se qualcuno ha voglia di darmi una mano nella veste grafica e tecnica, è ben accetto, altrimenti farò da solo che tanto la cosa non mi spaventa.

Ma ad ogni modo, auguri Francesco R, Massimo MD, Luca D, Gregorio IG, Davide B, Davide T, Luca R, Emanuele AB, Angelo P, Gianpaolo Z, Franca P, Roby M, Diego D, Alessio F, Erman N, Mauro B, Marco S, Niki S, Massimiliano A, Libero F, Silvia M, Francesco G, Pierpaolo P, Alby C, Costanza R, Paolo C, Simone C, Raffaele P, Francesca DA, Giuseppe M, Tomaso R, Karim VR, Stefano M, Guido G, Barbara M, Evelyn S, Alberto Q, Gianpaolo M, Mariano LDC, Karem GR, Andrea B, Fabrizio G, Domenico P, Giovanni F, Giuliano G, Belabed I.

Vista di Bogotà col sole. Presa da un flickr.
















Si, lo so che qualcuno è stato ripetuto più volte nelle varie liste di auguri, ma non fa mai male ... spero che possiate rilassare cuore e mente in queste feste, che scopriate cose nuove e riscopriate cose che avete sempre avuto sotto il naso ma delle quali non vi siete mai resi conto, che si sciolgano i nodi dell’anima ... e come amo dire ... che vi si avverino tutti i desideri più importanti tranne uno, perchè nella vita bisogna sempre desiderare qualcosa e metterci una passione infinita per realizzarlo, di modo da vivere sempre con passione che è il motore con il quale avere la forza per guardare sempre avanti.

Ma ... quindi ... come si festeggia il Natale in Colombia?

I Colombiani sono molto tradizionalisti e molto religiosi, ed iniziano a preparare il Natale fin dagli ultimi giorni di Novembre: si inziano a vedere gli operai delle “alcaldías locales” che sistemano le installazioni delle luci di strada, i venditori rispolverano statuine del presepe, leds, carta da regalo, chincaglierie e ammennicoli vari (si trovano addirittura giochi per bambini recuperati e restaurati), le persone hanno la faccia un po’ più distesa e sorrisi e strette di mano con un augurio sono all’ordine del giorno ... Bogotà vive comunque di fretta (certo non paragonabile alla fretta italiana), ma le persone si ritagliano anche solo una manciata di minuti per riscoprire la loro parte più “umana e sociale”.


Qualche membro della famiglia rischia colpi apoplettici e cadute dai balconi e dalle finestre degli appartamenti (in barba a qualsiasi legge sulla sicurezza) per installare le luci esterne a schizzate di silicone, qualcuno inizia l’albero e si preoccupa che tutte le luci funzionino, altri si occupano di vedere cosa manca per fare un presepe ben fatto (che deve essere rigorosamente con i re magi al fondo della strada e senza Gesù bambino), qualcun’altro buca il muro della porta di entrata col trapano per installare chiodi (chiodi?! Si, chiodi!!) a sostegno di ghirlande e affini, le portinerie dei conjuntos usano spray bianchi di finta neve per le finestre e agghindano i banconi e le zone di accettazione con oggetti dal sapore natalizio... e in tutti i luoghi si cominciano ad ascoltare a ripetizione i “villancicos” (i canti natalizi), interpretati anche da artisti famosi ... talmente a ripetizione che già il primo Natale che ho passato in Colombia li ho imparati a memoria!! :|


Molti comunque aspettano la notte fra il 7 e l’8 dicembre prima di iniziare a decorare le case, visto che si festeggia il “día de los farolitos y de las velitas” (letteralmente: giorno delle lanternine e delle candelette). E’ il giorno della Immacolata Concezione, nel quale la città si “spegne” accendendosi di candele e lanterne (di carta crespa, sullo stile delle lanterne cinesi) ... concettualmente è per ciascuno illuminare il cammino alla Madonna di modo che arrivi a benedire la propria casa e tutti i suoi occupanti.

Nello stesso giorno (e fino a dopo Natale) iniziano i “pellegrinaggi fancazzisti” della gente che si muove per la città solo ed unicamente per andare a vedere le luci dei vari barrios ... da fonti attendibili so che in questa specie di gara per abbellire di più il quartiere con le luci natalizie, il miglior barrio di Bogotá (che ha lanciato questa moda) era Ciudad Montes. Sarà anche per questo che Bogotà è IN-VI-VI-BI-LE in questi giorni di dicembre?? Da lunedì tolgono anche il pico y placa ... la morte del traffico scorrevole!!!

Comunque in Colombia tutti concordano nel dire che le migliori luci di Natale le ha Medellin... così come le più belle donne di Colombia... io non lo so, non ci sono mai stato! :)

Vista di Medellin. Anche questa presa da un flickr.













Ad ogni modo nel día de los farolitos y de las velitas si può assistere anche a una grande varietà di fuochi pirotecnici, che colorano la notte per la gioia di grandi e piccini che ammirano l’arcobaleno di polveri a bocca aperta ... c’è da dire che a Bogotá (ignoro se sia in tutta Colombia) da moltissimi anni è diventato illegale l’uso di qualsiasi tipo di “botti”, e quindi moltissime persone apprezzano che per lo meno si possa assistere a questo tipo di spettacolo.

Nove giorni prima del 25 dicembre c’è la tradizione della “Novena de Aguinaldos”. La famiglia e gli amici si riuniscono vicino al presepe e all’albero e in una festa di villancicos, pregano insegnando ai più piccoli la storia dei nove giorni prima della nascita di Gesù, condividendo altresì cibo e dolci (come la tradizionale natilla e i buñuelos). Terminato l’ultimo giorno di novena, sulle note dei vari Burrito Sabanero, Antòn Tiruliruliro, Campana Sobre Campana, A la Nanita Nana, Tutaina, la musica si sposta sui più ballati salsa, merengue, cumbia (metto due link perchè la cumbia mi piace un sacco!!! Anche se questa ultima cumbia la suona decisamente meglio la Tuna della Gran Colombia...), vallenato, ed altri ritmi tipici, e comincia la cena “importante”... ovviamente ogni regione ha le sue abitudini, ma non è infrequente vedere sulla tavola natalizia piatti come: tamales, ajiaco, sancochos, lechona, pernil de cerdo ahumado, pavo relleno, galletas, pan con frutas ... e passata la mezzanotte il momento che apprezzo di più: il tradizionale scambio dei regali!!! Anche se il mio l’ho “aperto” oggi ... se così si può dire... anche se suona meglio lo spagnolo “estrenando hoy” (esordiendo ... mah ... si, suona meglio). :D

...per fortuna c'era il sole... ;D















E’ sempre un po’ strano festeggiare senza il freddo e la neve, ascoltando musiche diverse dalle “mie”, senza bevande calde e fuoco di camino, e pensando che se vado qualche giorno in vacanza vado a nuotare in piscina o al mare, non certo a sciare. Ma soprattutto è sempre strano, nonostante i tre anni vissuti qui, festeggiare “a metà”. Con la mia famiglia di sangue a 10.000 km, alla quale vanno i miei pensieri più belli, alla quale non vedo l'ora di fare gli auguri di persona (anche se tocca aspettare il Natale 2012), e che non vedo l'ora di riabbracciare, e la mia famiglia acquisita qui a pochi metri... ricordate tutti quello che vi ho sempre detto: vivere qui, dall'altro lato del mondo, non è facile ... dovete anche fare i conti con la naturale nostalgia degli affetti. :)

Que estén bien... feliz navidad y un hermosísimo año nuevo a todos!

mercoledì 7 dicembre 2011

Ristorazione in Colombia – considerazioni generiche


Tante volte mi è capitato di pensare, in particolar modo da quando ho aperto il blog, che noi italiani siamo un popolo “...di poeti, di artisti, di eroi, di santi, di pensatori, di scienziati, di navigatori, di trasmigratori...” ma siamo anche e soprattutto un popolo di ristoratori.

Non sapendo cosa fare in una terra “nuova”, l’italiano si entusiasma oltre modo e comincia a fare programmi nel campo della ristorazione ... non senza una punta di incoscienza e (diciamo pure) due punte di ignoranza sul tema. Ma noi italiani siamo così ... splendidamente spontanei senza spesso porci alcun problema... e qualche volta le cose vanno anche bene. :)

Questo è ... un ristorante di pasta italiana qui a Bogotà. :) Se volete leggere qualcosa di ufficiale sulla gastronomia a Bogotà, andate qui.










Siete davvero la stragrande maggioranza a chiedermi cosa ne penso circa l’aprire un ristorante, o una pizzeria, o un “comida ràpida” in Colombia, e tutti avete avuto la stesse identiche risposte, tanto che alla fine mi son deciso a scrivere ‘sto articolo.

- il problema non è aprire, ma è avere ben chiari in testa i passaggi che si devono fare per aprire e le cose di cui avete bisogno per farlo

- il problema non è incontrare il locale, ma trovare chi vi può aiutare a farlo senza consigliarvi una zona che sarebbe una perdita in partenza e senza farvi spendere un capogiro per adattarlo

- il problema non è fare la pizza, per dire, ma trovare gli ingredienti, e soprattutto trovarli giusti per farla secondo gusto dei potenziali clienti. Una cosa fondamentale è che il palato dei colombiani è molto diverso dal nostro

- il problema non è improvvisarsi ristoratore, però molti (quasi tutti) non sanno che qui in Colombia si aprono e si chiudono decine di ristoranti tutte le settimane. Esistono centinaia di migliaia di “establecimientos de comercio para comida” da tutti i prezzi (e soprattutto costi), da tutte le qualità (da buco, a “osteria alla parolaccia” di Fantozziana memoria, fino a far impallidire le 3 stelle Michelin) e da tutte le varietà (ristoranti italiani -a bizzeffe-, francesi, tedeschi, svizzeri, mediterranei, africani, thailandesi, cinesi, turchi, greci, russi ...riempite di Nazioni a piacere...)

- il problema non è solo saper cucinare, ma trovare una maniera sempre differente per allietare i vecchi clienti ed attrarne di nuovi

- il problema è che ci vuole anche un po’ di umiltà nel comprendere che non state arrivando “novelli Cololmbo” in un paese dove non si sa assolutamente nulla sulla cucina italiana. Ricordate che chi ha un discreto portafogli, qui in Colombia, qualche viaggetto in Europa l'ha fatto.

Foto di una pizza presa da un blog di catering argentino. Volete sapere quanti ristoranti italiani (o pseudo tali) esistono nella sola Bogotà e dei quali esiste traccia in una guida pubblicitaria? Eccoli
Ad ogni modo, credo che in mancanza di fondi “importanti”, la domanda più importante non sia: che tipo di ristorante metto su? Ma bensì: che cosa mi posso re-inventare dell’esistente, o che cosa posso sfruttare di già inventato che in Colombia non c’è, o quanto può essere appetibile il mio locale per attirare i clienti come già fanno i locali della concorrenza (che non dimenticate hanno il vantaggio di esserci da parecchio prima di voi)?

A proposito ... non tralasciamo la questione più importante: non potete arrivare e fare quello che volete. Esistono delle normative ben precise in questo senso, e se i colombiani vengono assolutamente controllati perchè le rispettino, ve lo immaginate com’è per uno straniero?

Vi racconto questa ... un paio di mesi dopo aver aperto il mio negozietto di batterie, è uscita una legge che obbligava tutti i negozi ad apporre varie indicazioni di sicurezza (secondo il negozio), cartelli di divieti ed obblighi vari, estintore, botiquìn (che altro non è che l’armadietto dei medicinali, che inutile a dirsi non dovevano essere scaduti), e cose simili. Tutti i negozi della zona avevano esattamente 30 giorni per mettersi alla pari. Indovinate? Terminati i 30 giorni, guarda caso gli ispettori di controllo sono passati nella nostra zona con controlli a “macchia” e nemmeno a dirlo son passati prima da me...

Su questo sito trovate sempre delle cose interessanti su Bogotà e anche alcune normative per ciò di cui stiamo parlando...


Essere straniero, qui, ha anche dei vantaggi ... per esempio quando mi fermano i “chupas” (non li chiamate così, per carità!! Sono la stradale della Colombia, ma non apprezzano...), la prima cosa che faccio è sfoderare la cedula de extranjeria e nel 50% dei casi mi dicono: “vada, vada”. Si, 50 ... tre anni fa la percentuale era del 90. Ad ogni modo mi spiegava un policia che molte volte non controllano perchè la stragrande maggioranza degli stranieri è sempre, assolutamente, in regola. Sarà ... ?

Ma ci stiamo perdendo per una braga, come al solito. :D

Esistono persone che partono da un presupposto interessante che è di importare i prodotti della propria terra per utilizzarli nella cucina del proprio ristorante e per dare al cibo il tocco tutto personale dei nostri prodotti, o per venderli ai potenziali clienti innamorati di ciò che è made in Italy (e per nostra fortuna sono molti). Ora non voglio infrangere i sogni di nessuno, però l’importazione di prodotti alimentari non è una cosa alla portata di tutti, e bisogna stare attenti che quello che importate abbia un proprio “codice” nel librone delle importazioni della DIAN, altrimenti vi tocca andare all’INVIMA (Instituto Nacional de Vigilancia de Medicamentos y Alimentos) e richiedere delle analisi del prodotto per ottenere un codice di importazione ... ed è inutile dirvi che questo vi porta via tempo e soldi.


...e comunque (altra regola d’oro) non fidatevi del primo importatore, o della prima SIA (Sociedad de Intermediación Aduanera), che incontrate...

...e comunque non tutto si può importare. Esistono beni che sono considerati mercato strettamente interno, ed importarli può trasformarsi in una disavventura ed in perdite notevoli...

Io comunque non ho mai importato alimentari (me ne guardo bene dal farlo, mi ritengo troppo ignorante in materia e non ha niente a che vedere con il mio settore di competenza), perciò conosco marginalmente la questione INVIMA. Non mi è chiaro se basta il codice, per dire, “prosciutto crudo di Parma”, o è necessario il codice “prosciutto crudo di Parma, prodotto nello stabilimento X, della partita di prosciutti Y, nell’anno Z, con specifiche K, eccetera”. Qualcuno ne sa di più sul tema per far luce?

A favore c’è che l’importazione di prodotti alimentari italiani (almeno a Bogotà) è una realtà consolidata e c’è un mercato florido con differenze notevoli nei prezzi ... basta sapere da chi andare a comprare i vari prodotti ... anche perchè sapete benissimo che i costi di importazione sono sensibili. Non “alti” ma “sensibili”. Uno dei ristoranti più IN di Bogotà (che ho ristrutturato) aveva un’intera sezione di personale che lavorava solo alla “gestione materie prime” ... con contatti fornitori, prova prodotti, tabelle costi-ricavi, percentuali di prodotto utilizzato, magazzinaggio, e cose così. E ciò che più gli interessavano erano qualità e prezzo ... ed avevano un portafolio di fornitori spropositato. Quindi non temete che gente che vende prodotti ce n’è.

Fra le altre cose ci sono persone che alla mattina presto arrivano a Bogotà dalle loro “fincas” nei dintorni della città e si fermano nei vari ristoranti ad offrire prodotti coltivati personalmente. Ricordo un signore che vendeva dei pomodorini cherry che solo a pensare al sapore mi viene l’acquolina in bocca. :D A tal proposito, e ricordando la questione delle importazioni, un amico mi ha fatto notare quello che dice lo chef più in voga del momento (o almeno il più "mediatico" ... si, parlo di Gordon Ramsay) che definisce come regola d’oro della cucina italiana questa: “...non sono gli alimenti italiani prodotti in Italia a rendere la cucina “italiana", ma la loro freschezza...”. Con questo non voglio nè aprire un dibattito, nè essere sputacchiato, nè null'altro ... riporto le esatte parole. :)


Ad ogni modo, fatevi una bella check-list ed iniziate a farvi delle domande chiave ... ve ne riporto alcune che, egoisticamente, serviranno anche a me per scrivervi l’articolo su come aprire un ristorante in Colombia!

1 - Avete l’idea chiara su cosa fare/proporre?
2 – Avete valutato gli aspetti “pratici” dell’idea (economia, gestione, marketing, ...)?
3 - Vi siete fatti un business plan per "pianificare" per bene le cose?
4 – Sapete che tipo di costi faranno divenire realtà l’idea?
5 – Quali documenti servono per aprire?
6 - Avete trovato il locale che fa per voi?
7 - Il locale risponde alle norme vigenti sulla ristorazione?
8 - Il locale risponde alle norme vigenti sulla pianificazione territoriale?
9 – Sapete che macchinari comprare e dove?
10 – Arredare il locale, dove, come, con chi?
11 – Sapete che posate, pentole, bicchieri, ecc, vi servono e dove li comprate?
12 – Le materie prime dove e da chi le compro (ovviamente dovete anche avere un’idea sulle ricette che proporrete sulla base dei gusti medi del colombiano)?
13 – Avete valutato attentamente le questioni legate a dipendenti/soci (anche legalmente)?
14 – Avete pensato a proporre un sistema di domicilio (sistema quasi obbligato, qui) e a come gestirlo?
15 – Manutenzione ordinaria: con chi? Chi la gestisce? Normative particolari o speciali?

Bene ... per ora non mi viene in mente nient’altro che possa aiutarvi per linee generali nel settore ristorazione, e molto probabilmente ho ripetuto anche delle cose, ma non fa mai male. Ad ogni modo mi metto sotto per scrivervi l’articolo “Investire in Colombia: ristorazione – la pizzeria”, così vi dò anche un’idea dei costi medi per questo tipo di investimento. Ci sentiamo presto. :)