domenica 24 luglio 2011

Tipi di visto in Colombia: Temporal Trabajador

E finalmente parliamo anche del visto a tempo determinato per il lavoratore. Quando sono arrivato in Colombia per la prima volta, è stato il visto che ho incontrato più facile da fare, anche se le specifiche di allora erano un po’ più complicate di quelle richieste attualmente.

Al tempo ricordo che c’era da fare un documento che si chiamava “certificato di proporzionalità dei lavoratori” che obbligava il datore di lavoro ad andare fino al ministerio de protecciòn social a richiedere detto documento che certificava che i lavoratori stranieri nell’impresa contrattante erano in rapporto di dieci a uno. Mi ricorda molto una proporzione della quale mi parlavano i miei nonni in tempo di guerra ... ma comunque era più la perdita di tempo che la sostanza del certificato, anche perché se nell’impresa lavorava il proprietario e uno straniero, la proporzione era rispettata. Differente erano, ovviamente, due stranieri e il proprietario.

Il tipico visto Colombiano.












Ad ogni modo, il 22 luglio ho rinnovato il mio visto, e siccome non erano ancora pronti i documenti per il Temporal conyuge nacional Colombiano, ho dovuto ripiegare sul Temporal Trabajador. Un breve passo indietro. Vi ricordate che vi avevo detto che con dei figli la situazione era un po’ più complicata? Ebbene, quando si hanno figli bisogna richiedere l’aiuto di un avvocato che rappresenti i minori, che dovrà produrre una carta (che si chiama “inventario solemne de bienes”) che avrà bisogno della firma dei genitori naturali dei minori di fronte a un notaio, carta che dice che non esistono beni a nome dei minori, e che se esistono sono di proprietà esclusiva dei medesimi. Vi lascio immaginare quanto tempo vi fa perdere l’investigazione prima e la firma poi... comunque se siete interessati la procedura la trovate qui ).

Come sapete io non arrivo mai al punto subito ... vi racconto solo un paio di cose che forse vi potranno essere utili, un giorno che vi toccherà entrare alla sede dell’edificio Torre 100 (av 19 n° 98-03, piano 3° e 4°), e vi farò anche partecipi della storia del mio visto, già che ci sono =D . Se non ve ne frega niente, saltate pure al fondo dell’articolo per leggere che documenti vi servono, con quali specifiche e i prezzi dei documenti con le varie autenticazioni qui in Colombia.


 Quest’anno mi sono dovuto ricredere sul Ministero... sarà che han cambiato sede (la Avenida di cui sopra), sarà che han cambiato visti e modalità (e li ho visti un po’ confusi sul da farsi), sarà che ora l’ambiente è meno caotico (ognuno ha il suo compito ben fissato e coordinato con gli altri), ma li ho visti tutti molto più tranquilli e gentili... sempre se sapete parlare spagnolo. Ho assistito alla scena di due coreani che parlavano solo inglese e il funzionario che consegna i numerini li osservava come animali rari dietro al vetro del suo personale acquario... finché uno degli stranieri presente nella sala si è offerto di tradurre loro la “babelìade española”.

Quando il 21 luglio sono arrivato alla sede del ministero alle 9.45 mi è venuto un colpo a vedere una sala di circa 20x20 metri STRA - piena di gente (e lo STRA non rende, credetemi). Chiedo alla guardia che vigila l’entrata dove rinnovo il visto e fortunatamente mi dice di andare alla porticina a lato ... non c’era nessuno in fila fuori ... pensavo fosse uno scherzo, quando piglio l’ascensore, arrivo al terzo piano e lì si ... mi chiedono il passaporto per verificare la mia identità prima di farmi entrare in un sala con un 250 sedie, delle quali circa 2/3 occupate. Faccio la mia fila per il numerino (110), pago i 50 dollari per lo “studio”, mi siedo e attacco bottone con un Uruguayano aspettando il mio turno. Ovviamente si parlava di calcio, anche se io di calcio non se so una ... e ovviamente il tema del giorno era la Coppa America. Comunque aspetto circa un’ora e venti finché appare il mitico 110 sul monitor e mi devo dirigere alla postazione 16.

Il “salone tipo”. Questo peró é dei passaporti, al 4° piano.











Prendo un corridoio a L, leggo i numeri ... eccola. Il furlano (trad: tizio) che mi attende mi chiede tutti i documenti, il pagamento dei 50 dollari, mi chiede subito se è un rinnovo presso lo stesso negozio o presso un altro (perché è il punto dove la maggior parte della gente non consegna un importante documento), mi ritira tutti i documenti e mi dice che mi avrebbe richiamato. Torno alla sala, mi risiedo e dopo dieci minuti mi richiamano.

Strano.

Il signore di prima mi attende molto gentilmente e mi spiega che nei documenti manca una lettera del proprietario dell’impresa che spieghi perché mi contratta (in effetti, ha ragione. Sto cambiando datore di lavoro)... e mi rimanda al giorno successivo dicendo che effettivamente ho tutta la documentazione in ordine. E fra le altre cose mi restituisce la ricevuta del pagamento dei 50 dollari dicendo che così l’avrei potuta riportare il giorno dopo senza doverla pagare di nuovo.

Il pagamento del cinquantone.








Si perché quei soldi che in tutti i visti colombiani sono indicati come “ESTUDIO”, sono per la revisione della documentazione che portate, e in caso vi venga negato il visto, o veniate rimandati ai giorni successivi per problemi vari, vi tocca ripagarli. E non ve li scontano dal costo del visto.

Ad ogni modo, produco il documento, me lo faccio firmare dal datore di lavoro del nuovo negozio, e il giorno dopo alle 6.30 ero davanti alla porta del ministero ... aprivano alle 7.30 ed ero già il decimo in coda.

Stavolta l’attesa è breve, mi attendono dopo mezz’ora alla postazione 7. Nuova persona, nuove regole ... ma come sarebbe “nuove regole”??? Eh ... sarà per quello che vi ho detto che li ho visti un po’ confusi sul da farsi? Comunque mi ritira tutti i documenti, li revisiona, mi dice che ho due documenti in più rispetto a quelli che ci vogliono, e che un documento dovevo portarlo prima al DAS, perché il decreto 4000 (del 30 novembre 2004) dice che tale documento deve essere timbrato da loro. In quel momento ho pensato: non mi dire che adesso mi tocca andare al DAS a quest’ora, che pur essendo circa “diez cuadras” più su del Ministero, è sempre più di un buon km a piedi passando il roundpoint della 100 con 15, e ora che arrivo, faccio la fila, spiego la situazione, lascio il documento, lo leggono, lo firmano e timbrano passano tre ore. E quando mai ci torno a fare il visto?

Una magica iscrizione (ovvio che ho cancellato i dati sensibili)


Pare che si sia reso conto della cosa, perché mi ha anche detto: aspetta che prima leggiamo per bene tutti i documenti e vediamo se si riesce a bypassare il problema. Incredibile ma vero. Nei tre anni passati tutto avrei detto fuorché sentirmi dire una cosa di questo tipo dai burocrati livello 8 del ministero (Futurama docet)... ma il mondo è bello perché tutto può succedere.

Fortunatamente sul salvoconducto che avevo dovuto fare per prorogare di un mese la mia permanenza in Colombia, era indicato che avevo presentato regolare carta di scadenza del contratto precedente ... a parte che se non si presenta suddetto documento, non ti fanno il salvoconducto ... ma per fortuna da qualche parte era indicato. Così che il tizio dei visti mi timbra il precedente visto con la magica indicazione che il visto scadeva il 22 luglio e non il 22 giugno, scartabella un paio di fogli della legge 4000, finisce di leggere i documenti che ho portato con me, guarda le condizioni generali del contratto, sottolinea un paio di cose per vedere che tutte concordino fra di loro, poi sorride e mi dice che mi rinnova il visto per altri due anni.

Che sudata. =D

Entrega de turnos ... ovvero l'acquario. Dal lato della foto c'é la banca.











Esco a pagare i 205 dollari del visto TT (relativamente “esco” ... la banca è attaccata all’acquario del tizio dei numerini), rientro per riprendere il passaporto con il visto nuovo di zecca e visto che sono le 8.30 di un radioso venerdì mattina, mi faccio poco più di un km a piedi superando il temibile roundpoint della 100 con 15, e raggiungo il DAS per vedere le condizioni di rinnovo della cèdula de extranjerìa. Ma questo sarà argomento per un altro articolo ...

... ora vediamo in dettaglio i documenti che servono per il visto TT.

Secondo le indicazioni del Ministero per fare il visto Temporal Trabajador servono:

1) 50 dollari per lo studio del visto

2) 205 dollari per il visto

3) il solito formulario comune a tutti i visti ( http://www.cancilleria.gov.co/wps/wcm/connect/e7f413004743a80e92ddb3f5651bf1a9/FormatoSolicitudVisa.pdf?MOD=AJPERES&CACHEID=e7f413004743a80e92ddb3f5651bf1a9 ). Un “tip”. Fino a poco tempo fa il formulario ve lo davano al ministero, adesso non più. Dovete stamparvelo di modo che il riquadro dove dovete attaccare la foto sia di 3x3cms. Comunque se lo comprate in Colombia, vale 1.000 pesos nella cartolibreria di fianco al ministero.

4) passaporto in corso di validità, in buono stato, con almeno due fogli in bianco

5) due foto 3x3 a fondo bianco (3x3 ... visto che han cambiato?). Le foto diventano tre se fate il visto fuori dalla Colombia. Qui a Bogotà la catena di fotografia Foto Japon per 10.000 pesos ve ne fa addirittura 8 e insieme vi regala una “maricadita” (a me han dato due schifosissime pile AA marca patito (trad: paperino) ).

6) copia della pagina principale del passaporto. Vale 100 pesos in qualsiasi centro fotocopie.

7) copia della pagina dell’ultimo visto per la Colombia, o dell’ultimo timbro di entrata o di uscita dalla Colombia. Altri 100 pesos.

8) Contratto o Atto amministrativo o Formulario SC-FO-11 ( http://www.cancilleria.gov.co/wps/wcm/connect/373736804743a77092d0b3f5651bf1a9/FormatoResumenContrato.pdf?MOD=AJPERES&CACHEID=373736804743a77092d0b3f5651bf1a9 ). Il contratto è più completo, normalmente, e in qualsiasi papeleria lo trovate per un 5.000 pesos a darglieli. Altro “tip”. Se il contratto reca la scritta “contrato a tèrmino indefinido” è più facile che vi diano il visto per due anni che per un anno o addirittura sei mesi. L’unica cosa alla quale io farei attenzione è che qui a Bogotà quasi nessuno vi fa un contratto a tempo indeterminato, quindi per evitare che la “nàsino”, meglio tenere un basso profilo. Ma comunque il primo visto lo dovete fare fuori dalla Colombia, quindi vedete un po’ voi.

9) E’ specificato che il contratto deve essere firmato davanti al notaio e autenticato dallo stesso (costo 3.016 pesos per due firme. Normalmente i contratti sono in due copie, quindi 4 firme per un totale di 6.032 pesos). Ennesimo “tip”. Se siete in un altro Stato, fate firmare e autenticare la firma del datore di lavoro in Colombia, fatevi inviare il contratto, presentatevi al Consolato Colombiano e firmate il contratto di fronte alle signorine del Consolato che vi autenticheranno la firma automaticamente. Non so il costo, però.


10) una lettera del datore di lavoro, firmata di suo pugno (non autenticata) che si compromette con il governo nazionale che nei casi di: problemi, espulsione, morte, mutilazioni (dice proprio così), e in tutti i casi previsti dal decreto 4000 del 2004 che impediscano il regolare completamento del contratto, il datore di lavoro si impegna a sostenere tutti i costi per rispedire l’impiegato (o quello che ne resta) a casa. Costo per stamparla fuori casa: 200 pesos.

11) certificato della camera di commercio del datore di lavoro che stabilisca che l’impresa esiste ed ha pagato la matricola commerciale nell’anno in corso (occhio: aggiornata all’anno in corso!! Anche se fate il visto il 1/1/2012, la matricola deve essere pagata per il 2012!). Costo del certificato: 1.900 pesos.

12) CASO DI IMPRESA GIURIDICA: serve un bilancio che dimostri che vi possono pagare e la dichiarazione delle tasse. CASO DI IMPRESA FISICA: serve una dichiarazione di un commercialista (che quindi vi dovrà dare in allegato fotocopia della sua cèdula de ciudadanìa, e fotocopia del suo certificato di commercialista. Inutile dirvi che devono essere in corso di validità) che dica che il datore di lavoro vi può pagare (altro “tip”. Bisogna che il datore di lavoro dichiari un’entrata di più di 10 salari minimi mensili vigenti, in questo caso), e la dichiarazione delle tasse (si paga ad agosto, quindi fino ad agosto 2011 si può presentare la dichiarazione 2009). La dichiarazione delle tasse costa intorno ai 75.000 pesos dipendendo dal “contadòr”, e costa circa la stessa cifra la dichiarazione di “solvencia econòmica”.

13) carta che dichiara la “idoneità a lavorare”. Per le “professioni regolate”, bisogna presentare il corrispondente permesso. Per le “professioni non regolate”, il titolo di studio autenticato dal ministero dell’istruzione. Per tutti gli altri incarichi, una qualsiasi lettera firmata dal datore di lavoro (non autenticata) che indichi nello specifico perché vi sta contrattando. “Tip”: inventate pesantemente... non vi farò leggere quella che avevo fatto io perché ridereste a “carcajadas”. =D Altri 200 pesos.

14) il documento “famoso”. Se cambiate datore di lavoro in Colombia, dovete presentare una lettera del precedente datore di lavoro che dica esattamente in che data avete terminato il contratto, firmata (non autenticata). Indovinate? 1 fior... cioè... 200 pesos.

Vi do alcuni consigli che spero possano rivelarsi utili.

Essendo che questo visto va fatto per la prima volta FUORI dalla Colombia, a questi documenti io ci aggiungerei la cèdula de ciudadanìa ingrandita al 150% (standard colombiano del fattore di ingrandimento dei documenti di identità... che pare io vi dica una vaccata come quella del gallone colombiano, ma è la pura verità) del datore di lavoro, con firma e timbro di autenticità. Il notaio lo fa per un pezzo di pane... non credo la fotocopia, ma l’autenticazione di sicuro.

Non è chiaro, e non è scritto da nessuna parte, se le firme su TUTTI i documenti debbano essere autenticate per il primo visto. Al tempo, per evitare disguidi, io le avevo fatte autenticare tutte quante, quindi il consiglio è di farlo, a meno che non abbiate del tempo da perdere in viaggi fino al Consolato di Milano o di Roma per una vigliacca firma.

Comunque non fatevi prendere dall’ansia ... per produrre tutti i documenti di cui sopra io ci ho messo 2 giorni colombiani (ovvero uscendo presto di casa per via dei trasporti, fermandomi a charlare con la muchacha di turno, offrendo il caffè al vicino, trattando estenuantemente sul prezzo delle dichiarazioni con il commercialista, protestando contro ai ladri del governo con il vecchietto della zona, aspettando il turno in camara de comercio, pazientando con la signora della papeleria che prendeva fischi per fiaschi, e cose così).

Domande? Dubbi? Perplessità? Scrivete...

Prossima volta articolo sugli uffici ... O su quanto costa sposarsi in Colombia ... O qualcosa di culturale... O quanto costa il “negocios” dei taxi a Bogotà. Però non fate gli “osos perezosos” (lett: gli orsi pigri – ovvero i bradipi), partecipate al blog e ditemi “que les provocarìa leer” (cosa vi stuzzicherebbe leggere). Sto pensando anche di scrivere qualcosa sui modismi colombiani, ma non è né una cosa immediata né semplice. =D A presto...

giovedì 21 luglio 2011

Tipi di visto in Colombia: ma che ca...? Costituire una società in Colombia – la SAS

Come avrete già letto nell’articolo sul visto per la unión libre, il 20 di giugno molte cose sono cambiate nei visti. A una prima occhiata non avevo dato troppo peso alla lista dei visti che è possibile fare in Colombia, e quindi solo in questi giorni mi sono reso conto di una cosa fondamentale... hanno tolto uno dei visti più importanti, attraverso il quale moltissime persone potevano entrare in Colombia senza troppi problemi.

In pratica, prima del 20 giugno, lo straniero che voleva restare in Colombia aprendo un suo negozietto poteva seguire la normale trafila di: fare il “pre-RUT” (non è un doppio suono onomatopeico, significa “prima del“ - Registro Único Tributario), entrare alla camera di commercio, aprire la sua attività personale, qualsiasi essa fosse, con un capitale minimo, come persona fisica e sotto il regímen simplificado, cercare un posticino da affittare, fare il “RUT”, iniziare la sua attività e cambiare il “famoso timbrino” per un regolare visto da negoziante direttamente in Colombia (quindi senza lo sbatti di uscire dal paese).


Modulo tipo per il RUT
















Facile, peró ... questo visto non esiste più. O meglio ... è stato incorporato ad un visto che si chiama “Temporal especial como socio o proprietario establecimiento comercial o inmueble” e che ovviamente non è lo stesso, o almeno non parte dalle stesse basi e non sviluppa gli stessi concetti. Da oggi chiunque voglia entrare in Colombia per aprire una propria attività che non sia da professionista indipendente (per quella c’è un altro visto), deve a tutti gli effetti fondare una società, quindi figurare come persona giuridica, quindi passare a regímen común, ed essere obbligato a depositare un capitale minimo stabilito per legge (100 salari minimi mensili vigenti ... e probabilmente qualcuno di voi che ha un minimo di conoscenze finanziarie, avrà colto l’ironia di cosa significhi tutto ciò a livello d’importazione di capitale straniero).

Ma c’è di più ... questo visto NON è possibile farlo in Colombia. Ovvero che una volta che avrete fatto tutto lo sbatti dei documenti, vi toccherà pure uscire dal paese per andare in un qualsiasi Consolato Colombiano all’estero e ricevere il sospirato visto.

Un tipico visto Colombiano.











Ho fatto riferimento a regímen simplificado e regímen común, ma...

qual’è la differenza?

Sempre nei limiti della mia conoscenza del mondo tributario e amministrativo Colombiano vi posso rispondere che:

Regímen simplificado mi permette

non impelagarmi con questioni societarie, quindi aprire la mia impresa con un capitale anche di 100.000 pesos (e quindi pagare una cantata di matrícula comercial – questa va a scaglioni secondo il capitale iniziale dell’impresa)

avere un ingresso lordo fino a 90 milioni di pesos e non essere obbligato a fare la dichiarazione delle tasse

non pagare IVA, e quindi...

...non fatturare... e

l’unico obbligo è tenere un registro (che si compra in qualsiasi cartoleria) di vendite, spese, salari, servizi, ecc., con cadenza diaria per eventuali controlli della DIAN (quelli delle tasse).

Con il Regímen común devo

dichiarare le tasse, e secondo attivi e passivi della mia impresa pagare la matrícula comercial (quindi non posso inventare ... mi tocca pagare un commercialista per sapere esattamente quanto)

ogni due mesi pagare IVA e retefuente

fatturare

tenere in ordine registri contabili con le fatture in ordine con cadenza diaria per eventuali controlli DIAN

E questa è solo la punta dell’iceberg... ma realmente non è un problema essere in simplificado o in común, solo che ovviamente i costi tributari ed amministrativi sono totalmente differenti e la faccenda si complica un po’. Però ... se siete società, vi tocca il común e non ci sono discussioni in merito, anche se vi lascio solo immaginare lo straniero che arriva in Colombia e non conosce assolutamente nulla di nulla sulle questioni societarie, tributarie, amministrative, e via dicendo.

L’impressione è che stiano cercando in qualche modo di bloccare il flusso di stranieri in entrata in Colombia. O meglio, non tanto bloccare quanto riservare l’ingresso solo a chi si trova nelle condizioni di avere un discreto capitale da parte (il minimo è per l’appunto $ 53.560.000 – 21.430 € al cambio attuale - per la costituzione della società).

Una bella foto della CC di Bogotá che trovate a questo Flickr










Ma per fare una società cosa tocca fare?

Ah, e beh ... qui entriamo in pieno “iure”. Io ovviamente non vi posso dare un aiuto in tal senso, anche perché i tipi di società possibili sono abbastanza (per azioni, per azioni semplificata, anonima, limitata, ecc) e ciascuna di queste ha delle linee guida differenti e concetti differenti nella gestione tributaria, ma soprattutto in diritto amministrativo...

...però...

...sicuramente una delle società che è più facile costituire è la SAS (Sociedad por Acciones Simplificada), e la Camara de Comercio di Bogotà vi dà totale aiuto in questo senso. Vi dice che per costituire la vostra società dovete iniziare con il redigere un “acto constitutivo” nel quale spiegate in puro giuridichese chi siete, perchè fondate la società, capitali della società, quote della società, nome della società (cosa trasportate? Si, ma dove andate? Un fiorino!) e cose così.

Dovete sincerarvi che il nome della società che volete aprire non esista già in Colombia (e lo potete scoprire in tempo reale qui).

Una volta fissato su carta tutto ciò (non temete, qui trovate una copia di un acto tipo), andate alla DIAN e fate quello che si chiama pre-RUT ... con quello si va in Camara de Comercio, si richiede tutto il papelèo del quale avete bisogno per costituire la società (ancora una volta, non temete ... alla CC sono molto gentili e vi aiutano in tutto e per tutto, addirittura ci sono dei ragazzetti in panciotto rosso che vi aiutano perfino a compilare i moduli correttamente), si guarda nell’apposita tabella per sapere quanto si paga di matrícula comercial, si va allo sportello, si lasciano tutti i documenti, si paga e ... in meno di una settimana sarete i fortunati e regolari possessori di una SAS in Colombia!!

Una cosa importantissima, da non dimenticare, é che per costituire societá o per aprire una vostra attivitá, o per qualsiasi bazza che abbia a che fare con CC e DIAN, dovete avere un indirizzo al quale vi possano spedire le notifiche. E per quanto gli faccia piacere inviarvi delle mail, hanno bisogno di un indirizzo fisico ... e non é ammesso un indirizzo all'estero. Quindi, prima di tutto, dovete aver preso almeno un mezzo buco in affitto per poter avere la sede della vostra attivitá. L'indirizzo lo potete cambiare in seguito...

"Quelli" delle tasse... =D







Ma come ... è così facile?

Si ... disarmante, vero?!

E il problema e la fregatura dove stanno?

Niente fregatura ... problemi... beh ... provate a disdire la società che avete creato. =D Anche se il Governo sta discutendo una legge che permetterà di sciogliere le società in meno tempo e con una serie di documenti minimi.

E non ho bisogno della “cédula de extranjería” (carta di identità dello straniero in Colombia) per fare tutto ciò?

Solo nel caso di una SAS virtuale avrete bisogno della cédula, negli altri casi la risposta è no, avete bisogno solo del passaporto in corso di validità...

...però...

...una volta fatta la SAS dovete tornare alla DIAN e fare il RUT con i dati che vi daranno in Camara de Comercio. Una volta fatto questo, potete tranquillamente produrre tutti i documenti che vi serviranno per fare il visto. Fatto il visto e di conseguenza fatta la cédula de extranjería, il consiglio è di tornare alla DIAN e far inserire il numero della medesima nel vostro RUT, e fare lo stesso in CC. Anche se non è necessario, è un bene avere tutto regolarizzato.

Ma ci sono facilitazioni nel creare una società?

Si, precisamente esiste una legge (1429 del 2010) che dice che se costituite la società nell’anno solare in corso, avrete tutta una serie di facilitazioni fiscali e tributarie. Non entro nel merito della legge ... LEGGEtevela! =) Ma una dritta ve la posso dare ... aprire una SAS fino al 31 dicembre di quest’anno vi permette di non pagare la matricula comercial. E non è la sola cosa positiva della 1429...

Ma quindi ... io che non ho quei soldi come ci entro in Colombia?

Eh, la cosa non è di facile soluzione. E’ per questo che fra un paio di giorni vi parlerò del visto Temporal Trabajador, per vedere se almeno da quel lato riuscite ad infilarvi.

lunedì 18 luglio 2011

Tipi di visto in Colombia: Turismo e osservazioni sulla proroga del medesimo.

L’amico Matteo Ricetti, col quale ho avuto il piacere di condividere un paio di Corona in quel di Gran Estación, e del quale vi invito a vedere le foto su flickr, mi ha fatto notare che c’è un po’di confusione per quanto riguarda la questione visti, quindi faccio un piccolo riassunto e vi lascio con le sue osservazioni-meditazioni su come si fa la proroga del timbro di turismo presso il DAS.

Il centro commerciale Gran Estación a Bogotá.












Innanzitutto … l’Italia fa parte di una lista di paesi stranieri –europei, asiatici e nord americani piú che altro- che NON hanno bisogno di fare un visto turistico nel vero senso della parola.

Cosa significa?

Che il timbro che vi fanno sul passaporto all’ingresso in Colombia è valido per fare i turisti in questa meravigliosa terra per un totale di sessanta giorni.

E quindi?

E quindi siete assolutamente dispensati dal fare una trafila incredibile presso il Ministerio de Relaciones Exteriores.

Ok, e se mi fermo piú di sessanta giorni?

Dovete andare al DAS prima che vi scadano i sessanta giorni del primo timbro (potete andarci anche lo stesso giorno della scadenza, visto che la proroga la fanno "colombianamente immediatamente") e fare quella che si chiama Solicitud prórroga de turismo, e Theo vi spiega come.


passo 1- prima di andare al DAS a fare ore inutili di coda, il consiglio è di pagare i 72.350 pesos richiesti per la proroga. I pagamenti si fanno in una qualsiasi banca DAVIVIENDA. Ce n’è una che è a 500-600 mt dagli uffici del departamento de seguridad … in pratica uscendo dalle porte principali di dove fareste le ore di coda inutili, si va a sinistra e circa all'altezza della quindici ... chiedete. E' lí vicino. In banca trovate il bollettino -che si chiama convenio empresarial- che deve essere compilato con i propri dati, inserendo il numero del passaporto, il código bancario 130, e si intesta il pagamento di $ 72.350 al DAS.

passo2- Fatto il pagamento si tiene stretta la ricevuta e si va allo sportello chiamato DOCUMENTOS qualcosa che è a fianco di quello con scritto INFORMACIONES (appena entrate si trova subito a destra!!). Nella sala ci sono altri 6 sportelli, 4 numerati da 1 a 4 che non servono , e poi altri 2 altrettanto "inutili" allo scopo proroga permanenza!

passo 3- Si consegnano tutti i documenti alla señora dello sportello, ossia:
1 --> Passaporto originale
2 --> fotocopia del passaporto (1 copia a Bogotá, 2 copie per il resto del paese) con: pagina principale con nome foto ecc, + la pagina dell'ultimo timbro di entrata in Colombia!
3 --> ricevuta pagamento 72.350 pesos
4 --> 1 fototessera (1 foto a Bogotà mentre 2 foto nel resto del paese !!!) 3x4 con sfondo azzurro! importante perché le 3x3 (per altri documenti) devono necessariamente avere sfondo bianco! A tal proposito per fare le foto: di fianco alla Davivienda, sempre sulla CLL100, proprio li attaccato alla porta della banca sul lato destro, c'è una piccola porticina con cartelli a caratteri cubitali, colorati, dove si possono fare 4 foto (sia 3x3 che 3x4) per 10mila pesos!
5 --> Copia del biglietto di ritorno (io ho consegnato il biglietto elettronico!! )
6 --> formulario compilato che trovate qui.


passo 4- fornirsi di molta pazienza (se c'è molta gente) e aspettare finché non chiamano il tuo nome! Consiglio stare con le orecchie aperte perché chiamano massimo 3 volte... una ragazza cinese non aveva sentito e ha perso il turno … quando ti chiamano ti fanno entrare in una saletta dove ti vengono prese le impronte digitali e fatta una fotografia di riconoscimento!

passo 5 - ti risiedi e aspetti ancora un po', fino a quando ti chiamano e ti dicono la parola magica colombiana : LISTO !!! Raccomando verificare il timbro… allego foto esplicative. 

Grazie, Theo. =D

Ricordo che i tempi di proroga del timbro da turista li trovate nel mio blog e precisamente qui. Grazie ancora ad Alex B. che ha precisato le tempistiche. La prossima volta vi tireró il pacco di nuovo per l'articolo sugli uffici, perché voglio raccontarvi un paio di cose sul visto Temporal Trabajador. Quando hanno cambiato le regole sui visti il 20 di giugno, hanno tolto una serie di visti abbastanza importanti... come se il governo colombiano cercasse di andare sempre piú verso una direzione di "chiusura" verso gli stranieri. A meno che questi non siano in un certo qual modo facoltosi, o prestino lavoro alle imprese colombiane. Non so cosa pensare, ma di certo la Colombia sta andando in una direzione non proprio buona per una buona fetta di stranieri.

domenica 17 luglio 2011

Bogotà e i suoi vini

Si è appena conclusa qui a Bogotà “la vendimia” (ovvero La Vendemmia). Per tutto il periodo dai primi fino alla metà di luglio, W radio Colombia (doble vu radio colombia) ha fatto una pubblicità sfrenata ai vini, decantandone le proprietà, parlando delle differenze, cercando di suscitare nell’ascoltatore curiosità e dargli una parvenza di cultura vinicola. Chiaramente tutto questo condito dalla pubblicità di uno dei posti che qui in Colombia ha fatto del vino un cavallo di battaglia, ovvero il tanto nominato (nel bene e nel male) Carrefour... che ovviamente pagava. :D

W Radio Colombia








Ma cos’è Vendimia 2011?

E’ la passerella del vino dell’anno 2011... iniziata nel 2009, anno nel quale ne ho sentito parlare per la prima volta... nei vari carrefour offrivano una degustazione di vini con stuzzichini (in spagnolo “degustare” il vino si dice “catar”), dove ben tre sommelier spiegavano ai curiosi le differenze fra corpo, aroma, colore dei vini presentati quest’anno alla passerella, e dove i rappresentanti delle case presenti (o gli importatori) raccontavano le storie delle famiglie e degli stessi vini che la gente degustava.

Chi partecipava quest’anno?

Quest’anno hanno partecipato 11 “bodegas” con 124 differenti marche di vino, delle quali 98 erano nuove all’evento. Queste “bodegas” erano

Casa Ibañez
Bodegas del Rhin
Club del vino
Diageo
Global Wine & Spirits
Inverleoka
Licorela
Manuelita S.A. vinos
Marpico
PDC vinos y licores
Vinalium

E la partecipazione com’è stata?

Eh, questo bisognerebbe chiederlo a Carrefour ... secondo W Radio Colombia la partecipazione è stata buona, e soprattutto la gente ha apprezzato la “cultura” che sta alla base del vino. Ma mi immagino che fra un paio di giorni usciranno le statistiche su qualche giornale, e io spero sempre che siano notizie economico-finanziarie per tenervi al passo con la situazione Colombiana.


A proposito di vino ... ho trovato un blog sul vino che é interessante. Lo trovate qui.










Ma i vini cosa costano a Bogotà?

Eh, alla fine ho fatto anche la ricerca della quale vi parlavo nell’articolo sul costo della vita ... vediamo un po’ in dettaglio. I prezzi sono per bottiglia, e purtroppo non di tutti son riuscito a conoscere i dettagli sul tipo di vigna.

La Celia reserva malbec – Argentina - $ 38.000
Don Nicanor Nieto Senetiner Malbec – Argentina - $ 45.500
Nieto Senentiner Malbec Doc – Argentina - $ 34.000
Clos de los siete – Argentina - $ 60.000
Cinco Sentidos reserva Cabernet Sauvignon – Argentina - $ 33.000
Porta Cabernet Sauvignon – Chile - $ 15.000
Gran Vecco Cabernet Sauvignon – Argentina - $ 36.500
Cline Shirah – California - $ 49.000
Raymond Collection Chardonnay – California - $ 47.500
Cline Zinfandel – California - $ 48.500
Fuentespina Roble – Spagna - $ 32.500
Santerra Tempranillo – Spagna - $ 53.500
Vin de Pays D’Oc Frances Chardonnay – Francia - $ 29.000

E questi sono alcuni ... però ci sono anche un paio di vini italiani.

Pinot grigio Sant’Antimo doc Col d’Orcia - $ 77.900
Sangiovese Barone Ricasoli Campo Ceni - $ 116.900
Chianti sangiovese gineprone doc Col d’Orcia - $ 77.900
Barbera d’asti barolo Marvenga Docg Malgrá – $ 166.900
Barbera d’asti barolo Gaiana doc superiore Malgrá - $ 111.900

E la bottiglia piú costosa che ho visto?

Champagne Dom Perignon rosé - $ 2.286.900

E questo è tutto, per ora ... sarebbe interessante che qualcuno di voi scrivesse un bell’articolo da intenditore di vini, perchè se aspettate il sottoscritto....... ;D Ad ogni modo qui a Bogotà siti che vendono vini di importazione ce ne sono diversi, ma non so se sono importatori diretti.
Ringrazio Jeannette U. che mi ha aiutato con i prezzi dei vini.

giovedì 14 luglio 2011

Risposte ad alcuni followers

Shinkansen82
Buon post, ho scoperto una cosa nuova sugli stipendi. Se ho capito bene al minimo ti pagano minimo, viatico e prestazioni di legge? Ed io che pensavo fosse minimo.

Ciao Shinkansen! Il minimo, per legge, DEVE venire con prestazioni e con viatico. Se non ti danno queste condizioni, puoi denunciare il fatto al ministerio de protección social che con tanto di avvocati apre una sorta di processo amministrativo. Nel giro di un paio di mesi si incontrano il rappresentante dell’impresa e il lavoratore, e si fa un tentativo di "pacificazione", fallito il quale si va direttamente a processo. Normalmente si cerca di non arrivare a quel punto, trattando di trovare un compromesso che soddisfi tutti quanti.

Però occhio perché quello che fa fede è ciò che firmi in un contratto di lavoro, quindi l’idea è che tu ti legga tutte le clausole annesse a un contratto e pretenda che siano incluse le prestazioni di legge. Normalmente per i primi due mesi non te le riconoscono, ma può essere incluso il viatico… esistono comunque imprese nelle quali le prestazioni te le danno anche durante i mesi di prova.

Ma e' difficile trovare lavoro in Colombia? Mi spiego. Tutte le persone che io conosco in Colombia lavorano per amici, conoscenti o hanno trovato lavoro grazie ad amicizie. Tutti mi dicono che per trovare lavoro bisogna presentarsi, portare il CV.

Leggevo qualche mese fa che, soprattutto a Bogotà e Medellin, le imprese lasciano il cv e l’intervista a imprese specializzate nell’assunzione e nell’head hunting. E ... si ... chiaramente il cv lo puoi inviare per e-mail, ma se ti chiamano per un intervista sei obbligato ad essere sul posto. Ora non so se è il tuo caso, ma su un giornale di affari parlavano del fatto che le imprese Colombiane stanno fortemente trattando di recuperare i professionisti che, per un motivo o per un altro, se ne sono andati dalla Colombia. Se vuoi ti mando l’articolo via mail, così da potertelo leggere con tranquillità.

Che dirti per la questione “conoscenze”? Io non avevo amicizie, ma il lavoro l'ho trovato lo stesso, però mi é toccato tessere una rete di conoscenze per quasi un anno e mezzo, prima di incontrare lavoro. Ora che l'ho trovato, e che la gente vede e sa come lavoro, cominciano ad arrivare altri inviti e altri lavori, e non é una cosa immediata. Ma le conoscenze per poter lavorare credo che siano utili in qualsiasi parte del mondo e per qualsiasi lavoro.














Ora io al momento vivo in Nuova Zelanda e qualche volta penso all'idea di tornare in Colombia per lavorare. Quello che mi preoccupa e' il a) non trovare lavoro b) trovare un lavoro sottopagato. Io giro su siti internet tipo monster.com.co, elempleo.com.co, annunci di lavoro sul sito del Colombiano (il periodico di Medellin) e di lavori ce ne sono molti. Non capisco però se effettivamente funzionino.

Non so in che campo lavori, quindi è un po’ difficile poterti rispondere. Come dicevo nell’intervista su italiansinfuga, ci sono lavori che non sono pagati come all’estero, soprattutto nel campo dei professionisti ed in realtà io vedo la Colombia come terra di opportunità per ciò che riguarda il commercio, la vendita, il negozio, gli affari. Per trovare lavoro lo trovi, potrebbe volerci un po’ di tempo per tessere le conoscenze delle quali parlavamo più sopra.

Su monster, elempleo, ma anche su computrabajo effettivamente puoi trovare parecchie offerte di lavoro, ma che ti contattino o meno credo dipenda dall'etá e dal cv. A me non é mai successo, visto i "quasi" 40 anni e la densitá del curriculum. Ma ad ogni modo puoi vedere tu stesso che il “sueldo” che ti propongono non è certo a livelli di altre Nazioni.


Hai tralasciato l'abbigliamento ed il costo dell'assicurazione medica e quello che lo stato Colombiano copre (salud social), magari un altro post?

Buona idea. Sicuramente c’è abbastanza lavoro per un intero articolo.

Un altro bel post che potresti scrivere potrebbe essere sulla TV Colombiana: novelas!

Si, effettivamente sto pensando di scrivere anche degli articoli di stampo un po’ più culturale. E le novelas fan proprio parte della cultura Colombiana. Anche perchè nel mondo non sanno che alcune delle migliori novelas (che sono poi state riproposte “nordamericanizzate”) provengono proprio da questa terra. =))

Danna García, attrice di telenovelas.









Astroboy
good job!! una cosina da principiante....a me son sembrati carissimi i pomodori ..........comprarli per fare una salsa ragù mi è sembrato un furto. invece la carne mi è sembrata molto economica.
 
Ciao Astroboy! Si, mi è toccato mettermi a fare la massaia come ai tempi dell’uni, quando ci si metteva lì a controllare i prezzi unitari per kg/lt. =D

Per risponderti, conta che i prezzi sono ovviamente i “medio alti” essendo stati presi da Carrefour e Carulla, anche perché altrimenti non si spiega come un corrientazo si trovi per 3.500 pesos. D’accordo che non ci mettono dentro un kg di pomdori, ma se fai il conto del piatto, vuol dire che si trovano “mercados” anche più economici di quelli presentati.

per quanto riguarda i vini sono curioso di sapere perchè dici che non paga? ho notato che i vini presenti nei supermercati e nei bar sono veleni autorizzati..... e ho notato anche che tra gli europei son commercializzati vini di qualità scarsa che in spagna vendono x meno di un euro e che là si pagano quanto un brunello di montalcino....

In realtà ho detto: “i vini non pagano l’IVA”, non: “i vini non pagano”. =D Ma per risponderti in modo esaustivo, sto facendo una ricerca molto interessante che sarà sicuramente l’articolo di questo fine settimana. Il vino a Bogotà. Prima di tutto perché non sei stato l’unico che ha tirato fuori questo tema dopo l’articolo sul costo della vita, ma anche perché in questi giorni la radio (W radio) e un supermercato (Carrefour) hanno lanciato la campagna “vendìmia” (ovvero vendemmia) e stanno parlando di vini, invitando esperti e famiglie produttrici perchè raccontino al pubblico del vino. La cosa bella è che i Colombiani si stanno interessando molto, soprattutto alla “storia” dei vigneti e delle famiglie.

sabato 9 luglio 2011

Il costo della vita a Bogotá

Andiamo sul super-classico... ho ritardato molto nello scrivervi questo articolo, ma ne sono venute fuori parecchie pagine, spero quindi che vi possiate ritenere soddisfatti nonostante l’attesa. =))

Oggi vi racconto cosa può costare la vita in una città come Bogotà. Innanzitutto ci tengo a fare una premessa e vi lascio un’immagine a compendio: qualche giorno fa degli amici mi hanno inviato un grafico molto interessante che parlava del costo della vita nei paesi emergenti dal quale si può evincere che la Colombia è in testa, essendo tutto, ma non di certo un paese “economico”.

C’è da dire che la cosa va letta anche secondo come hanno stabilito il costo della vita ... può essere che esista uno standard “medio” e sulla base di quello si sia fatto il calcolo, però Bogotà è anche suddivisa in “estratos” (e già lo sapete per l’articolo sugli immobili =D ) e quindi i prezzi dipendono fortemente da questa differenza.


Fonte: Agora financial ... Colombia é in testa alla classifica...














Prendiamo un esempio su tutti: un kg di “limoni Tahiti” comprato in un Carulla (di proprietà per il 99% di Almacenes Éxito), in un Carrefour (che tutti conoscono), in un Éxito (di proprietà per il 62% della francese Casino), in un Olimpica (Almacenes Olimpica è 100% colombiano), in un Surtifruver de la Sabana (supermercato di frutta e verdura colombiano: direttamente dal campo a casa vostra) e in una “plazoleta de mercado”. Non sono tutti i super e gli ipermercati esistenti in Colombia, ma qui ne abbiamo un buon assaggio.

Carrefour – $ 3.400/kg

Carulla - $ 2.750/kg

Éxito - $ 2.230/kg

Surtifruver – $ 1.537/kg

Olimpica - $ 1.327/kg

Plazoleta - $ 1.105/kg

Come vedete le differenze nei prezzi ci sono e avendo provato personalmente i limoni acquistati, non ho notato sostanziali differenze nella qualità... se non nella “facciata”. I prezzi sono rimasti pressoché stabili da tre anni a questa parte. Ci sono stati alcuni aumenti (ovviamente per il variare del costo della vita), e negli ultimi mesi ci sono stati aumenti soprattutto per via del disastro che ha causato l’inverno colombiano (frane e smottamenti che hanno tagliato alcune vie principali). Ricordo quando ne hanno parlato per radio che dicevano che (ad esempio) la cipolla rossa prima si poteva trovare per 1.800 pesos al kg, ed ora si può trovare a 2.100 pesos al kg.

Il mercado campesino ... qui si incontra super economia e buona qualitá.











Ma arriviamo al dunque e vediamo una lista (stilata in un Carulla e in un Carrefour) di alcuni prezzi che si possono incontrare qui. La difficoltà è che ci sono moltissime marche con prezzi alle volte all’estremo, e credetemi, non ho proprio voglia di provarle tutte. :D

mele - $ 3.600/kg

limoni – $ 2.750/kg

banane - $ 1.490/kg

mandarini – 3.820/kg

fragole - $ 5.600/kg

kiwi - $ 5.100/kg

mango - $ 1.700/kg

melone - $ 3.750/kg

anguria – $ 1.300/kg

arance - $ 2.300/kg



insalata - $ 5.300/kg

funghi - $ 20.800/kg

pomodori - $ 1.800/kg

pomodori cherry - $ 4.470/kg

carote - $ 3.300/kg

aglio – 2.720 (50 gr)

cipolla bianca – $ 3.720/kg

cipolla rossa - $ 3.500/kg

piselli - $ 8.800/kg

patate - $ 3.540/kg

patate criolle – 2.300/kg

spinaci – $ 10.000/kg



tonno in scatola al naturale - $ 2.840 – 120gr

tonno in scatola sott’olio – 2.790 – 120 gr

polpa di pomodoro Cirio - $ 9.790/kg

latte parzialmente scremato - $ 2.990/lt

latte intero - $ 2.770/lt

mozzarella – $ 42.900/kg

parmigiano - $ 17.978/kg



dentifricio Colgate - $ 5.750 tubetto da 150 ml

shampoo Panten Pro-V - $ 10.870 confezione da 400 ml

sapone liquido - $ 11.390 confezione da 1 lt

deodorante Axe – $ 6.090 confezione da 160 ml



olio di girasole - $ 5.650/lt

confettura – $ 5.000/kg

margarina – $ 11.280/kg

yoghurt - $ 6.000/kg

uova - $ 338/und

pasta Barilla – $ 10.100/kg



prosciutto cotto - $ 19.950/kg

prosciutto crudo – $ 112.375/kg

wurstel - $ 16.720/kg

maiale - $ 13.980/kg

vitello - $ 13.700/kg

pollo - $ 9.490/kg

filetto di pesce - $ 12.600/kg

gamberetti sgusciati – $ 19.980/kg

misto pesce fresco e mitili - $ 11.980/kg

Costosetti i prodotti, vero? Ovviamente tutti i colombiani concordano nell’affermare che è sempre meglio fare la spesa differenziata ... Carrefour e Carulla vanno bene se si vogliono prodotti che per la maggiore sono importati. Per la frutta e la verdura meglio le plazoletas de mercado. Per tutto il resto, le “tienditas de barrio” la fanno ancora da padrone, e sono ben viste a scapito delle grandi superfici di vendita (nonostante si sia un po’ in controtendenza anche in questo settore relativamente a come e dove comprano i Colombiani). Ma ora vediamo altri tipi di costi ... per esempio parliamo di

quanto si paga a mangiare fuori casa?

Il corrientazo (che come già sapete è il menù “fisso” con succo di frutta, la zuppa o la frutta per iniziare, il piatto con riso, patate –papa criolla, papa salada, papa frita, ecc-, insalata, legumi, carne o pollo o pesce) va da 3.500 a 7.000 pesos. A volte può essere un piatto un po’ pesante da digerire (non se mangiate vetri), ma una volta trovato il posto dove mangiare il corrientazo “buono”, scoprirete che è una buona opzione economica.

Un po’ più su troviamo i classici “asaderos” o “hamburgueserias” della strada dove da 7.000 a 15.000 pesos trovate piattoni di carne di vari tipi (pollo, maiale, vitello, manzo, ...), o pesce, con patate fritte (o criollas o saladas), o trovate hot dogs e hamburgers, yucca e platano, insalatone, ecc, con bevanda... anche una buona “fritanga“ (un misto di carne con morcillas, longanizas, ... ) e un’altrettanto squisita “parrillada“ (sempre misto di carne, però di altro tipo... costillas, pollo, ... ) si trovano per lo stesso prezzo… e non cominciate a dirmi che da Andrés carne de rés non si trova a quel prezzo, perché Andrés non è l’unico ristorante di carne buona di Bogotá e dintorni =D. Comunque per gli amanti di Andrés ... sapete che ha messo l’asaderia in franchising?? Fatevi sotto se vi interessa...

Poi ci sono i ristoranti di catena, come possono essere Crepes&Waffles, Corral, Rodeo, Mis Carnes, Frisbi, Archies, Sopas y postres, Buffalo wings, e una quantità infinita ancora, dove si possono provare tipi di cucine diversissimi fra loro e dove il costo va da circa 20.000 fino a 50.000 pesos a testa con bevanda.

Infine i ristoranti “in” che normalmente sono da 50.000 pesos in su e sono ... diciamo così ... a tema (arabi, francesi, italiani, svizzeri, thailandesi, giapponesi ... non ci metto i cinesi perché quelli sono posizionabili fra hamburgueserias e asaderos). Normalmente si possono gustare anche buoni vini in questi ristoranti. Fra le altre cose, una curiosità: il circolo di cultura italiana ha avuto il permesso (col patrocinio dell’ambasciata) di poter dare ai ristoranti italiani la sigla D.O.C.G. (ovviamente solo dopo aver rigorosamente “testato”) garantendo agli utenti che il posto dove andranno a mangiare è davvero italiano... io non commento. >.>

Ci sono anche ristoranti che si discostano un po’ da queste distinzioni, ovviamente (mi viene in mente il Candelario nel pieno centro di Bogotà, ad esempio), ma questa lista vi sta dando solo un’idea generale.

E nella terra del caffé, la bevanda nera quanto costa?

un tinto (qui è il caffè americano, non il vino rosso) comprato per strada: 500 pesos, comprato da Oma o da Juan Valdez costa circa 2.000 pesos... e spesso è migliore quello della strada, credetemi... =)

un espresso va da 800 pesos fino a 3.000 pesos se volete, ad esempio, un Illy (anche se non bevo un Illy in Unicentro da almeno un paio d’anni)

poi ci sono i granizados, che sono “quasi” delle granatine di caffè che normalmente vengono con panna montata (un po’ la risposta colombiana agli starbucks) e che sono dai 3.500 pesos in su... a proposito, apro una parentesi, avete visto come non esistano starbucks, nestlè, ecc, in Colombia? C’è un motivo... vediamo se qualcuno lo conosce...

Il caffè comprato nel supermercato viaggia fra i 10 e i 20 mila pesos al kg secondo la qualità, e altre cose sulle quali non mi soffermerò.

C’è da dire una cosa sul caffè colombiano. Tutti lo adorano e concordano nel dire che è il miglior caffè del mondo (credo tutti conoscano la scena del film “una settimana da dio” dove Jim Carrey vuole una tazza di caffè ed arriva un tizio travestito da “logo” della Juan Valdez con tanto di “burro” al seguito, tanto che Jim Carrey prorompe in un: “hola, Juan Valdez!!”)... bene... io credo che il miglior caffè del mondo sia italiano. Ovvio che il “nostro” caffè è una miscela di vari caffè provenienti da diverse parti del mondo, ma solo in questi giorni ho capito perché il caffè colombiano non è poi così buono. Ho avuto occasione di parlare con una gerente di caffè Oma, che mi ha confermato che del loro caffè ne fanno due tipi differenti: uno per il mercato colombiano, e uno per l’estero ... e che quello che si vende per l’estero è il migliore ... questo mi ricorda tanto la Fiat, chi sa perché? Comunque ... già mi sono segnato di provare il caffè da esportazione.

Bevande, quanto costano cervezas, agua, jugos, gaseosas, vinos?

Fra le cervezas ci sono parecchie marche colombiane, e se ne possono trovare molte di importate. Chiaramente se comprate le cervezas nella “tiendita del barrio”, vi costano meno che comprarle in un locale alla moda della zona T (chiamata anche “zona rosa” che è la parte della città dei locali dei giovani di buona famiglia di Bogotà) ... con che differenza? Il prezzo può tranquillamente raddoppiare. A volte triplicare. I prezzi sono per litro.

Aguila – $ 3.984

Heineken - $ 9.944

Peroni - $ 10.601

Poker - $ 4.626

Costeña - $ 3.939

Club Colombia - $ 4.782

Queste sono solo alcune delle birre che si possono trovare qui, ed un discorso a parte è doveroso farlo su Bogotà Beer Company che si fa le sue, di birre, e che è un pub molto alla moda, sempre strapieno di gente che apprezza le birre-fai-da-te... che comunque non sono propriamente economiche.

Bogotá Beer Company ... bisogna andarci almeno una volta nella vita.









“El agua” è davvero economica (eeee... si! E’ davvero al maschile). Si trovano nei supermercati dei veri e propri boccioni da 5 e 10 litri che costano rispettivamente fra i 4.000 e i 9.000 pesos circa. Si trovano anche le classiche bottigliette d’acqua da 0,50 che si possono comprare per 1.000 pesos, dipendendo dal sito, ovviamente. L’acqua di Bogotà, comunque, ha una buona qualità e quindi si può bere in casa propria dal rubinetto (non è infrequente che la gente nei ristoranti chieda un po’ di “agua de la llave” che non si paga).

L’abitudine colombiana, però, è di bere “jugos” o “gaseosas” durante i pasti... ed è stato difficile abituarsi, credetemi. “Los jugos” stanno più o meno sui 1.500 pesos la bottiglietta, e se si comprano in un altro posto variano (mediamente) dai 2.000 ai 5.000 pesos al litro dipendendo dal tipo di jugo. Invece “las gaseosas” stanno sui 1.500 pesos al litro. Nonostante le bottigliette da 0,50 sono capaci di arrivare a 2.000 pesos cadauna. Ovviamente non parliamo di jugos e gaseosas comprate nei ristoranti, e nemmeno parliamo dei bicchieroni delle super dissetanti aranciate o limonate che vi vendono nella calle per 800 pesos o giù di lì.

E parliamo, a questo punto, anche di vini... la premessa d’obbligo è che io sono sempre andato ad acqua, quindi non ne so molto di vini. Vi posso dire che ce ne sono di cileni, argentini, spagnoli, francesi, californiani ... caso raro non se ne trovano di italiani (almeno in molti supermercati). Però esistono, a Bogotà, siti dove si possono trovare vini di importazione italiana... se volete, mandatemi una mail e verifico le informazioni sui prezzi. Per ora vi posso dire che esistono vinerie dove si trovano vini di tutti i prezzi e di moltissime marche, e i prezzi vanno dai 20.000 pesos in su per bottiglia. Non sono molti che hanno pensato al vino come una possibilità di business... qui il 75% degli italiani sono proprietari di un ristorante e nemmeno sono importatori di vini. Mah? Di certo so che il vino è un prodotto che, almeno per ora, non paga l’IVA (al 16%, qui)...

Il pane, quanto?

Ce n’è di tutti i tipi. Pane normale, con queso, con jamon, con uva passa, ecc. Esistono vari siti dove si può comprare. Normalmente in Pan Suizo o in Pan pa’ yà, il pane grande viene sui 2.000 pesos, il piccolo da 500 pesos. Per gli amanti della baguette, basta andare in un carrefour, dove la sezione pane non è certo ai livelli di un carrefour a Parigi, ma si comporta bene e ci sono buone opzioni e possibilità di scelta da circa 1.500 pesos in su.

Voglio sapere qualcosa di raro ... i gelati?

Quello del gelato è un business un po’ strano ... parlando con un gerente di gastronomia che lavora nel settore ristorazione da più di vent’anni, ho scoperto che c’è stato un periodo nel quale a Bogotà erano arrivati moltissimi gelatai argentini (forti delle pseudo - origini italiane) ed erano spuntate come funghi gelaterie di tutti i tipi. Hanno fatto affari d’oro per circa quattro anni, e in pieno boom hanno chiuso la baracca e se ne sono andati. Tutti quanti.

A detta sua è un vero mistero. Ad ogni modo, tre anni fa quando sono arrivato a Bogotà le gelaterie funzionanti erano tre e tutte di catena: Crepes&Waffles, Popsy, Picos. I Colombiani golosi erano pochissimi... fino ad aprile di quest’anno. Al giorno d’oggi nei fine settimana in queste tre gelaterie “no le cabe un tinto” (non c’entra nemmeno un caffè per la ressa che vi si trova). La cosa che mi lascia basito è che Popsy fa il gelato più schifoso mai assaggiato da un italiano dalla notte dei tempi... ben oltre le vostre più cupe immaginazioni. Al contrario, quelli di Crepes e di Picos sono buoni, per quanto molto differenti fra di loro come gusto, consistenza e zuccheri (anche se hanno pochissima fantasia nei gusti che son sempre gli stessi da tre anni a questa parte).

E fra l’altro nessuno di questi è davvero “cremoso” come quelli che ho assaggiato in Italia; non so se è una questione di ingredienti, o di macchine, o di ambedue, però ho visitato la sede centrale della Picos (proprietà di Industrial Taylor) e “una” ingegnere a capo del progetto mi ha spiegato che hanno la sala di assaggio per capire esattamente come fare il gelato. Probabilmente è questione anche di palato e di abitudine. Ma comunque ... un palla costa 2.500 pesos, due palle 3.500 e le coppe partono da 4.500 pesos.

Considerando quanto costa in realtà un gelato, vivendo nella terra dei frutti, ma soprattutto con i sapori che ci sono qui (che sono molto più forti di quelli ai quali siamo abituati in Europa)... ci stanno facendo su abbastanza, direi. E le altre gelaterie? A Bogotà non ne conosco, ma ricordo che una volta a Santa Marta (nel Rodadero) ho trovato la classica gelateria di quartiere che non apparteneva a nessuna delle tre catene, e da buon goloso ho voluto comprare un cono con due gusti ... mai più. Peggio di Popsy (e mi sto sforzando di non trovare un aggettivo peggiore). :V

Ok, ma se viaggio, quanto mi costano i trasporti?

Un taxi per attraversare la città (sud-nord ... cioè il tragitto più lungo) senza troppo traffico e con tassista onesto, può costare sui 30.000 pesos, ma il più delle volte con tassista onesto e molto traffico, può arrivare a costare anche tre volte tanto... il problema del traffico è molto sentito qui a Bogotà e gli urbanisti non sanno che pesci pigliare... oddio, le soluzioni ci sarebbero, il problema è che con la passata amministrazione c’è stato un “magna magna” incredibile, e manca davvero una cultura urbanistica (anche perché l’espansione della città di Bogotà è avvenuta troppo di repente e tutta negli ultimi 40 anni). Se siete urbanisti e avete un paio di agganci in politica, pensateci... rimodellare un’intera città non è da tutti...

una corsa di una quindicina di minuti a un quattro km da casa va sui 4.000 pesos

prendere un autobus costa 1.400 pesos da inizio a fine corsa (1.500 di notte), ma costa lo stesso anche se scendete a 300 metri ... il costo è fisso ... gli autisti dei bus guidano come se fossero i padroni della strada, fanno manovre al limite della ILLegalità, probabilmente sono usciti dal carcere locale dopo essere stati scarcerati per decorrenza dei termini, e se non ci state attenti, si infilano nella vostra corsia totalmente incuranti se vi schiacciano un pezzo di cofano (gliene frega uguale, tanto non pagano né le multe né i carrozzieri). E se scendono col coltello perché vogliono aver ragione, sfoderate il machete che avete sotto al sedile della macchina e li vedrete sparire all’orizzonte come novelli Ben Johnson, lasciando portiere aperte, autobus acceso e tanto di passeggeri allibiti sopra. Questa è successa per davvero, a un amico spagnolo...

prendere il transmillenio costava 2.500 pesos la corsa fino a due anni fa, ora credo sia aumentato.

la benzina sta fra circa 8.400 e 9.000 pesos il gallone... costosa, no? Fra le altre cose, proprio l’altro giorno stavo ascoltando una conversazione fra il proprietario di un magazzino di parti di ricambio e un suo amico, e la conversazione (animata) verteva sul tema: gallone di benzina, gallone internazionale o gallone colombiano?

Premetto che sono totalmente ignorante sull’esistenza del “gallone colombiano”, ma il proprietario sosteneva che la benzina che distribuiscono in Colombia è circa 4/5 del gallone internazionale, ed è per quello che utilizzano il gallone colombiano... ora... secondo il mio modesto parere (che per altro condivido): ci fo***no la benzina col beneplacito degli organi preposti al controllo!!!! Altro che gallone colombiano di ‘sto ca**o!!! Io so solo che a parità di costo per fare benzina e a parità di spostamenti, le benzine Carrefour e Biomax mi durano di più... mah?!

Sto verificando anche i prezzi di assicurazione, bollo e della revisione obbligatoria per le macchine (per i prezzi vedete gli articoli sulle macchine del blog) e le moto che hanno più di due anni di vita (serve per controllare l’inquinamento dell’aria e si chiama revisòn tècnico-mecànica). So solo che il mio scooter paga 52.000 pesos di revisione tècnico-mecànica annuale, 0 pesos di bollo perchè è 125cc (limite al di sopra del quale si comincia a pagare) e circa 195.000 pesos di assicurazione.


L'agility Auteco. Fabbricato in Colombia, 125cc., costa sui 5 milioni incluso documenti di proprietá e immatricolazione.











E gli affitti?

Qui siamo nel mio campo ... affittare una casa da 250 mq in un barrio estratto 4, con circa 70 mq di giardino, ben tenuta, costa circa 2.500.000 pesos (conoscendo i proprietari). Un negozio di 20 mq in zona commerciale estratto 2-3, può costare da 600.000 pesos in su. 4 persone in un appartamento in estratto 4 da circa 80mq, spendono di servizi al mese circa 500.000 pesos (acqua, luce e gas, telefono chiamate illimitate, internet flat, tv via cavo e spese di amministrazione inclusi) ... lo stesso appartamento può arrivare a generare 7-800.000 pesos di affitto. In linea di massima si può considerare che un appartamento o una casa generino circa 10.000 pesos/mq di affitto contro ai 30.000 pesos/mq per un commerciale (occhio all’estratto). Nell’articolo che vi scriverò sugli uffici, vedrete come il prezzo a mq cambia a seconda dell’estratto e di altri piccoli accorgimenti.

I costi per i servizi (tralasciamo tv via cavo, amministrazione e internet flat) normalmente hanno un importo fisso dipendente dall’estratto (di solito non è molto alto, rispetto al costo dei consumi), e un importo variabile che ovviamente dipende dai consumi. Quindi una persona sola in appartamento estratto 4, è facile che paghi un 150.000 pesos/mese di servizi generali.

Il prezzo dell’amministrazione cambia di molto fra un “conjunto” e un altro. I conjuntos sono urbanizzazioni chiuse con tanto di guardie che controllano chi entra e chi esce... i Bogotani sono sempre contro alle amministrazioni, perché il problema è che spesso chiedono delle mensilità per far fronte ai problemi o per organizzare una miglior vita sociale dei proprietari (o affittuari) degli immobili e poi non fanno assolutamente un caspio.

La cosa bella è assistere alle “riunioni di condominio” fra più di duecento persone ... no, ma dico, ve le immaginate?? Spesso e volentieri si protraggono dalle nove di mattina fino alla mezzanotte, ed alle volte è necessario un giorno in più per risolvere le diatribe fra vicini o le questioni di normale amministrazione. Comunque le amministrazioni dei conjuntos fanno anche fronte ad eventuali problemi di costruzione, e ultimamente finiscono per denunciare le imprese costruttrici (due delle maggiori imprese di Bogotà –non faccio nomi- costruiscono con sputo e cartongesso, senza impermeabilizzare i tetti piani, ed hanno a carico non so quante denunce... fate attenzione a quello che comprate qui in città... ;D ).

Comunque quando sono arrivato a Bogotà, vivevo in una casa di tre piani in estratto 4, 90 mq senza giardino in un’urbanizzazione chiusa, e fra affitto e spese mi andava circa 1.000.000 di pesos (ci vivevo solo e l’euro era a 3.000 pesos ... ora sta a circa 2.500).

E gli stipendi come sono?

qui i minimi sono fissati per legge. Lo stipendio minimo normalmente viene con “viatico” di trasporto, prestazioni di legge (cesantias, sanità e pensione) e percentuali (nel caso siate venditori).

stipendio minimo: 535.600 pesos –fissato annualmente per decreto presidenziale dal ministerio proteccion social-

viatico di trasporto: 62.300 pesos –fissato annualmente sempre per dcreto, dal ministerio proteccion social-

prestazioni di legge: dipendono molto dalle affiliazioni dei lavoratori, ma circa stanno sui 200 – 250 mila pesos (se non ricordo male vanno in percentuale allo stipendio percepito, e comprendono copertura sanitaria, pensione e cesantias – le cesantias sono una sorta di... mmm... risparmio forzato che il proprietario di un’impresa versa allo Stato così che i suoi dipendenti si possano comprare una casa)

percentuali: ce n’è per tutti i gusti ... dallo 0,5% fino al 25% e dipendono da quello che si vende e dalle modalità di vendita ... ma è un discorso complesso e forse ve ne parlerò più avanti.

Ovviamente il minimo é riconosciuto alle persone che fanno lavori non specializzati. Di solito le imprese pagano il minimo i primi due mesi di lavoro, che vengono considerati come mesi di prova, poi c'é sempre spazio per le contrattazioni, una volta conosciuto il dipendente e vedendo come lavora.

Ricordate che grazie ai disastri che stanno facendo in Europa con l'Euro, il cambio attuale é a 2.511 Pesos per Euro, e questo è quanto. Penso di essere stato esaustivo, ma se volete sapere altro o di piú, c'é sempre la mia mail alla quale scrivere... :D

domenica 3 luglio 2011

Da un'intervista di italiansinfuga...

 Direttamente su italiansinfuga trovate l'intervista qui riportata e l'altra intervista della quale si parla.

Giovanni Pacciani ha recentemente iniziato il blog ‘Vivere in Colombia‘ con il quale vuole condividere la sua esperienza di emigrazione in Colombia.

Da cosa è nata l’idea di creare un blog?

Quando mi sono trasferito in Colombia ero alla disperata ricerca di informazioni che fossero “utili”, ed ho navigato in lungo e in largo diversi siti, blog, forum, ma sinceramente ne ho trovati solo un paio che meritavano davvero di essere inseriti fra i preferiti del browser e letti con cadenza quasi diaria.

Ciò che mi ha lasciato basito è stato il leggere (anche col senno di poi) la quantità di luoghi comuni, di disinformazione, ma soprattutto di distratta e scarsa “obiettività” che ruota intorno alla Colombia
Questo, unito al puro piacere di scrivere, ha fatto si che un giorno decidessi di dire la mia lasciando varie informazioni liberamente accessibili, per chiunque avesse avuto voglia di leggerle, sul paese che in qualche modo mi ha adottato.

Anche perché, Aldo, il problema è che la maggior parte dei siti su questo paese non fanno altro che indorare la pillola Colombia affermando che è bellissimo vivere all’ombra di una palma in quel della costa del Caribe con la brezza marina che ci accarezza la pelata. Tanto bello, per carità, ma innanzitutto per farlo bisogna sapere cose più terra terra…

cosa costa la Colombia, che visti posso fare, cosa posso vedere e dove non posso andare, che investimenti posso fare e che possano dare stabilità alla mia palmetta-casa, malizie indigene che è bene conoscere prima di ritrovarsi la fregatura, chi mi può orientare se voglio aprire un negozio, o se voglio investire, o se voglio comprare una casa…

questo è quello che si trova (o si troverà) sul blog.

Quali sono le domande più comuni che ti vengono sottoposte?

Ora come ora i miei followers si possono contare sulla punta delle dita, e si uniscono a coloro che mi hanno aggiunto su facebook dopo l’intervista che mi hai fatto su italiansinfuga che sono altrettanti, quindi le domande non sono molte, nonostante l’attenzione che ruota intorno a questo paese.

Però la cosa interessante è che le domande vertono quasi esclusivamente sui visti che è possibile fare in Colombia, uniti a una breve storia di quello che vorrebbero fare i potenziali fuggitivi dall’Italia, con conseguenti dubbi mirati su com’è la situazione in Colombia, costo della vita, possibilità, ed eventuali consigli.
Con tutti cerco di evitare i facili consigli, tendendo ad essere il più possibile obiettivo sul cosa potrebbero incontrare qui, ed entrando in dettagli se conosco la situazione della quale si parla. Quando invece non conosco i dettagli, alcune domande continuano a ronzarmi in testa finché non conosco qualcuno del settore o leggo trafiletti o articoli a tema sui periodici, ed allora cerco di informarmi a fondo per poi produrre materiale per il blog.

Quali sono i malintesi più comuni per gli italiani che sognano la Colombia?

Che sia la terra delle opportunità perché qui vivono degli “indios” è uno dei malintesi più frequenti… non sai quante volte mi è capitato di incontrare questo tipi di mentalità negli stranieri che sono passati per di qui (e a ragione non si sono poi fermati).

In realtà la situazione è molto buona per quel che riguarda l’economia, ci sono professionisti in vari campi, il numero dei colombiani che ha studiato all’estero è aumentato, le scuole hanno buoni insegnanti in diversi campi… niente che non si possa leggere in qualsiasi sito di economia… si le opportunità ci sono, ma nulla viene regalato, soprattutto qui.

Si può iniziare con un piccolo gruzzolo e portare avanti la propria attività (o professione) quasi “combattendo” ogni giorno, però se si pensa di non muovere un dito e vivere bene, bisogna dimenticare la Colombia… a meno che non si abbiano abbastanza migliaia di euro per ottenere una buona rendita per vivere serenamente.

L’altro malinteso comune è che con poco si vive bene. Io parto dal presupposto che bisogna fare attenzione alle affermazioni che si scrivono e a come la gente che le legge le interpreta (ne ho avuto la conferma col blog)… alle volte ci si innamora di un’affermazione perché si vuole fortemente un cambio, ma davvero non ci si domanda “cosa significhi con poco” (e quanto è quel poco) e non si fanno i dovuti brainstorming soggettivi su “che cosa significa vivere bene” (e quindi che tenore di vita si deve mantenere come conseguenza). Presto pubblicherò una “lista della spesa” sul blog, così che qualsiasi persona si possa fare i conti in tasca e sapere se ne vale la pena o no.

Altro malinteso, legato al precedente (e comune alla maggior parte dei siti sulla Colombia) è credere che arrivare senza un euro in tasca ed aprire il baretto sulla spiaggia vivendo di rendita vendendo piadine tutto il giorno, vi possa dare la serenità economica e personale che cercate.

Attenzione … se da un lato aprire qualsiasi attività in Colombia è facile burocraticamente (occhio che le leggi cambiano velocemente, qui), farla fiorire è un altro paio di maniche: ricordate che qui i commercianti sono assolutamente spregiudicati e aggressivi (come dice Massimo Maccanti per la sua pizzeria) nel modo di fare affari… lasciate a casa la mentalità europea e cominciate a rendervi conto che il paese, la cultura, il business, la gente sono diversissimi. Tanto per dirne una, qui l’affermazione “verba volant, scripta manent” è oro colato, non vale darsi la mano e mettersi d’accordo.

Burocrazia colombiana per un italiano, facile/difficile?

Sapendo a chi rivolgersi, dove trovare le informazioni e dove andare, è facilissima (anche a questo dovrebbe servire il blog).

Se tralasciamo i veri templi della burocrazia come il Ministerio de Relaciones Exteriores e il DAS, dove normalmente ti danno la metà delle informazioni che ti servono (e comunque la situazione è migliorata rispetto a quasi due anni fa), nella maggior parte dei luoghi amministrativi per eccellenza si prodigano nell’aiutare l’utente (se poi è straniero, sono molto alla mano).

Il consiglio è solo quello di non ridursi all’ultimo giorno nel raccogliere le informazioni che servono, perché il rischio è che manchi qualcosa e girare mezza città per un unico foglio non è propriamente possibile… soprattutto a Bogotà.

…ricordo ancora quando, arrivato da pochi giorni a Bogotà, mi ero messo in testa di fare la patente internazionale… mi servivano cinque o sei documenti, fra cui un numero di conto bancario; vado in banca e mi chiedono altri cinque o sei documenti fra cui la cedula de extranjeria (carta di identità); vado al DAS per la cedula e mi chiedono altri documenti e il visto che non sia turistico; vado al ministero e risulta che devo fare la tarjeta profesional di architetto; vado alla società colombiana degli architetti e mi chiedono l’autenticazione del titolo; vado al ministero dell’istruzione e ovviamente vogliono i documenti dall’Italia con apostille e traduzione… e tutto per fare la patente… ma a quel tempo non avevo la più pallida idea di cosa volesse dire vivere in un paese straniero.

Fra l’altro ho poi scoperto che qui in Colombia per la polizia metropolitana di Bogotà nemmeno serve la patente internazionale.

Comunque tornando alla burocrazia, anche le informazioni che normalmente si trovano su brochures, bacheche e internet sono ben fatte e spesso “for dummies”… ma mediamente possiamo dire che la burocrazia colombiana ricorda da vicino quella italiana.

A chi sconsigli l’emigrazione in Colombia?

La Colombia non è una terra per tutti, dispiace dirlo ma è così.

Innanzitutto la sconsiglio a chi è troppo rigido. Ci vuole un bel grado di adattamento e di malleabilità per far fronte allo stress del “choque cultural”, salvo che non ci sia un fattore (o un ideale) molto grande che permetta l’adattamento.

Poi la sconsiglio a chi non vuole rimboccarsi le maniche e lavorare per inseguire il proprio sogno; a meno di non avere un discreto gruzzolo da investire, la Colombia è un paese molto costoso, e per mantenersi e vivere bene bisogna avere una buona entrata. Qui, senza peccare di ottimismo, ci sono molte opportunità ma le cose non cadono addosso senza fare niente, e bisogna lavorare e approfittare degli spazi lasciati da quella che si può definire “mancanza d’inventiva” colombiana. Anche se d’inventiva ne hanno molta, sono pochi quelli che veramente sanno come e dove indirizzarla.

Per continuare la sconsiglio a chi ha un’idea ben precisa in testa, che è quella di guadagnare un sacco di soldi come libero professionista. E’ possibile (reinventandosi), ma ci sono paesi ben più remunerativi della Colombia… che al contrario vedo più come terra di commercio… e anche lì bisogna avere un bel pelo sullo stomaco per trattare coi locali, soprattutto perché la mentalità europea la apprezzano, ma per certe cose non serve a nulla.

Infine la sconsiglio a chi crede che la Colombia sia il Paradiso Terrestre, o le Nuove Americhe. A chi crede, insomma, che con poco vive e che portando agli autoctoni l’acqua calda, sia tutto un piegarsi di schiene gridando al miracolo.

Non siamo nel terzo mondo. Nonostante i colombiani debbano apprendere abbastanza cose, ed apprezzare nuove tecnologie e nuove maniere per applicarle, siamo nell’era dell’informazione… tutto il mondo può “sapere”, però bisogna che il terreno sia fertile anche civicamente e politicamente per poter fare determinati passi. Colombia è appena entrata in “questo” mondo di differente coscienza nelle cose.

Qual è il tuo sogno per il blog e la comunità italiana in Colombia?

Forse è un sogno molto grande, però vorrei che il blog diventasse un punto di riferimento importante per tutti coloro che scappano e che trovano nella Colombia una motivazione forte per riprendere a vivere i propri sogni.

Vorrei che gli italiani che vivono il quotidiano colombiano fossero davvero una comunità con tutti i crismi. Gente che si conosce, che si scontra tutti i giorni con problematiche più o meno grandi della vita in Colombia, che lavora in settori differenti e che quindi conosce realtà differenti e soluzioni differenti.

Credo sarebbe meraviglioso per un expat arrivare in Colombia con già delle risposte alle domande più importanti, con i documenti necessari, con le conoscenze necessarie per sviluppare il proprio negozio o la propria attività, ma anche arrivare ed avere risposte a quesiti più semplici come: da chi vado se mi serve il dottore o un dentista? Arrivare in un paese straniero ed avere la “conoscenza”, vuol dire aver fatto la metà del lavoro.