mercoledì 20 giugno 2012

Io ... alla radio? Un ... simpatico spaccato di vita!

Buenas noches!!
Forse qualcuno di voi si starà domandando dove sono sparito. Qualcuno sicuro nemmeno se ne sarà reso conto. Qualcun'altro si starà fregando le mani pensando che il blog avrà presto le ragnatele. Invece no. Sono qui ... sfortunatamente (e fortunatamente) non sto facendo uno dei miei soliti viaggi vacanzieri che finiscono immancabilmente sotto una tempesta tropicale, nè sto combattendo a colpi di kalashnikov nelle strade di Bogotà (come noti quotidiani virtuali continuano a insinuare di questa bella città), non sto chiedendo sconti di sorta (capirete poi), solo che ogni giorno dico: "ahorita escribiré algo en el blog" ... e faccio fede a quello che dico. =D

Comunque non scherziamo ... sono stato, e continuerò ad essere per almeno un paio di mesi ... iper-impegnato. C'è davvero molto, moltissimo da fare, e spesso 15 ore giornaliere per gestire tutto non bastano. Mi voglio profondere in sentitissime scuse a chi mi ha amabilmente scritto in questi mesi (da fine marzo). Non ho cestinato le vostre mail. Non le ho accantonate. Vi risponderò ... come ben sanno tutti coloro che hanno ricevuto una mia risposta anche con due mesi di ritardo ... anche se informaticamente parlando, due mesi di ritardo vuol dire che è già un miracolo che il mio hotmail non sia imploso su se stesso per la vergogna, con tutto quello che mi inviate giornalmente.




Rai radio Uno!










Oggi non vi voglio raccontare niente di speciale. Solo voglio mettervi a parte del fatto che mi hanno intervistato a Rai Radio Uno per il programma "Check-in"... una bella emozione, invero. La puntata è andata in onda lunedì 18 giugno (ieri) ad ore antelucane, visto che erano le 4.30 della mattina in Italia, però ve la potete scaricare dal sito ufficiale andando sulla colonna di destra fino ad incontrare "Podcast" ... e lì basta cliccare e salvare l'mp3 della trasmissione.

Come vi dicevo è stata una bella emozione ... fra l'altro tutti gentilissimi, a partire dalle persone che mi hanno contattato e hanno gestito la parte di pre-intervista ed organizzazione (Vicky ed Ernesto), fino ai conduttori Paolo Notari e Benedicta Boccoli. Vi confesso che l'intervista è stata talmente flash che nemmeno mi son reso conto di quello che è successo ... d'altra parte i tempi dei media sono tiranni, ma credo che complice sia stato anche il fatto che mi hanno fatto sentire totalmente a mio agio.

Avrei voluto dire di più sulla Colombia, credetemi. Però spero di aver reso abbastanza giustizia a questo paese meraviglioso che ormai è la mia seconda casa. Vi pubblico l'intervista ... a voi "riascoltarla" e rendervi conto delle differenze. =)


1) RACCONTACI UN PO’ DA REGGIO EMILIA A BOGOTA’… COSA TI HA SPINTO A LASCIARE L’ITALIA…? Diversi fattori, ma principalmente è stato l'amore, visto che mi sono innamorato della persona che poi è diventata mia moglie.

E COME HAI CONOSCIUTO TUA MOGLIE? L’ho conosciuta il 5 ottobre del 2007 ... ridiamo sempre sul fatto che lei ha una pessima memoria e io mi ricordo perfettamente il giorno che l’ho conosciuta. Ci siamo conosciuti perchè ci ha unito la grandissima passione della nostra vita che è l’Architettura.

2) DALLA PIANURA PADANA ALLA SAVANA DI BOGOTA’, MA E’ VERO CHE SIETE A PIU’ DI 2600 METRI SUL LIVELLO DEL MARE? Eh, si, è stato un bel cambiamento anche da quel punto di vista, però serve! Posso tranquillamente partire dalle scale della M2 di Milano ed arrivare alle piattaforme dei treni della Stazione Centrale di Milano senza avere il fiatone!

SARETE PURE A POCHI PASSI DALL’EQUATORE… MA IMMAGINO CHE IL CLIMA NON SIA PROPRIO COSI’ MITE?! Non lo è per niente, in effetti! In questi tre mesi che sono considerati estivi, la temperatura oscilla fra i 18 e i 24 gradi ed è un clima piuttosto secco... anche piacevole direi. Però quando arrivano i tre mesi invernali si scende a 10 - 16 ... qualche volta di notte si scende a 1 e soprattutto piove, piove ... e grandina!!

3) DI COSA TI OCCUPAVI IN ITALIA E DI COSA TI OCCUPI ADESSO A BOGOTA’? In Italia ero Architetto e progettavo per vivere ... qui ho dovuto un po’ cambiare la mia natura. Diciamo che ora progetto per diletto e la maggior parte del tempo sono AD di un’impresa che sviluppa progetti su temi diversissimi fra loro ... riciclaggio (no, non di denaro!!), responsabilità sociale, fonti rinnovabili di energia, e ... beh altri settori dei quali non vi posso parlare. Adesso è un po’ complicato spiegarlo, diciamo che collaboriamo con imprese, ong, privati, e troviamo la maniera più semplice per poter unire le realtà Colombia ed Europa. Qui c’è terreno fertile per costruire moltissime cose, ma spesso mancano le risorse economiche o il know-how.

4) LA COLOMBIA E’ UNO DEI MAGGIORI ESPORTATORI DI DROGA E SPESSO SENTIAMO PARLARE DI SCONTRI A FUOCO TRA POLIZIA E NARCOTRAFFICANTI, SI PERCEPISCE QUESTO CLIMA NELLA VITA DI TUTTI I GIORNI O SONO COSE CHE AVVENGONO LONTANO DALLA CAPITALE? Sai, la sicurezza è un tema molto sentito in Colombia, tant’è vero che è stato un forte dibattito nei programmi dei sindaci alle ultime elezioni. Ti posso dire che fortunatamente Colombia è ormai quasi totalmente fuori dalle storie di sofferenza degli anni 90, e che i cartelli si sono ora spostati più verso il Messico o il Perù. Ci sono comunque zone che possiamo considerare “off limits” per uno straniero, ma la capitale ne è assolutamente fuori. Certo ... ci sono altri problemi. Ma nulla che non esista anche in altre capitali/megalopoli del resto del mondo.


5) LA COLOMBIA E’ COMUNQUE UNA TERRA MOLTO AFFASCINANTE… COME SI VIVE, CHE ARIA SI RESPIRA, COM’E’ LA GENTE? Hai colto il punto, la cultura sudamericana è molto affascinante, e di conseguenza le persone che vivono qui. Si vive ... con le difficoltà di quello che chiamano “choque cultural”, inizialmente ... ma poi ci si abitua e si comincia a vivere con serenità dando valore anche alle cose piccole. Alla spiritualità di certi attimi. E poi ci si lascia trasportare da un turbine di energia, passione e sensazione di cambiamento che è quello che si respira a Bogotà. La gente è cordiale, curiosa, soprattutto siamo ancora nella fase in cui lo straniero è una sorta di animale raro ed al colombiano piace ascoltare storie dei nostri mondi così lontani e così diversi...

6) UN VIZIO E UNA VIRTU’ DEI COLOMBIANI…? Quando sono arrivato in Colombia non conoscevo una parola di spagnolo, e facevo l’errore di ragionare sulla traduzione letterale delle parole, senza pensare che una parola nasce anche in un contesto culturale ben preciso. In spagnolo “ahora” è il nostro “adesso”. Qui si usa “ahorita” che è il diminutivo di “ahora” ... il problema è che per il Colombiano “ahorita” è un periodo di tempo incluso fra un minuto e otto giorni. Quindi spesso e volentieri chiami qualcuno con cui hai un appuntamento, e ti senti rispondere "ahorita llego" ... a questo punto puoi anche fare un paio di giri dell'isolato, fermarti a mangiare una empanada e bere una gaseosa, fare due chiacchiere con il "vecino della tiendita del barrio" ... socialmente meraviglioso, ma per gli affari è un disastro!!

Però va beh ... dai ... a parte queste cose molto folkloriche che non sono di tutti i colombiani, specifichiamolo, io credo che di positivo questo popolo abbia una forte componente di adattabilità alle situazioni più disparate, ma soprattutto viva con una passione fuori del comune ... che forse è quella che più attira lo straniero in queste terre.

7) A PROPOSITO DI GENTE COLOMBIANA… ABBIAMO DETTO CHE TI SEI SPOSTATO IN COLOMBIA PER AMORE, MA LEI, TUA MOGLIE, CONOSCE L’ITALIA E COSA NE PENSA? Mia moglie è stata una sola volta in Italia, è rimasta affascinata dagli italiani, dicendo che sono stati sempre tutti molto gentili, l’hanno trattata benissimo, ha scoperto che differenza abissale ci sia fra la cucina italiana di qui e la vera cucina italiana. E poi d’altra parte lei è architetta come me e quindi vivere sulla pelle ciò che ha solo lontanamente studiato sui libri è stata per lei un’esperienza eletrizzante.

8) QUALI SONO INVECE LE ATTRAZIONI CHE RENDONO INDIMENTICABILE UN VIAGGIO IN COLOMBIA, COSA SI PUO’ FARE E COSA CI CONSIGLI DI VISITARE? Esiste una pubblicità sul turismo in Colombia che dice: “el riesgo es que te quieras quedar” che sarebbe poi: il rischio è che tu voglia restare. Ci sono migliaia di cose da vedere in Colombia. Partendo dalle classiche feste religiose e pagane, che ogni regione ha la sua, fino al vivere viaggi interminabili in paesaggi che si sono forse solo visti nei film o nei documentari. Il santuario di Ipiales, caño cinco cristales, la sierra nevada, ma anche i pueblitos stile coloniale, il pantano di Vargas, la Candelaria a Bogotà, Montserrate e la Calera ... il consiglio è di arrivare, starci almeno un mese e ... perdersi!!! Ne vale la pena.

COSA TI HA SORPRESO E COLPITO DI QUESTA TERRA APPENA ARRIVATO? Superficialmente ti posso dire che mi ha sorpreso la somiglianza con l’Italia ... ma definitivamente ho capito in seguito che in realtà a colpirmi è stato l’immenso flusso di energia che sprigiona da questa terra e dai suoi abitanti.

9) TORNIAMO INVECE IN ITALIA, COSA TI MANCA DEL NOSTRO BEL PAESE E DELLA TUA EMILIA? Sinceramente non ho rimpianti, solo forse un po’ di nostalgia. Mi mancano gli affetti ... ovvero la mia famiglia, che non ho mai sentito così vicina come in questi anni, sicuramente gli amici più cari ... e beh ... forse anche lo stracchino e gli affettati emiliani!!
E questo ... è tutto, per oggi. =) Spero vi siate gustati anche la bella bossanova dei Negrita al finale!


mercoledì 4 aprile 2012

Scuole ed università a Bogotà: costi, organizzazione, qualità

Parte I

Prima di iniziare a parlare delle scuole, alcune precisazioni:

Sarò in Italia per tutto aprile ... per lavoro ... per qualsiasi cosa, se non mi tenete al telefono otto ore ed avete piacere di parlarmi, scrivetemi una mail e vediamo se riusciamo a organizzarci.

Domuslam e il blog sono due cose distinte. Per favore non scrivete a Domus Latinoamèrica chiedendo informazioni sul blog e sulla Colombia, a meno che non sia per lavoro, grazie.

Il blog cambia. Ho comprato dominio e piattaforma per renderlo più accattivante e più ordinato nei contenuti. Probabilmente ci sarà anche un forum. Mi suggerite, per favore, cosa vorreste trovare nel nuovo blog (a parte una migliore formattazione che purtroppo dipende da blogspot :| )?

Tutto ciò che tratta qualità e costi delle università sarà nella seconda parte dell’articolo.

Siete tantissimi ... ma proprio un sacco, che mi dite: si, che bello ciò che ci dici sul Vivere in Colombia, però ciccio ... alcuni di noi hanno figli, e devono mandarli a scuola, e quanto costa la scuola, e come è organizzata l’istruzione ... e soprattutto ... la qualità dell’istruzione?? Buonissime domande! Iniziamo col dire che avevo già prodotto delle informazioni in uno degli articoli del blog con una breve descrizione di come è organizzata l’istruzione, ma è meglio farne un riassunto.



Sezione Nursery o Guarderìa: ovvero l’asilo nido. Spesso vi ricevono i figli dall’età di sei mesi fino ai tre anni, ma non è insolito che ci siano bambini più piccoli.

Sezione Preescolar: è come il nostro asilo. Fino ai sei anni. Di norma la pre-escolar si divide in tre sottosezioni. Jardìn (dai tre anni), Kinder (dai quattro anni) e Transiciòn (dai cinque anni).

Molte scuole hanno queste sezioni, altre non ce l’hanno, altre ancora sono specializzate solo per tenere i bambini di queste fasce di età. In linea di massima sono le scuole più costose, perchè chiaramente c’è bisogno di personale specializzato. Considerando che i colombiani amano moltissimo i bambini, direi che i vostri figli sarebbero in buone mani. :)

Segue la famosa scuola dell’obbligo (dai sei anni fino ai diciassette anni); nel 90% dei casi i collegi ricevono i vostri figli dall’età dei tre anni e li portano fino all’esame ICFES (che cambierà nome in "Saber") ... sempre che voi non vogliate cambiarli di collegio per innumerevoli motivi. Una cosa importante da sapere è che qui, in realtà, l'obbligo parte da Kinder, perchè si cerca di dare ai bambini una base per poter socializzare senza problemi con gli altri. Comunque:

Cosa si può e cosa non si può portare in classe durante l'Icfes.















Sezione primaria: le elementari. Sono cinque anni, fino agli undici ... esattamente come in Italia.

Sezione Bachillerato: medie e primi anni delle superiori insieme. Sono sei anni, fino ai diciassette. Come avrete già avuto occasione di notare, sono due anni in meno rispetto all’Italia.

Dopo questa sezione c’è l’esame ICFES (praticamente la matura, wikiqui ne saprete di più) che serve anche per definire la classifica dei migliori collegi (che sempre trovate qui). Il presidente Santos ha parlato di aumentare di un anno la sezione Bachillerato per essere in linea con le scuole USA ... e anche perchè pensa che pedagogicamente e socialmente, diciassette anni siano troppo pochi per finire nel mondo del lavoro o per decidere del proprio futuro professionale. Molti amici colombiani pensano che abbia ragione e che si debba davvero provvedere in tal senso. :) Tralasciando le polemiche di cui sono oggetto, gli ICFES sono molto importanti ... prima di tutto perchè la maggior parte delle università li richiede per l’iscrizione, poi perchè ci sono università che li valutano come un 20/25% del test di ingresso (si, alcune lo hanno), ed infine perchè esistono carriere che vengono automaticamente precluse con un punteggio ICFES basso.

Il SENA ... esiste a livello nazionale.
















Qui termina la scuola dell’obbligo. Dopodichè ci sono:

Corsi di specializzazione di due anni. Si riceve il titolo di “tècnico en”. Normalmente son corsi del SENA e di alcune università ... è come dire che è la carriera tecnica. Dove praticamente si impara un mestiere.

Corsi di specializzazione di un anno. Dopo i due anni tecnici ... si diventa “tecnòlogo en”. Sempre al SENA, ma ci sono anche alcune università che li fanno. Molti mi dicono che in pratica si è tecnici ma con anche una specializzazione di tipo amministrativo ... io non ho mai fatto detti corsi, quindi vi riporto le parole di chi me ne ha parlato. Equiparando potremmo dire che è come una “laurea breve”, ma in realtà non ha nulla a che vedere.

Lauree. Sono cinque anni. Non si ha bisogno dei titoli di tecnico o tecnologo per entrare all’università ... serve l'esame ICFES... si esce come “graduado en”.

Licenciaturas. Dopo l’uni si può fare un anno di specializzazione (normalmente di tipo pedagogico) e ci si può fregiare del titolo “licenciado en”.

Masters o maestrìas. Son due anni di super specializzazione in un settore che potete scegliere. Quasi tutte le maestrie hanno delle “barriere ovvie”. Se siete di un settore che non ha niente a che vedere con il settore che sviluppa la maestria, non potete farla. Semplice. Uscite come “magister en”.

Doctorados. Son tre anni. Molte università vi richiedono la maestrìa per potervi accedere. Ovviamente uscite che siete “doctor en”.

Per insegnare in un collegio basta essere “tècnicos en”, però la maggior parte dei collegi non accetta meno di “licenciado en”. Per insegnare all’università si deve essere “magister en”, però molte università non vi prendono in considerazione se non siete almeno “doctor en”. Se poi avete un Ph-D vi spalancano le porte moltissime imprese, non solo le Università.

Due piccole postille:
1. Più alto è il vostro grado di istruzione, più alta è l’esperienza accumulata, più alti sono gli stipendi.
2. Insegnare (spesso) non dà da mangiare. Purtroppo gli stipendi degli insegnanti non sono commisurati alla loro preparazione / dedizione. Ma a quanto ne so, neppure in Italia.

Saber Pro mi ricorda tanto ... il Totip? Possibile?
















E questo è quanto.

Dal 2009 (ma si parlava del fatto che dovrebbe diventare una prova definitiva nel novembre del 2012) gli studenti delle università e dei corsi di specializzazione fanno una specie di "esame di stato" che si chiama Saber Pro (ex ECAES). Non mi è chiaro se è una prova per testare e designare la qualità dell'insegnamento superiore, o se è una vera e propria abilitazione alla carriera lavorativa dei professionisti... se qualcuno di voi ne sa, parliamone. :)

Per quanto riguarda i “tramites” che dovete fare per farvi riconoscere il titolo (o i titoli) in Colombia, basta andare sul sito del Ministerio de Educaciòn Nacional e leggere quali documenti dovete produrre. Non avete bisogno di un visto, per farvi “omologare” il titolo di studio ... dovete solo armarvi di pazienza per collezionare tutto quello che vi richiedono. La maggior parte delle cose si trova a casa vostra, non dovete stare in Colombia per produrre detti documenti.

Oltretutto il sito è anche interessante se volete cimentarvi con una carriera di insegnamento ... ci son parecchie cose interessanti, in merito.......... ma passiamo ai benedetti costi!!!! :)

Qui in Colombia, per i collegi che sono sezione A (ovvero anno scolastico da febbraio a novembre) si paga un’iscrizione (matrìcula) in dicembre ... questa include costi assicurativi, costi amministrativi, costi vari e bazze varie. Per bazze varie intendo gli “ùtiles”. Ovvero quell’accozzaglia di oggetti che sono parte integrante del corredo scolastico, che è un obbligo comprarli dal collegio, ed a conti fatti se comprati singolarmente in una cartolibreria vi sarebbero anche costati meno... però sono inclusi nella matricola. Ed alcune volte ci sono collegi che, guarda caso, se ne perdono la metà e vi consegnano solo l’agenda. Come dire che: “útil si, para los colegios”.

Io ricordo che uno dei momenti più belli della mia vita da bambino era quando andavo con i miei genitori a scegliere il diario di scuola (ma chi si ricorda il diario del Corriere dei Ragazzi? O quelli di Jacovitti?) ... qui ti tolgono pure questa soddisfazione. :| Diari che fra le altre cose, dalle superiori cominciavano ad avere di tutto di più, fuorchè i compiti di scuola ... ma vi ricordate lo zainetto pieno di scritte fatte con l’Uni-posca? Io ne avevo uno dove c’avevo disegnato un Lupo Alberto gigante e che ... ok, ok, mi sto perdendo di nuovo ... basta amarcord!!!! :)

...beh nel '75-'76 ero ancora un po' piccolo per capire cosa fosse un diario scolastico...


















Dopo la matrìcula si pagano le mensualità da febbraio a novembre (sempre per i "sezione A"), insieme al refettorio (lonchera y almuerzo) e al trasporto (nel caso ve ne sia la necessità). I collegi che iniziano in febbraio hanno un “primer corte” di vacanze da metà giugno a metà luglio, ma in questo caso la mensualità di questi due mesi si paga interamente. Oltre a tutto questo c’è da considerare che ci sono libri, quaderni, suppellettili scolastiche e uniformi. Eh, si, perchè ogni collegio ha la sua uniforme per tutti i gusti ... dalla testa ai piedi e per qualsiasi tipo di attività, sia essa di gioco, di studio o per le grandi occasioni.

Due cose che mi sto dimenticando ma che son molto importanti:

1. Alcuni collegi hanno una vasta biblioteca e gli studenti non devono comprare i libri, ma in una maniera più semplice usano quelli che la scuola mette loro in dotazione ... e allo stesso tempo imparano il rispetto che ci vuole per le cose altrui. :D

2. le iscrizioni, mensualità, refettorio, trasporti, insomma tutti i costi di una scuola, vanno di pari passo con l’aumento del costo della vita. Ogni anno c’è un piccolo aumento percentuale legato alle disposizioni di legge in materia di salari minimi.

Come sempre, considerate che i costi di riferimento che vi dò sono da prendere come media. Ci sono collegi con infrastrutture galattiche, nei quali vanno i figli della Bogotà bene, con la (teorica) eccellenza degli studi, dei quali non vi dò nessun tipo di riferimento... tanto sono costi che potete verificare semplicemente inviando una mail o chiamando detti collegi di Bogotà (Los Nogales, Leonardo da Vinci, eccetera).

Un Collegio come l’Alvernia, che occupa un posto abbastanza alto negli ICFES, dotato di buone infrastrutture e di una buona educazione di base, costa:
- Matrìcula : 700.000 pesos
- Mès : 350.000 pesos
- Alimentaciòn : 350.000 pesos
- Transporte: 250.000 pesos (nella zona più lontana dal collegio)
- Libri : 400.000 pesos
- Cuadernos y varias : 300.000 pesos
- Uniformes : 600.000 pesos

Un collegio come il Rosario, che occupa un posto di poco sotto all’Alvernia, dotato di discrete infrastrutture ed una buona educazione di base, costa:
- Matrìcula : 600.000 pesos
- Mès : 250.000 pesos
- Alimentaciòn : 180.000 pesos
- Transporte: 180.000 pesos (nella zona più lontana dal collegio)
- Libri : 0 pesos (in biblioteca)
- Cuadernos y varias : 300.000 pesos
- Uniformes : 600.000 pesos

E questa è una media. Ma non vi spaventate. Se fate riferimento all’ICFES e se avete cercato bene in internet, vi sarete resi conto che ... non è detto che i migliori collegi di Bogotà siano nel nord della città, e siano tutti per persone dalle ampie tasche.


Provate un po’ a leggervi questo articolo tratto dalla rivista Dinero su un piccolo collegio della zona sud e per persone di basso livello socio-economico. :) E per darvi un altro link interessante, molte notizie sulla vita da collegio a Bogotà le trovate qui.

Parlando di qualità dell’insegnamento ... il tema è alquanto delicato e sentito. Se cercate su Google Colombia troverete parecchi link su articoli scritti da rettori delle università, giornalisti, studenti ... anche uno studio del Banco Mondiale. Io ho trovato tutto questo materiale MOLTO interessante, dateci una letta, soprattutto ai primi due link, poi ne possiamo pure parlare davanti a un caffè. :)

Articolo (in pdf) del Banco Mondiale
Uno studio interessante della Universidad Nacional de Colombia
Articolo del Rettore della “Universidad de Antioquia” sul giornale El Colombiano
Articolo del “Diario del Huila”
Articolo de “El Espectador”
Opinione del Ex rettore della “Universidad Distrital” - articolo di Portafolio, che come sapete è un giornale di finanza

Per quanto mi riguarda, la qualità dei programmi la trovo peggiore rispetto a quando studiavo... ma c’è da dire che son passati tot anni. E d’altra parte, solo dieci anni dopo essere entrato come studente allo IUAV, trovandomi dall’altra parte della cattedra a valutare i nuovi Architetti, mi lamentavo di come era scaduta la qualità dell’educazione (con tutto il rispetto per qualche ex-studente che magari si sta leggendo quest'articolo). Ma poi è tutto relativo ... conosco liberi professionisti colombiani che hanno preparazioni eccellenti ... e non hanno di certo studiato all’estero. Certo tutti loro concordano nel dire che la preparazione delle nuove leve è piuttosto scadente... ma non sarà che ciascuno di noi soffre di un complesso di superiorità rispetto ai novellini? C’è da considerare che si devono anche fare le ossa ... mah? A voi la sentenza. :)

Fra qualche giorno ... la seconda parte dell’articolo dove si parlerà di qualità e di costi delle università e dei corsi che potete fare qui in Colombia. Grazie... e buona primavera a tutti!! :D

Si ringraziano: D. Zambrano, Y. Galindo per alcuni dati interessanti sull'istruzione e sui costi.

domenica 26 febbraio 2012

Intervista 26 febbraio 2012 - Voglio vivere cosí

E in questi giorni di superlavoro, approfitto per (ri)proporvi l'intervista che mi é stata fatta per "Voglio vivere cosí". Scusatemi se non ho ancora avuto il tempo di darle un'adeguata formattazione, per ora accontentatevi.... =) 

GIOVANNI PACCIANI: UN ARCHITETTO ITALIANO A BOGOTÀ (A cura di Geraldine Meyer)

Bogotà: una città abbarbicata sulle Ande, ricca di storia, di colori e di contrasti; dinamica e talvolta placida, con angoli che sembrano quelli di un villaggio ma pur sempre città di nove milioni di abitanti. Paradigmatica di quel Sud America legato alle proprie tradizioni e, al contempo, impegnato a darsi una veste nuova e moderna. Bogotà è una città che molto è cambiata e molto sta cambiando, tesa a scrollarsi di dosso quell'immagine di luogo violento e nelle mani dei cartelli della droga che ne ha caratterizzato l'immagine nel mondo. Una realtà interessantissima dal punto di vista sociale ed urbanistico, culturale e umano. Ne parliamo con Giovanni Pacciani, architetto italiano da tre anni in pianta stabile nella capitale colombiana. E, dalle sue parole, emerge un ritratto davvero coinvolgente, che nulla toglie alle difficoltà di viverla, restituendo però alla città una dimensione davvero unica e specifica.

Una bella immagine della Candelaria, il barrio nel quale é stata fondata Bogotá. C'è anche una storia interessante sulla fondazione della città...







Ciao carissimo, parlaci un po' di te.
Sono reggiano di nascita, genetica per metà toscana e per metà friulana, Architetto dello IUAV, sposato con una “rola”, “quasi” quarantenne, neo-papà, da poco più di tre anni in pianta stabile a respirare i 2600 metri di Bogotà. Sono sempre stato una persona iper-attiva, e quindi non sono da annoverare fra quelli che mollano tutto perchè non ne vogliono più sapere delle proprie origini; sono estremamente orgoglioso di essere italiano, e ben lungi dal rinnegare le mie radici ho solo mollato tutto perchè ero stanco dell’aria stagna che si respirava nei patri confini. Avevo voglia di vita, dinamicità, conoscenza, ed ho iniziato a muovermi per avere un’idea meno generica di che cosa volesse dire la vita da expat.

Come e quando è arrivata la decisione di trasferirti in Colombia?
Credo sia arrivata in un attimo breve ma intenso di difese abbassate. In Italia avevo la mia famiglia, il mio giro di amici rodati, un lavoro in proprio fra alti e bassi, però andavo rimuginando (da almeno tre anni) che nella mia vita ci dovesse essere qualcosa di differente. Sentivo che quello che vivevo ogni giorno era ripetitivo (anche se chiamare la vita di un architetto “ripetitiva” è un contro senso) e chiuso su una strada il cui finale non era affatto da scrivere, e questa piccola punta di insoddisfazione ha iniziato a scavare sempre più in profondità.

Ho avuto la fortuna di viaggiare molto, ma solo durante una vacanza nella, per me, sconosciuta Colombia (nel 2008) con un carissimo amico, ho “sentito” nel cuore la sensazione di trovarmi non in terra straniera, ma a casa. Ritornato in Italia, mi son preso un anno per sistemare varie questioni ... e sono ripartito alla volta della Colombia per restarci! Non nascondo che complice è stato l’aver trovato qui la donna che ho sposato, però spero di portarvi per mano, durante quest’intervista, a capire che in realtà il trasferimento è stato dettato da qualcosa di molto più profondo... che al tempo erano solo sensazioni.

Zipaquirà ... recien llegado a Colombia en el año 2008 ... =)














Adesso di cosa ti occupi?
A parte del blog e del gruppo di pazzi della “Comunità Utopica Italiana in Colombia”? No, va beh, mi piacerebbe seguire entrambi più da vicino e dedicandovi più ore, ma per farlo dovrei triplicarmi e non dormire ... e per ora non è nelle mie intenzioni! Vorrei poter contare su qualche collaboratore per farlo, ma essendo un impegno totalmente “free”, o si fa per passione, o non si fa. Quindi nei ritagli di tempo cerco di fare il possibile per continuare, ma c’è molto da fare lavorativamente parlando, e anche la famiglia rappresenta un grosso impegno ... ed ovviamente non è mia intenzione disattendere nè al primo nè alla seconda.

Comunque ho in cantiere una terzina di progetti molto importanti dei quali non posso, per ora, parlarti. Non che siano delle cose top-secret, ma da un punto di vista professionale io rispetto moltissimo le persone con le quali mi associo per portare a buon fine delle iniziative comuni, e dal momento che i progetti di norma derivano da un’associazione corale di idee, di gestione, di amministrazione e di contatti, mi parrebbe una mancanza di rispetto parlarne senza aver interpellato le persone coinvolte.

Ad ogni modo c’è un progetto che è già una realtà e del quale sono felicissimo di parlarti che è Domuslam. Superficialmente Domuslam (che prestissimo avrà online il sito web www.domuslam.com ... ma si può tranquillamente contattare da almeno un paio di mesi attraverso la mail di info) si può considerare un’agenzia immobiliare sul territorio dell'America Latina, visto che tratta terreni, case, appartamenti, investimenti immobiliari ... però è qualcosa di un pò più profondo. Tutti sono capaci di trovare costruzioni e lotti da vendere, ma si è in grado di dare la certezza che ciò a cui si è interessati e che vorremmo comprare è di qualità (quindi costi di gestione più bassi) e ci può dare una rendita (quindi un buon plus-valore dell’investimento)?

Ma soprattutto, siamo certi che quello che compriamo costa esattamente quello che ci viene detto? Come sai le norme che regolano i trasferimenti di denaro, le tasse da pagare e i passaggi di proprietà sono quelli che si portano via una fetta dell’investimento iniziale ... Domuslam offre un prezzo chiavi in mano, garantendo buoni standard qualitativi ed economici dell’investimento. Fra le altre cose offre un sistema di ricerca “su misura” per il cliente, ed un sistema di gestione dell’investimento totalmente personalizzato ... ma ad ogni modo se qualcuno avrà l’occasione di contattare Domuslam, si renderà conto da solo della bontà del progetto.

Domuslam ... un progetto di quasi un anno ...
Cosa ti ha fatto capire che Bogotà poteva diventare la tua nuova casa?
Pensa che io vengo da un tipico paese della provincia italiana con meno di diecimila anime, e il trauma di arrivare nel “placido caos” di una capitale che ne conta 9 milioni è stato piuttosto forte ... quindi fino a un anno e mezzo fa non avrei davvero saputo cosa risponderti. E poi ho cominciato a vivere Bogotà come un qualsiasi “rolo” la vive, a cercare di capirla non attraverso gli occhi dello straniero, a leggere della sua storia, delle sue tradizioni, a usare alcuni modismi tipici della sue gente, a documentarmi sui suoi problemi e sui suoi successi, a cercare di capire le battute della sua gente, a discutere di politica ascoltando le varie campane, a leggere i blog che altri expat (non solo italiani) scrivono su Bogotà, a cercare di sentirla come la “mia” città. Devo dire che di strada ne devo ancora fare molta per amarla come amavo il mio bel paesello di provincia, ma piano piano mi sto adattando e posso vedere le moltissime cose buone che ha ed apprezzarle col cuore. Pensa che quando vado in vacanza, qualche volta sento la mancanza di questa città infinita!

Si parla sempre della Colombia come di un paese violento. È davvero così?
Si fa un gran parlare a proposito del tema violenza, in Colombia, non solo all’estero, tant’è vero che uno dei punti più discussi nella passata campagna politica dai candidati sindaci era proprio quello della sicurezza. Fra le altre cose era uscito, credo in novembre dell’anno passato, un bell’articolo a proposito di questo tema sul settimanale “Semana”. Questo perchè da un lato c’è il governo che minimizza il problema producendo dati, dall’altro ci sono le statistiche raccolte su un ampio campione di intervistati nelle maggiori città colombiane a proposito della “percezione di insicurezza”. Il quadro che ne risulta è che la situazione è molto più complessa di come la si potrebbe descrivere in poche righe (e l’articolo in questione era di BEN sette pagine). Certo è che se ci atteniamo alle statistiche, sotto il governo Uribe (Presidente di Colombia per due mandati - 2002 e 2006) il 17% credeva che il maggior problema della Colombia fosse la sicurezza, e di questi il 33% attribuiva ciò alla guerriglia, mentre sotto il governo Santos (attuale Presidente di Colombia dal 2010) queste percentuali sono passate rispettivamente al 34% e al 55%.

Se mi chiedi come vivo questa percezione di insicurezza dovuta al “paese violento”, ti dico che realmente non la sento tanto forte. C’è. È come quando con la coda dell’occhio pensi di aver visto qualcosa, ti giri, e non vedi nulla che possa aver attirato la tua attenzione. Ma ti resta il dubbio che qualcosa ci fosse stato, lì all’angolo dei tuoi occhi. Pensa che io viaggio al di fuori di Bogotà, anche in notturna, e l’unica insicurezza della quale mi son sempre davvero preoccupato era di non prendere una buca abbastanza grossa da rompere le sospensioni. Ma a parte tutto, sarebbe anche stupido minimizzare la questione. Per quanto riguarda la violenza nelle città, cosa ti posso dire? Bogotà non è diversa da una New York, da una Londra, da una Tokyo. Di certo non sono d’accordo su un articolo che era uscito su un “giornale virtuale italiano” che pone una Mogadiscio al suo livello. Ma stiamo scherzando? Pensate che io giri con un AK-47 in macchina?

Ad ogni modo, ti racconto che qualche giorno fa, a proposito dell’insicurezza della città, è stata fatta una domanda interessantissima nel gruppo “Vivere in Colombia” creato su Facebook. È stato chiesto se qualcuno di noi del gruppo vive in estratto 1, 2, 3, e se chi vive dal 4 in su una passeggiata negli estratos bassi la fa tranquillamente oppure rimane blindato in nel proprio quartiere (la "distinzione" negli estratos la trovate qui). Bene, io vivo in estratto 4 e lavoro (ed ho lavorato) anche in estratti 1, 2 e 3. La percezione di insicurezza è più alta nelle ore notturne, perchè nelle diurne, normalmente, los barrios sono pieni di vita: persone che accompagnano i figli a scuola, o che vanno a lavoro, panetterie aperte, negozianti allegri e ciarlieri, persone che vanno dal medico esattamente come in una qualsiasi città. Nelle ore notturne alcuni barrios si svuotano, però si "svuotano" nel vero senso della parola tanto che è particolarmente difficile vedere qualcuno per strada, conseguenza, come ti dicevo, della percezione di insicurezza aumentata solo per il semplice fatto di trovarsi totalmente soli.

Di norma io mantengo un profilo normalissimo, da colombiano che vive e lavora la quotidianità, vado a fare spesa in un barrio estratto 1, qualche mese fa stavo facendo una ristrutturazione in estratto 2, vado a mangiare in estratto 2, il barrio a fianco del mio è estratto 3 e ci vado per la cartolibreria (è la più vicina). Bogotà la vivo di giorno e di notte e sono ancora qui. Ad ogni modo non è che non esista insicurezza. Episodi come i tre assassinati (di notte) in tre mesi, per un cellulare, o il giovane con la faccia bruciata dall'acido (dicembre, mi pare) per una elemosina non data, o le quattro donne stuprate sotto il ponte della Boyacà, li conoscono tutti. Ma sono episodi che capitano; e non capitano solo perchè è Colombia o perchè è Bogotà. La violenza esiste in tutti i luoghi del mondo.
Gli "estratos" a Bogotá...















Come sono accolti gli stranieri che decidono di viverci stabilmente?
Dopo tre anni di vita qui in Colombia, ho assistito solo a un episodio isolato di “xenofobia” nei miei confronti. Che è giusto citare come dovere di cronaca, ma bisogna anche dire che la persona in questione è stata immediatamente “condannata” dalla maggior parte delle persone che hanno assistito alla scena, persone che nemmeno mi conoscevano. Ad ogni modo ti riporto un trafiletto dell’articolo che Nelson Prisciliano Beltràn Casallas ha scritto sul mio blog a proposito della cultura di Colombia, e che calza a pennello per la tua domanda:

...inseritevi nella nostra società come uno di noi, fate la spesa e chiedete lo sconto come uno di noi. In questa casa c’è tutto per tutti, bisogna solo avere buon senso, iniziativa di imprenditore libero e amare il suolo che vi sostiene in piedi. In Colombia diciamo: “Chi se ne va non manca e chi arriva non ingombra”, ossia nel nostro paese sono e siete tutti benvenuti; noi abbiamo un fascino per il forestiero, per lo straniero. Ci piace ascoltare storie di mondi lontani e diversi, il nostro udito é sempre affamato dalle avventure dei viaggiatori. In Colombia non esiste un senso di xenofobia, non crediamo che quelli che arrivano “ci rubano il lavoro” e sappiamo che quelli che rubano qualcosa, rubavano già nei loro paesi...

Tutto ciò è estremamente vero: ricordo che quando avevo il negozio di batterie c’era gente che si fermava, scopriva le mie origini e si pigliava un buon quarto d’ora per chiedermi dell’Italia davanti a un buon “tinto caliente”.

Hai avuto qualche particolare difficoltà all'inizio?
La risposta è: ASSOLUTAMENTE SI!! Quando si arriva in Colombia, si ha una sensazione fortissima di “appartenenza”, ma è perchè la si vive da turista, con la mentalità aperta, ma solo parzialmente. Purtroppo si pecca spesso di superficialità nel godere di un paese straniero. Per carità, non voglio dire che non va bene, in fondo uno in vacanza ci va anche per stare rilassato e per godersi la quiete prima della tempesta! Quello che ti dico, e dico a tutti gli amici che sognano la Colombia, è la classica frase da expat: una cosa è VIVERLA, altra cosa è GODERLA.

Adesso tutti mi odieranno per quello che sto per dirti ma quando dico, per esempio, che ho studiato a Venezia, tutti si mostrano affascinati. Ah, che città romantica, che belle atmosfere. Sì ma quando devi arrivare all’università sul Canal Grande alle 6 di sera di un nebbioso inverno, con carpette di disegni 70x80 cm che amano l’acqua come i gatti randagi, con mezza città allagata, la gente infreddolita e incavolata, l’odore dell’acqua dei canali, l’immondizia che galleggia a pelo ... sarà anche una bella atmosfera, ma ... “a mi no me parece”! E nonostante tutto Venezia ha delle cose talmente “rare” e belle che lasciano a bocca aperta. Ma se si gode solo di queste cose, non si avrà realmente vissuto il luogo! Di conseguenza non si arriverà mai a capirlo e ad apprezzarlo. Ergo, alla prima difficoltà ci si spacca (non dico cosa), e si ritorna a casa dicendo peste e corna del luogo che ci ha rifutati. 

Venezia ... quanti ricordi!! =)













Raccontaci un po' di alcuni passi pratici da fare per stabilirsi lì: tipo, pratiche burocratiche, permessi.
Una cosa che ancora mi lascia basito della burocrazia colombiana è che tratta gli stranieri col bastone e la carota. Fare un visto per la Colombia è diventato progressivamente molto più problematico e difficile rispetto a tre anni fa, ma una volta entrati si scopre come la maggior parte delle pratiche sia abbastanza facile farle. Basta saper leggere e fare esattamente quello che viene chiesto, nel modo in viene chiesto, accettando le tempistiche della Colombia. Attenzione, non significa ASSOLUTAMENTE che qui i funzionari dormono sulle pratiche. Alcuni esempi? Aprire una società in Colombia richiede mediamente cinque giorni lavorativi. E i funzionari della Camera di Commercio e della DIAN sono molto competenti nello spiegarvi esattamente come funziona e cosa dovete fare. Omologare un titolo universitario? Vi parlano di tre mesi, ma a seconda della difficoltà richiesta, in un mese hanno già risolto tutte le pratiche e vi chiamano per dirvi di andare a ritirare la certificazione. Fra le altre cose se andate a chiedere informazioni vi aiutano a capire estattamente che tipo di documenti servono ed organizzati come.

In linea di massima ti posso dire che la cosa più importante è fare un visto che non sia turistico. Sul sito del “Ministerio de Relaciones Exteriores” si scopre esattamente quali visti è possibile fare e con quali modalità, ma se non si capisce come, basta andare sul blog dove ho spiegato come farne un paio. Con il visto in mano servono 15 giorni ed alcuni documenti per ottenere la cedula de extranjería (carta di identità) che dà accesso a praticamente tutto: conto bancario, patente colombiana, eccetera. E’ una trafila difficile ma necessaria: visto NON turistico. Contrariamente, scordatevi la Colombia.
Bogotá in notturna...















È difficile trovare una casa?
Non è difficile, ma qui come in Cina è sempre bene appoggiarsi a qualcuno conosciuto, perchè purtroppo le agenzie immobiliarie e le imprese di costruzione sono nate come funghi negli ultimi dieci anni, e la qualità dell’abitare si è abbassata notevolmente. Se a questo aggiungi che alcuni settori di Bogotà stanno cominciando a risentire di una “bolla immobiliare” perchè i prezzi sono aumentati vertiginosamente (conseguenza: manca il plus-valore nell’acquisto, nessuno compra, aumentano gli invenduti, ecc), avrai un quadro non troppo roseo. Ovviamente ti parlo di Bogotà. Nonostante tutto trovare dei discreti affari non è difficile.

C’è anche da dire che purtroppo qui manca un pò di “cultura dell’abitare”. Voglio dire, per esempio, se qualcuno di noi va a vedere un appartamento per valutarne l’acquisto, guarda se ci sono crepe, se c’è umidità, osserva l'esposizione al sole, gli infissi, la luminosità, dopodichè si fissa sui colori, sulla decorazione (se c’è). Qui invece (la maggior parte delle persone) la prima cosa che guarda è la decorazione. Oltretutto il valore degli appartamenti appartenenti ad uno stesso immobile è (nella maggior parte dei casi) sempre definito come valore/mq, quasi che non ci fosse la necessità di una valutazione estimativa anche delle caratteristiche estrinseche degli stessi. Ma i colombiani imparano in fretta, e già si stan cominciando a vedere i primi timidi tentativi di diversificazione del valore.

Lavori di demolizione di un ponte - foto trovata sul giornale "El nuevo dia"







 



Com'è il mercato del lavoro da quelle parti?
Lo definiriei dinamico. Lavoro ce n’è, però il lavoratore non è pagato secondo standard europei (anche il costo della vita è ovviamente differente), e soprattutto c’è una forte componente di “lavoro informale”, che essendo per sua stessa natura instabile, rende le cose particolarmente difficili, e contribuisce anche a questo dinamismo. Una cosa che ho imparato ad apprezzare dei colombiani è la loro forte adattabilità; che credo derivi anche da questa grande componente lavorativa informale. Come già sanno molti lettori del blog, parallelamente alla questione del mercato del lavoro c’è da considerare che le città della Colombia sono suddivise in “estratos” (al più alto corrispondono prezzi di immobili più alti e costi dei servizi più alti), che tutto ciò che è legato a sanzioni amministrative ed istruzione va secondo uno standard definito SMMLV (salario minimo mensile legale vigente), che ciò che sono pensioni e salute dipendono dal salario percepito, che lo stesso identico oggetto si trova a prezzi diversi in siti diversi ... certo un solo salario minimo per una famiglia rende molte cose complicate. Ed è anche per questo che in Colombia, secondo fonti DANE (Departamento Administrativo Nacional de Estadística), circa il 60% della popolazione colombiana vive in condizioni di povertà. 

La crisi si è fatta sentire anche lì?
Si e no. Come sempre da un lato ci sono le (solite) statistiche che dicono che nel 2011 in Colombia si è registrato il dato più basso di disoccupazione degli ultimi quindici anni, e dall’altro come ti dicevo c’è parecchio “impiego informale”, quindi anche chi ha la classica bancarella che vende cicche, telefonate a cellulare e sigarette viene considerato in possesso di un’occupazione. Per carità ... non voglio dire che non sia un lavoro o che alla fine della giornata non renda, però la chiave è “adattarsi”. Soprattutto credo che qui una cosa importantissima sia il “conoscere”. Tessere una rete di contatti porta via del tempo, ma alla fine aiuta. 

In cosa, se c'è, ti manca l'Italia?
Una volta nel blog ho detto che è particolarmente difficile vivere “a metà”, con la naturale nostalgia degli affetti. Qui sono con la mia famiglia “acquisita”, alla quale voglio un bene dell’anima ma là c’è la mia famiglia “di sangue”, che è quella che mi ha cresciuto. Ed in questo l’Italia mi manca sicuramente. Penso ai miei genitori, a mia sorella e alla sua famiglia, ai miei cugini ed agli zii, e sorrido perchè non mi sono mai mancati così tanto come ora. Due momenti che ricordo con una felicità intensa sono state le due cene con i miei familiari che ho fatto nel 2010/11.

E comunque non parlo solo della famiglia di sangue; penso anche a tutte quelle persone che sono state la cosa più vicina ad una famiglia che abbia avuto. Betta, Massi, Sandro, Sara, Dany, Alice, Claudia, Beppe, Davide, Alberto, Macci, Werner, Matteo ... e tutti gli altri che non nomino perchè altrimenti la lista sarebbe lunghissima. Amici coi quali ho condiviso molto e che nel mio cuore resteranno sempre tali anche dopo anni ed anni vissuti a distanza.


"Gozandola" con gli amici della Tuna. =)
















Molti mi hanno detto che, dal punto di vista paesaggistico, la Colombia è forse il paese più bello del Sud America. Cosa ne pensi?
Purtroppo non ho avuto occasione di girare abbastanza la Colombia ed il Sud America per poter avere un buon metro di comparazione. Spero di poterlo fare nei prossimi dieci anni, però! Comunque mi hanno incuriosito molto i paesaggi che si vedono ne “I diari della motocicletta”...

C'è qualche tradizione particolare che ti ha colpito e che ci vuoi raccontare?
Ce ne sono un paio particolarmente interessanti, però non renderei giustizia a tutte le altre tradizioni colombiane che sono tutte splendidamente “particolari” e “diverse” ai miei occhi. E tutte da vivere, garantito. La cosa che più mi affascina delle tradizioni (qui come in Cina) è la “storia” che vi si cela dietro. 

Ci sono molti italiani lì?
Si, anche se si nascondono bene non è difficile incontrare qualcuno che parla italiano (credendo di non essere capito) o spagnolo con la classica cadenza nostrana. Di solito quando al cinema mostrano dei film doppiati con audio latino nei quali un attore impersona l’italiano, mi fa morire dal ridere ascoltarne la cadenza. Comunque non ce ne sono molti come in Argentina. Se non ricordo male si parla di circa 10.000 italiani presenti al momento in Colombia. 

Com'è, in genere, la qualità della vita?
Eh, difficile dirlo. Se consideriamo che la qualità di vita è un fattore strettamente legato al benessere, in Colombia c’è ancora troppa disparità fra chi ha moltissimo e si può permettere beni di lusso e chi non ha assolutamente nulla. Quello che manca è un numero maggiore di persone appartenenti al ceto medio. Nonostante in tre anni abbia visto cambiare Bogotà sotto ai miei piedi, la strada da fare è ancora lunga. Certo ci sono cose che mi hanno piacevolmente sorpreso, come l’assistenza medica di base: fino ad ora e fino a dove ne ho avuto bisogno è stata eccellente. 

Ci sono aspetti della tua vita lì a cui ancora fai fatica ad abituarti?
Si, il traffico. Ancora adesso a distanza di tre anni mi risulta difficilissimo abituarmi alla totale mancanza di rispetto delle norme basilari della strada. In Italia il traffico era per me grandissima fonte di stress ... adesso quando ritorno per farmi le vacanze, mi sembra di vivere in un paradiso! 

"Trancones" a Bogotà. Si dice che derivano dalla mancanza di "cultura ciudadana".










Se dovessi descrivere Bogotà con tre aggettivi, quali useresti?
Trovarne tre è complicato. Anche perchè me ne vengono in mente molti di più. Forse la vera chiave per capire Bogotà è dirti che è facile e difficile, solare e piovosa, frizzante e compassata. La Colombia è terra di contrasti e la sua capitale non è da meno. Diciamo che ti concedo un unico aggettivo: PASSIONALE. Che è fonte dei suoi successi e insuccessi. Aggettivo che personalmente (ci tengo a specificarlo) è incredibilmente positivo. 

Tra i tanti aspetti positivi che hai trovato, visto che hai deciso di viverci, ce n'è uno in particolare che ti ha fatto pensare: " Ecco, qui posso rifarmi una vita."?
Esattamente quello che ti ho detto poc’anzi ... la gioia di trovarsi in un luogo estremamente passionale. 

Com'è la vita culturale a Bogotà?
Intensa, frizzante, densa di contenuti! Non ai livelli di altre capitali mondiali, ma ci stanno lavorando per arrivarci (quest’anno inizierà il piano decennale per la cultura) ed è quindi possibile trovare di tutto e di più. È sufficiente entrare nel sito della “Secretaría de Cultura, Recreación y Deporte” per farsi un’idea delle molteplici attività in essere nella capitale: danza, teatro, cineforum, concerti di tutti i tipi e con artisti spettacolarmente bravi e preparati. Bogotà vanta biennali, fiere del libro internazionali, è stata capitale Iberoamericana della cultura, vive costantemente culture differenti di contesti differenti. È molto cosmopolita anche in questo senso. Comunque parlando di musica, che è un ambiente che conosco bene essendo musicista, ti posso dire che qui i classici gruppetti di ragazzi che suonano nei locali, o i gruppi folkloristici che nascono fra appassionati, sono una sorpresa. Tutti hanno una preparazione musicale eccellente. 

Cosa fai quando non lavori?
Mmmm ... e quand’è che non lavoro? C’è troppo da fare per restare quieti. Riposerò quando tutto ciò che sto facendo sarà così ben oliato da non aver bisogno della mia presenza; anche se, qualche volta, un paio di giri in “tierra caliente” con lo scooter non me li toglie nessuno.


www.facebook.com/groups/241372962551787/
Il gruppo Vivere in Colombia su facebook

Per avere ulteriori informazioni sulla Colombia:
www.mollaretutto.com/colombia-terra-a-rischio-di-non-voler-piu-ripartire.html#more-164

domenica 5 febbraio 2012

Tipi di visto in Colombia: problemi con il TT


In questi giorni ero in contatto con la redazione di "Voglio vivere così" (grazie Geraldine ed Alessandro) che mi ha intervistato relativamente al blog, alla Colombia, a Bogotà ... alla domanda di parlare di alcuni dei passi burocratici da compiere per vivere in Colombia, dicevo che quello che mi lascia basito di questa terra è che tratta gli stranieri con il bastone e la carota. Correggo ... sono gli enti preposti alla burocrazia dei visti che trattano lo straniero con il bastone ... mentre Colombia, una volta ottenuto il visto, ha una burocrazia che definirei "agile". Almeno a Bogotà ... che altrimenti mi bacchettate. =)


Quest'affermazione arriva precisa precisa con la risposta di alcuni amici che hanno cercato di ottenere un visto per vivere qui. Un visto TT (Temporal Trabajador) che nonostante fosse con i documenti perfettamente in regola (ce n'erano addirittura di più di quelli richiesti), è stato negato. La scusa che hanno additato è stata che c'è stato un abuso di visti TT negli ultimi tempi, e che hanno avuto l'ordine di essere severi. Quindi hanno rifiutato la lettera del commercialista, con essa respingendo quindi la dichiarazione dei redditi, i dati della camera di commercio, e compagnia bella.

Questo apre uno scenario abbastanza problematico, per come la vedo. Innanzitutto ... perchè allora non togliere dal sito del Ministero il visto TT? Non si son fatti problemi a cambiare tipi di visto e modalità, un anno fa. Quindi come si può leggere questo "categorico rifiuto" delle istituzioni nel concedere un'entrata in Colombia tramite una regolare legge che ancora non è stata cambiata o corretta da un decreto successivo?

Ma ... quindi la Colombia d'ora in avanti accetterà solo persone benestanti che si possono permettere di aprire una società dichiarando un attivo di 56.670.000 di pesos, con tanto di certificato del Banco della Repubblica che afferma che i soldi sono davvero entrati in Colombia? O solo persone che hanno 75.000€ per comprare un immobile e ricevere un visto come investitori? Oppure ... solo chi si sposa con un colombiano/a? O ci convive per due anni ... e se non mi permettono di stare in Colombia per più di sei mesi, come dimostro che ho convissuto per due anni? Lo posso fare solo con qualcuno che vive all'estero ... e anche li, chi lo dimostra? Una dichiarazione giurata presso un notaio? In paesi che nemmno riconoscono l'unione di fatto??


Non so ... quest'improvvisa "chiusura burocratica" della Colombia mi fa riflettere non poco. Speriamo che si faccia luce al più presto, o che almeno mettano delle norme chiare e limpide, con dei sistemi di controllo che permettano a chi davvero ha le carte in regola per restare in Colombia, di farlo senza i paletti degli "abusi" degli altri.

sabato 7 gennaio 2012

Acerca de... "Vivere en Colombia"

A beneficio degli italiani e dei colombiani che leggono il blog, vi posto questa "lettera" arrivata a italiansinfuga a proposito del mio blog, con relativa risposta. E' in spagnolo, ma più in basso trovate la traduzione.


Por beneficio de los italianos y de los colombianos que leen el blog, les dejo esta "carta" que llegó a italiansinfuga acerca de mi blog, con la respuesta. Es en español, pero a pié de página encontraran la traducción.

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Fernandogo:
caro amigo de este blog tu hablas con mostrosidad de la colombbia donde todo es dificil para crear, e para vivir en paz aca como tu dices la unica solucion para vivir en colombia es ser mafioso con tanto dinero asi se vive con tranquilidad, otro no se puede llevar inventiva sino dinero, violencia, e mucha habilidad para competir con los locales astutos e mafiosos y violentos,ahora mejor no emigrare en colombia porque seria emigrare al infierno, que triste no yo pensava ir a colombia pero ahora no voy ,quien va a vivir en el infiernode vivos y violentos segun la conclusion de tu blog, veramente triste que persone como tu desalienten la iniciativa de invertire in colombia,para decirte la verita in colombiasiempre han llegado italianos e europeos e americanos y se les habren las puerta,cosa che en esos paises a un colombiano se las cieran ahora como la metiamos amigo donde esta la verdad, aquien le debemos creer, metamole una cruz alla colombia e dejemola de sola con sus violentos e mafiosos, que tristte de verdad que tu la pienses asi , io por ejemplo si hubiera una forma de oscurecer tu blog lo haria de carrera.

Giovanni:
Caro "amigo".
Me parece que muchísima gente no se toma el tiempo de leer bien el blog. Y tu estas entre esas personas que mira superficialmente las cosas y sale con conclusiones muy infelices. Desde cuando he creado el blog, el atención hacia la Colombia y sus problemas ha aumentado, y la gente me agradece para contarle exactamente cómo es "tu" tierra, y eso no le impide de una manera absoluta de querer llegar y quedarse. Al contrario! La gente se emociona. Y llegando me cuenta que tengo razón en decir que es una tierra difícil. Pero qué raro que tú eres el único que ha leído el blog encontrando palabras cómo "violencia", "infierno", "mafiosos", "monstruosidad", terminando el comento con "si hubiera una forma de oscurecer tu blog lo haría de carrera". Eso no es violencia a la libertad de palabra? Querido "amigo", es muy fácil hablar con la voz de la "violencia", de la "mafia", de la "monstruosidad", de la cual no encuentras ni media huella en mi blog. Eso nace cómo elemento de información, que deja a las personas una herramienta seria para decidir con propiedad si quiere llegar y quedarse, o si es mejor vivir en otra tierra con menos dificultades. Que te guste o no te guste lo que digo es totalmente subjetivo, y no te juzgo por eso, pero trata por lo menos de leer bien mi blog, de entender lo que está atrás de él, pero sobre todos de usar la voz de la tolerancia, porque tú por primero estas usando el método de la “violencia” para no querer leer la verdad de las cosas. Gracias.

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Fernandogo:

caro amico di questo blog tu dici un sacco di mostruosità sulla Colombia, dove creare qualsiasi cosa è difficile, e per vivere in pace qui come tu dici l'unica soluzione è essere mafioso con un sacco di soldi così si vive tranquilli, e che non si deve portare inventiva ma solo soldi, violenza, e molta abilità per competere con i locali astuti, violenti e mafiosi, allora meglio che non emigri in Colombia, perchè sarebbe emigrare all'inferno dei vivi e dei violenti secondo le conclusioni del tuo blog, veramente triste che persone come te disincentivino l'iniziativa di investire in Colombia, per dirti la verità in Colombia sono sempre arrivati italiani, europei e americani e gli si apre la porta, cosa che in quei paesi ai colombiani la chiudono e quindi come la mettiamo amico, dove sta la verità, a chi dobbiamo credere, mettiamo in croce la Colombia e lasciamola sola coi suoi violenti e mafiosi, che tristezza davvero che tu la pensi così, io per esempio se avessi un modo per oscurare il tuo blog lo farei immediatamente.

Giovanni:

Caro "amico".
Mi sembra che molta gente non si prende il tempo per leggere bene il blog. E tu sei fra quelle persone che guarda superficialmente alle cose e se ne esce con delle conclusioni molto infelici. Da quando ho creato il blog, l'attenzione verso la Colombia ed i suoi problemi è aumentata, e la gente mi ringrazia per raccontargli esattamente come è "la tua" terra, e questo non gli impedisce in modo assoluto di voler arrivare e restare. Anzi! La gente si emoziona. Ed arrivando mi racconta che ho ragione a dire che la Colombia è una terra difficile. Però è strano che tu sei stato l'unico che leggendo il blog ha trovato parole come "violenza", "inferno", "mafiosi", "mostruosità", concludendo il tuo commento con "se avessi un modo per oscurare il tuo blog lo farei immediatamente". Questa non è "violenza" alla libertà di parola? Caro "amico", è molto facile parlare con la voce della "volenza", della "mafia", della "mostruosità", delle quali non trovi nemmeno mezza traccia nel mio blog. E' nato come elemento di informazione, che lascia alle persone uno strumento serio per decire con proprietà se vuole arrivare e restare, o se è meglio vivere in un altro posto con meno difficoltà. Che ti piaccia o no quello che dico è totalmente soggettivo, e non ti giudico per questo, pero prova almeno a leggere bene il mio blog, a capire cosa ci sta dietro, però soprattutto usa la voce della tolleranza, perchè tu per primo stai usando il metodo della "violenza" per non voler leggere la verità delle cose. Grazie.

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Io posso essere stato di parte nel rispondere, spero quindi che i lettori del blog vogliano rispondere personalmente a me ed a questa persona sentendosi perfettamente liberi di commentare nel bene e nel male. Grazie

Puede ser que yo no haya sido objetivo en contestar, entonces espero que los que leen este blog dejen sus opiniones, que sean buenas o que sean malas, en total libertad. Gracias.