venerdì 27 maggio 2011

Precisazioni sulla visa da turista

Ho scatenato un vespaio ... hehe. :D

Ricordate che NOI italiani non siamo obbligati a fare il visto turistico. In primo luogo perché andando direttamente al DAS con la procedura descritta nell'ultimo post, potete fare il rinnovo del timbrino del passaporto e muore lí........ in secondo luogo perché l'Italia é inserita in una lista di nazioni che NON hanno bisogno di tutta la trafila del Ministerio de Relaciónes Exteriores per avere il visto di Turismo.

Credo che tutto questo sia perché secondo il suddetto ministero, siamo nella lista dei paesi "sviluppati", la cui popolazione, quindi, ha "sicuramente" i mezzi per autosostentarsi in un paese straniero (con quello che costa la Colombia, poi...) per sei mesi senza fare una bazza di niente.


Boh? Forse rivedranno la politica???? Ad ogni modo, "frescos", che almeno per ora arrivando come turisti siete totalmente dispensati dal fare un visto e una trafila pesissima presso il "Ministero che odia le relazioni con gli esteri"........... ma questo sará materiale per un post successivo............. o almeno vi racconteró le vicissitudini di uno straniero alle prese con il visto il giorno in cui dovró rinnovarlo (22 di giugno).

Domani, oltre ad essere un altro giorno come diceva Rossella, novitá sull'artigianato in Colombia. Notizie interessanti per chi disegna gioielli, scarpe, borse, e cose cosí.

domenica 22 maggio 2011

Siiiiii, viaggiareeee...

...cantava Battisti. Ma ... una volta arrivati a destinazione che si fa???

Arrivati all’aeroporto Eldorado di Bogotà avrete l’impressione di essere in zona di guerra. In effetti di Eldorado l’aeroporto ha solo il nome, visto che è una vera catapecchia... si, la firma Opain ha provveduto a ridisegnarlo e sta già provvedendo a ristrutturarlo attraverso demolizioni e sistemazioni varie, ma l’impressione all’arrivo non è propriamente delle migliori (qui potrete vedere il nuovo sviluppo).

Prima di ricevere i bagagli vi controlleranno il passaporto, sbrigando le classiche formalità chi siete, dove andate, si ma quanti siete, un fiorino, e vi faranno un timbro di entrata sul passaporto, con una data. Si, lo so che la maggior parte di voi viaggiatori già conosce queste cose, ma è perché molta gente mi chiede: ma il visto da turista come si fa in Colombia?

Timbri ... quello della Colombia é diverso, ovviamente.













Or bene ... QUEL timbro E’ il visto da turista. E vale 30 giorni (attenzione: NON un mese), contrariamente a quanto avveniva nel 2009 che era del doppio. Ma siccome la Colombia è strapiena di turisti che si fermano almeno tre mesi buoni, il governo ha pensato bene di tramutarlo in un affare.

Esisteva una modalità per rinnovare il “timbro-visto: prima della scadenza dei fatidici trenta giorni ci si recava presso il DAS (Departamento Administrativo de Seguridad... a Bogotà io andavo all’edificio Platinum che più o meno sta sulla Calle 100 con la 15) a richiedere un rinnovo del visto turistico. Ci si doveva presentare personalmente portando i documenti richiesti (all’indirizzo http://www.gobiernoenlinea.gov.co/web/guest/home/-/government-services/1728/maximized ), pagare 72 milaqualcosa pesos e lo stesso giorno vi prorogavano il visto. L’iter era valido per sei volte totali fino ad un massimo di 180 giorni di permanenza nel paese.

Esiste un’altra modalità che è quella di fare direttamente un visto di turismo... basta andare in un qualsiasi Ufficio Consolare della Repubblica Colombiana, portare una lunga serie di documenti:

1 – Un formulario che trovate alla pagina web http://www.cancilleria.gov.co/wps/wcm/connect/6f28f58043bc79eabba2bf459b7e8224/Formulario+SC-FO-15+PARA+SOLICITUD+DE+VISA.pdf?MOD=AJPERES&CACHEID=6f28f58043bc79eabba2bf459b7e8224

2 – Passaporto valido con almeno due fogli bianchi

3 – 3 fotografie a fondo bianco di 3x3 (ve lo raccomando ... io ho visto cacciare una suora dagli uffici del ministero perché aveva le foto di 3x4...)

4 – la fotocopia della pagina principale del passaporto con i vostri dati e la fotocopia della pagina del passaporto sulla quale c’è l’ultimo timbro di entrata in Colombia

5 – documenti comprovanti una capacità economica sufficiente per stare in Colombia come turista (qui la questione non è affatto chiara... non è specificata una cifra diaria come per il visto europeo, quindi su cosa si basano non ve lo saprei dire)

6 – se si viene invitati, copia della carta di invito e copia degli estratti bancari di chi invita per dimostrare che ha le possibilità economiche per invitarvi

7 – fotocopia del biglietto di ritorno o della prenotazione

Fatto questo dovete pagare 40 dollari (o una cifra che dipende dal paese di origine......... e questo lascia presagire un sacco di questioni in sospeso), aspettare una intera mattina nell’ufficio consolare, ma soprattutto sono assolutamente aleatori i giorni che vi danno di permesso........ e questo è BEN chiaro in tutti i visti. In pratica sono i colletti bianchi del ministero che decidono per quanti giorni potete fermarvi in Colombia.

Non pensiate che se i Colombiani sono tanto cari, lo stesso siano gli uffici amministrativi. Mi dispiace dirlo, ma la peggiore attenzione che abbia mai ricevuto in un ufficio pubblico colombiano, è stato proprio al ministero delle relazioni con l’estero. Sembra quasi che non vogliano avere stranieri in Colombia. Al contrario nel DAS mi hanno sempre trattato bene ... alle sette della mattina ... alle dieci e con l’ufficio pieno diventano un po’ belve.

Ad ogni modo fate attenzione anche a un’altra cosa: il visto turistico presuppone che voi arriviate in Colombia per godervi le vacanze, e non per cercare lavoro (anche se lo fa tutto il mondo). Per questo il visto turistico si può tramutare solo in un visto che non ha assolutamente nulla a che vedere con un visto di lavoro (i famosi Temporal trabajador, temporal socio, temporal independiente, ecc). Questo significa che se trovate lavoro, vi tocca fare tutti i documenti richiesti da un altro tipo di visto, aspettare che si compia il tempo del visto di turista, uscire dalla Colombia e fare l’altro visto. Oppure uscire dalla Colombia prima che scada il visto da turista e con tutti i documenti alla mano e fare un altro tipo di visto.


La Camera di Commercio centrale di Bogotá.












Sto verificando un paio di notizie interessanti sui visti, ma ancora non sono pronto per farvi un riassunto dei tipi di visto che é possibile fare in Colombia. Direi che la prossima volta, salvo succulente notizie dell'ultim'ora sul fronte dell'economia e su come fare affari in Colombia, possiamo parlare di cultura colombiana o di come aprire un'attivitá in Colombia. Vediamo ... :D

giovedì 19 maggio 2011

Automobili e Colombiani

Tralasciamo per un attimo l’inettitudine ... oddio inettitudine ... diciamo la “bestitudine” (ovvero l’attitudine a essere bestie) della gente che guida a Bogotà. Non voglio fare di tutta l’erba un fascio, e quindi ci sto mettendo dentro rolos, paisas, costeños, llaneros, importati, indios, cachiques, stranieri, busettari, tassinari, uomini-cavallo, uomini-risciò, e anche il sottoscritto, che quando guida in questa città si trasforma in mr.Hide ed allena le orecchie della propria consorte a “percepire sottilmente” tutte le parolacce (rigorosamente in italiano) conosciute dallo scibile umano. E per fortuna non sono che per metà toscano. :V

Quello che vorrei raccontarvi oggi è quello che sta passando con il mercato dell’auto in Colombia. Per farci un paio di pensierini e se volete un’auto nuova da importare in Colombia per usarla essendo perfettamente in regola e senza spendere il proverbiale occhio della testa.

Una premessa: è possibile importare auto usate in Colombia, sempre che dopo un massimo di sei mesi vengano riportate da dove erano arrivate. Non è possibile nazionalizzare auto usate, e chi lo fa, di norma, usa canali non propriamente legali. Questo perché, almeno fino all’anno scorso, il mercato dell’usato era molto florido ed era possibile comprare un pseudo - rottame negli stati confinanti (ma anche in Europa), farlo entrare in Colombia dalle vie traverse, nazionalizzarlo sempre per vie traverse, e lucrarci per vie legali intorno al 3-400%

Un classico trancón bogotano...










Ma comunque ...

... quando arrivai in Colombia, la prima cosa che mi colpì fu il prezzo delle automobili. Tutte allo stesso identico prezzo delle automobili europee... con un costo della vita (e degli stipendi) molto più basso che in Europa. La prima spiegazione che mi venne in mente fu il costo di nazionalizzazione e di trasporto. La seconda le tasse di proprietà e di valore. La terza il protezionismo politico della classe operaia (tutte bazze... protezionismo dei capitalisti proprietari di catene di assemblaggio, in realtà). E così via.


Finché un giorno viaggiando in direzione nord alla volta di Zipaquirà (conoscete la cattedrale di sale?), arriviamo al casello di uscita da Bogotà e vedo uno stabilimento gigante proprietà di una nota compagnia di automobili europea (per esempio della Renault, ma vogliamo anche parlare dello stabilimento gigante della Mazda sulla Cra 30 nel bel mezzo della città?). Al che chiedo a Diana, la mia consorte dalle orecchie ben allenate: ma... e quell’ecomostro che c....os’è? Risulta che è lo stabilimento di assemblaggio della Renault in Colombia... faccio un paio di ricerche e risulta che: importare pezzi di automobili comprati all’ingrosso dalle case europee e assemblarli qui costa circa il 45% in meno che importare la macchina prodotta in Europa, e risulta che c’è una legge che obbliga le compagnie di assemblaggio a utilizzare il 30% dei prodotti colombiani per le auto (e gli scooter). Ma quindi ... perché un’auto europea (o giapponese, o statunitense, o quello che è) assemblata in Colombia con il 70% dei pezzi importati che costano il 45% in meno, costa esattamente come la controparte europea???? Perché qualcuno ci lucra sopra con il consenso di qualche politico, ovvio!!!!

Senza contare un’altra cosa ... lasciamo stare le Mazda, le BMW, le Mercedes, che qui hanno modelli venduti anche in Europa ... parliamo delle Renault che vendono qui. Twingo e Clio che da noi non si vedono almeno dal 94 (lo so perchè io ce l’avevo, la Clio, in quegli anni). La Logan .... la LOGAN!!!!! Che in realtà è una Dacia ma che qui vendono come marca Renault. Non entro nel merito delle Joint Venture fra marche automobilistiche, ma... cioè ... quindi nemmeno comprano i pezzi recenti? Voglio dire... Renault Francia terminerà bene i pezzi dimenticati nel magazzino delle Clio e delle Twingo degli anni 90, cavolo, ma non credo che li stia vendendo allo stesso prezzo dei nuovi, e quindi? Gli sconteranno bene i pezzi, agli assemblatori di qui

L'ecomostro ... peró questo é di Medellin.










Ma... non entriamo nella diatriba, era solo un assaggio, anche perché quest’anno ho assistito a una vera e propria rivoluzione. Finalmente i concessionari hanno cominciato a ricevere a pagamento parziale le auto vecchie, a scontare SOAT, balzelli e tasse per comprare l’auto nuova, a mantenere i prezzi vecchi di almeno un anno e mezzo... e tutto perchè? Perchè risulta che Colombia, zitta zitta, quatta quatta, ha fatto un TLC con i messicani e importare un’auto dal Messico costerà 0% di nazionalizzazione (quando col resto del mondo siamo ad un “quasi ragionevole” 35% + 16% IVA su CIF + SIA e spese amministrative e di trasporto – se non capite qualcosa chiedete). Adesso, non pensate che i messicani siano quelli che si vedono nei film tipo “Machete”, butterati, che si chiamano “cabròn” e “pendejo”, o con sombrero che fanno la siesta, sono tutti Mariachis, e guidano scassatissime dodge degli anni 60... uno dei più moderni stabilimenti di produzione della Wolkswagen è proprio nei pressi del DF (meglio conosciuto come Ciudad de Mexico), ed è su un’area di non so quante migliaia di ettari, visto che è LO stabilimento di produzione per tutta l’America Latina. In pratica ... hanno lasciato il mercato colombiano delle auto in mano ai messicani, e molte concessionarie stanno svendendo le auto come “pan caliente” per togliersi dalle pa... dalle scatole le auto prodotte in Colombia con gran gusto e gran guadagni degli assemblatori.

Come ho scoperto tutto ciò?

Il signor Carlos Ronderos (ex ministro del commercio, nonché docente della università Sergio Arboleda) ha fatto ieri un intervento molto interessante nel forum “Apertura o proteccionismo: la importancia de los TLCs para Colombia”. Conti alla mano ha dimostrato come l’attuale politica di protezionismo nel commercio degli autoveicoli costa a Colombia circa un bilione di pesos l’anno, e soprattutto danneggia fortemente il consumatore. La sua investigazione è stata prodotta a radice del trattato che stanno per ratificare con la Corea. Risulta che la Corea vuole fortemente il TLC per entrare di prepotenza nel mercato come sta facendo il Messico... però gli assemblatori stanno facendo resistenza perché, ovviamente, proteggono il loro trono dorato. Nel momento in cui il TLC aprirà davvero le frontiere a Europa, Stati Uniti e Corea, come ha fatto con Messico, ne vedremo delle belle.

Intanto il Messico è passato da importare 2.000 veicoli al mese, a quasi 5.000.

Vorrei ben vedere ... dal concessionario, in Italia una Mazda 3 costa 15.000 €, in Messico al cambio attuale costa 13.000 € e stiamo parlando dello stesso tipo di modello... in Colombia (assemblata a Bogotà) costa 18.000 € e ti vendono il modello vecchio.........................

domenica 15 maggio 2011

Bogotá, cómo vamos?

Ogni anno la casa editoriale El Tiempo, la Fondazione Corona, la Camera di Commercio di Bogotà e la Università Javeriana finanziano un’iniziativa che si chiama “Bogotá, cómo vamos?” che non è altro che una relazione di valutazione su cosa succede nella capitale della Colombia. Per l’appunto: cómo vamos? Ovvero: come andiamo?




Purtroppo, in seguito ai problemi dell’ultima amministrazione (le prossime elezioni saranno in ottobre di quest’anno), si rischia di perdere i risultati che la città aveva raggiunto negli ultimi 15 anni e che le avevano valso importanti riconoscimenti nazionali e internazionali.
...sono lontani i tempi in cui il sindaco Mockus mostrava il c**o in pubblico e si vestiva da Superzebra, il supereroe che insegnava ad attraversare la strada sulle strisce pedonali, la gente aveva i cartellini giallo e rosso in tasca quando guidava e ammoniva o espelleva altri guidatori secondo il loro comportamento alla guida... avrei voluto viverla quella Bogotà. Per curiosità pura e semplice. Una bogotà senza crateri lunari per le strade... (qui la capitale la chiamano Huecotá: ovvero Bucotá).

Ma comunque torniamo alla relazione... io vi faccio solo un riassunto veloce, peró se ne avete voglia e conoscete lo spagnolo, leggetevi il sito ufficiale, che contiene sicuramente delle notiziole interessanti:

É aumentata l’insicurezza, perché sono aumentati gli omicidi (da 1.645 a 1.726) e i furti contro la persona (da 15.581 a 16.635). Ma la preoccupazione maggiore è che le persone vittime dirette di un delitto sono aumentate dall’8% al 13% in un solo anno ... c’è di che pensare.

La mobilità è stata ridotta di molto a causa delle opere che sono state ritardate dallo scandalo Nule (quei tre tizi della stessa famiglia –di cognome Nule, appunto- che si sono rubati un 4-500 mila milioni di pesos in opere pubbliche con la complicità di DIAN e Alcaldia Mayor de Bogotà –da qui la sospensione del sindaco attuale).

La qualità dell’istruzione, invece è in contro-tendenza. Secondo le prove denominate “Saber 11” le scuole che hanno un’istruzione alta/superiore sono il 42% contro il 36% dell’anno passato. Forse i Bogotani hanno imparato a copiare di più, o forse è vero che la qualità è aumentata. =P I collegi di basso livello sono passati dal 19% al 17%.

Anche la salute è in contro-tendenza. La percentuale di ragazze madri fra i 10 e i 14 anni si è abbassata del 6,1%, mentre la percentuale fra le adolescenti fra i 15 e i 19 anni si è abbassata dell’ 11,8%. Il 95% della popolazione è vaccinata e il tasso di mortalità dei minori di 1 anno è diminuito del 2% (11% totale).

Segue alto il deficit di abitazioni di 307.000 unità abitative. Il problema va letto come una mancanza di dinamismo nella costruzione di una strategia prevalentemente gestionale.

La qualità dell’aria è migliorata, anche se è comunque al di sopra del limite internazionale. Difatti l’indice PM10 (concentrazione di polvere e polline) è di 59 microgrammi per metro cubo contro i 50 internazionali. I livelli di stress acustico sono molto superiori alle medie internazionali (soprattutto su alcune strade di grande traffico come la Jiménez, la NQS, la Cali, la Boyacá e la Primera de Mayo). L’area verde per abitante è intorno ai 5 mq (anche questa sotto ai livelli internazionali ... nonostante la sensazione sia differente. Ma sarà che io vivo in un quartiere verdissimo). Mancano strategie per la protezione de “los cerros”, non si è arrivati a un promettente livello di decontaminazione del Rio Bogotá, ma soprattutto mancano delle vere e proprie politiche di riciclaggio serie.

Finanziariamente Bogotá è frizzante. Sono stati pagati 4 bilioni di pesos in più di tasse e imposte rispetto all’anno passato, e l’economia è cresciuta di un 4%. Il catasto dei vari distretti ha aggiornato tutte le proprietà urbane (uguale che in Italia) e firme come Standard & Poor’s e Moody’s qualificano molto bene la città di Bogotà. Questa l’ho letta di peso ma in realtà non l’ho capita... sarà che non ho mai avuto idea di chi fossero S&P e M. Mi toccherà aggiornarmi. =D

Infine l’impiego! Il tasso di disoccupazione è sceso all’11,4%, ma la vera sfida alla quale sarà chiamata la nuova amministrazione non sarà il tasso di disoccupazione, bensì il tasso di “informalità lavorativa”. I lavoratori “informali” arrivano a sfiorare il 46%. Comunque in America Latina Bogotà si attesta come una delle prime 8 più attrattive per gli investimenti stranieri. Tant’è vero che nell’anno 2009 le nuove “firme” create con investimento straniero sono state 49.380, mentre nel 2010 sono state 54.304.

Insomma ... nè bene nè male, ma secondo l’investigazione, male rispetto a quindici anni fa. Ora io non so come funziona la politica qui in Colombia, anche se vedo che la gente va molto a pelle (essendo un popolo molto “fisico”), però sta ritornando prepotente nei discorsi della gente la voglia di rivedere quei tempi in cui i “sindaci verdi” avevano lasciato la capitale con conti in attivo e bella da vivere. Una città nella quale lo spazio urbano era fruibile e accattivante, e nella quale la gente arrivava a casa a orari decenti anche se lavorava all’altro lato della stessa.

Staremo a vedere cosa ci riserva ottobre...

venerdì 13 maggio 2011

Cielos Abiertos en Colombia

Bienvenidos, queridos seguidores. :D

Ieri mattina, mentre sorseggiavo un espresso doppio da OMA (nemmeno paragonabile a una delle nostre miscele... ma questa è un’altra storia... e nemmeno loro mi pagano per fare la pubblicitá, peró sono rimasto molto deluso dal decantato Juan Valdez) leggevo il periodico e ne ho scoperta una nuova: la Colombia sta iniziando quest’anno a ratificare trattati “open skies” (confesso la mia ignoranza relativamente a una possibile/probabile traduzione italiana) con mezzo mondo.

Un tipico OMA

Ieri con gli Stati Uniti, oggi con l’Europa.

E lo stanno facendo parallelamente ai trattati di libero commercio... ma anche questa è un’altra storia, almeno fino a quando non annunceranno il tanto agognato “tratado de libre comercio" (o TLC) con l'Europa (per ora siamo a Stati Uniti e Cina).

In pratica gli “open skies” sono trattati bilaterali che –de facto- liberalizzano il mercato aereo. Normalmente constano di vari punti/regole/negoziazioni/ecc che ognuno di voi potrà liberamente consultare/curiosare sull’onnipresente Wikipedia (alle voci -cielos abiertos- -open skies-)... quindi arriviamo al nocciolo.

Air Europa, da dicembre di quest’anno, sarà la prima compagnia low-cost a coprire la tratta Madrid-Cartagena e viceversa. Fino alla data di oggi, il volo più economico che abbia mai incontrato sulla rotta Bogotá – Bologna è stato di Iberia con cambio a Madrid per Air Nostrum per un totale di $ 1.249.576 incluse tasse però con un solo bagaglio da 23kg e un bagaglio a mano da 10kg (il cambio era a circa $ 2.700 per 1€) in data 8 di dicembre del 2010. Ora io non so che tipo di tariffe potranno fare, però se consideriamo che un volo Cartagena-Bogotà A/R in bassa stagione viaggia fra $ 300.000 e $ 500.000 (il cambio oggi è a circa $ 2.572 per 1€), diciamo che ci sono buone possibilità per viaggiare fino alla capitale senza spendere troppo.

La prima Low-cost che entrerá in Colombia

Probabilmente i fruitori di pre-pago* staranno festeggiando... haha ... no, dai, ci sono altre cose a Cartagena che possono attirare l’attenzione dell’ignaro turista europeo.

L’idea che qui hanno di questo primo trattato è di poter dare un forte impulso al turismo sulla costa del Caribe (come se ne avesse bisogno), e di poter arrivare, in tre anni, a non avere nessun tipo di restrizione di servizio aereo fra Colombia ed Europa.

A proposito di costa del Caribe ... io preferisco di gran lunga Santa Marta a Cartagena ... però un viaggetto per vedere il patrimonio dell’Unesco lo farei.

No ... non sono le “cartageneras” il patrimonio dell’Unesco!!!

*pre-pago: in Colombia nel parlato comune sono le donne di facili costumi...

domenica 8 maggio 2011

Varie su: ristoranti...

L'altro giorno stavo parlando con un italiano-in-fuga di diverse cose. Una di queste é stata: se per un'occasione volessi aprire un ristorante in Colombia?

Buona domanda.

Non ho mai avuto occasione di aprire, gestire, organizzare, vivere di, un ristorante, peró ho degli amici che l'hanno fatto e che mi hanno raccontato cosa vuol dire lavorare in un ristorante... ma soprattutto sto attualmente lavorando a due ristoranti ed ho occasione di scontrarmi-incontrarmi diariamente con i problemi logistici che hanno a che fare con questo tipo di attivitá.

La plazoleta di Fontibón ... dove si trovano frutta e verdura a ottimi prezzi.









Ora non entro nel merito di consigliare-sconsigliare di aprire un ristorante, perché non é il mio campo, peró un paio di cose ve le posso raccontare.

Innanzitutto aprire questo tipo di attivitá in Colombia é facile... come del resto aprire qualsiasi tipo di impresa. Non é costoso, la burocrazia non é soffocante, ecc. La cosa opportuna é informarsi sulle specifiche che deve rispettare un ristorante presso la secretaria de salud. Sono tutte norme che hanno a che fare con la pulizia, la buona conservazione dei cibi, alcune specifiche squisitamente costruttive... niente che non possa essere fatto e seguito alla lettera. Sono piú normative di buon senso... peró é bene soddisfarle per non trovarsi dopo a pagare una multa impossibile.

Ristorante "attualmente" di moda a Bogotá... non faccio nomi per non fare pubblicitá... e comunque non mi pagano per farla... :D










A Bogotá esistono ristoranti per tutte le tasche... da quelli dove si puó mangiare il "corrientazo" (credo derivi dal fatto che una cosa molto alla buona qui si traduca come "común y corriente") che é la classica bandeja (é un piatto gigante anche se la traduzione letterale é: "vassoio") con riso, patate, un tipo di legume, un tipo di insalata, pollo-carne o pesce, succo di frutta e che si paga da tre a settemila pesos dipendendo dal barrio, fino ai ristoranti super alla moda della Bogotá bene dove si puó arrivare a spendere cinquanta o sessantamila pesos per piatto. Di conseguenza si puó aprire un ristorante per tutte le tasche ... stando bene attenti a una cosa: a Bogotá la maggior parte dei ristoranti di lusso hanno un tempo limitato che dipende dalla moda. Alcuni ormai hanno un nome, e quindi una tradizione, e clienti affezionati che continuano a riempire il locale nonostante abbia giá un paio d'anni sul groppone.


Al contrario i ristorantini delle zone di lavoro (come per esempio il super-commerciale barrio Fontibon), restano imperterriti al loro posto, sempre presenti, sempre con il loro corrientazo per tutti i gusti e tutte le tasche... alcuni cambiano di proprietario, perché c'é da dire che aprire un'attivitá di questo tipo non é propriamente per tutti. Normalmente comprare un piccolo ristorante di questo tipo, considerando che abbia un paio di anni di attivitá e quindi un discreto good-will, vi porta via un ventimila euro... senza considerare altri costi che potrebbero intervenire. Ovviamente c'é da metterci dentro stipendi, assicurazioni, licenze, visti, contratti, ecc... ecc... anche se realmente per un'attivitá di piccole dimensioni sono costi contenuti.

...fortunatamente alla domanda sui ristoranti: ma c'é da dare la mazzetta a qualcuno?

....la risposta é NO. A meno che non lavoriate con dei politici, ricordatevi che qui a Bogotá aprire un'attivitá é facilissimo e nessuno viene a rompervi le scatole per dover pagare la mazzetta alla persona di turno....

martedì 3 maggio 2011

CVD

Ecco, appunto. Se ne parlava solo un paio di giorni fa, ed ecco la notizia:

- da El Tiempo -

Il sindaco di Bogotá é stato sospeso per irregolaritá relativamente ai lavori della calle 26, spina nel fianco dei Bogotani e importante asse viario ovest-est. Risulta che quasi due anni fa, iniziarono i lavori per inserire nella calle 26 le corsie del Transmilenio e servire cosí la zona dell'aeroporto ad arrivare fino alla carrera décima ... ovvero quasi ai piedi del cerro di Monserrate. Io mi ricordo come era la calle 26 quando arrivai a Bogotá per la prima volta nel febbraio del 2008... quello che mi aveva colpito, uscendo dall'aeroporto, era la quantitá di verde nel quale era immersa la strada, e nonostante un flusso di traffico costante, ci si viaggiava bene, sopra. Al giorno d'oggi e da quando sono iniziati il lavori, é diventata il peggior incubo dei Bogotani... c'é pure chi scherzandoci sopra dice che stanno ritardando i lavori per dare la possibilitá agli studenti della Nacho (Universidad Nacional de Colombia) di fare una bella scorta di pietre per lanciarle alla polizia.


La calle 26 a lato della Camera di Commercio e dell'edificio Davivienda.


 Arrivo a Monserrate. Foto della cittá.












Ora, non é questione di fare pseudopolitica, peró viene da pensare. Qui siamo in Colombia... e un procuratore sospende il sindaco della cittá piú grande della Colombia... e in Italia che combiniamo???? Mi fa sempre piú male pensare a come siamo combinati... e mi dá anche un po' di vergogna quando parlo coi Colombiani e mi chiedono cosa succede in Italia a livello politico.

domenica 1 maggio 2011

Da un amico

Un amico che a giugno viene da queste parti, mi ha inviato un paio di link molto interessanti di immagini su Bogotá.

Voglio riproporvi i link diretti, in primo luogo perché non voglio avere problemi di copyright vari, in secondo luogo perché mi pare interessante leggere i commenti a pié pagina che hanno lasciato varie persone.

- Bogotá -
- Colombia e la sua gente, cultura e altro -

-------la metropolitana a Bogotá non c'é, peró hanno giá stanziato ottanta mila milioni di pesos per costruirla nella zona orientale della cittá... debajo de los cerros... adesso bisogna solo vedere cosa combinano con l'alcalde di Bogotá. Fra l'altro si sa giá chi ha vinto l'appalto e non é la nostra italianissima Impregilo-------

Primo Maggio

Ripropongo qui sotto l'articolo che ho scritto per Italiansinfuga e che trovate a questo indirizzo:
  
Giovanni Pacciani ci spiega come fare per trasferirsi in Colombia senza parlare Spagnolo e senza lavoro.

Perché ti sei trasferito all’estero?
Diciamo pure che la mia storia, pur essendo un collage di fattori concomitanti molto diversi fra loro, non è differente da quella di altri “italiansinfuga”. Il principale fattore, sicuramente, è stato la stanchezza. Arrivato a trentacinque anni con un curriculum “pesante” e con quasi dieci anni di esperienza nel mio settore (laureato in architettura allo IUAV, all’attivo di svariate collaborazioni e progetti), con molteplici aggiornamenti nel campo dell’architettura sostenibile, con una conoscenza pressoché perfetta dei programmi informatici sull’architettura e ventinove (si, ben 29) anni di inglese, ho iniziato ad essere stanco della situazione italiana (bassi onorari, progetti pilotati, strapotere delle amministrazioni pubbliche, tasse a livello di strozzinaggio), e di non avere un futuro chiaro.
Si è quindi cominciata a formare, nella mia testa, l’idea di vedere cosa c’era di là dai patri confini, ed ho passato circa un anno a documentarmi, a chiedere informazioni ai colleghi che lavoravano all’estero, a cercare sui siti di lavoro (principalmente per capire il tipo di professionalità richiesta alle persone della mia età), ad aggiornarmi sui visti, in pratica a cercare di rendere concreta una strategia.

Perché la Colombia?
Mi son sempre considerato un cosmopolita. Affascinato da luoghi, persone, culture differenti dalla mia. Ed ho sempre amato viaggiare, andare “oltre”, vedere con i miei occhi cosa c’era realmente dietro al paravento dei classici stereotipi che ben conosciamo in qualsiasi parte del mondo su coloro che per noi autoctoni sono “gli stranieri”. In tutta una vita non avevo mai visitato il Sudamerica, e ho deciso di visitare l’unico posto al mondo che non era considerato la classica “meta di vacanze”: la Colombia.


Fortunatamente in viaggio ho fatto amicizia con persone (fra le quali la mia fidanzata) che mi hanno aiutato a scoprire l’essenza vera della Colombia. Scoprendo la verità su ogni “barrio” della capitale, girando per i “departamentos”, visitando luoghi densi di storia coloniale, viaggiando per “carretteras” totalmente immerse nella natura, vivendo a stretto contatto con gli abitanti della costa … finché mi sono imbarcato sull’aereo di ritorno e ho capito che mi sarebbe mancata l’atmosfera respirata in quei luoghi, perché è stato l’unico posto visitato in una vita che ho sentito più vicino a “casa”. Mi son preso un anno per sistemare tutte le mie cose in Italia e alla fine … eccomi qui.

Come hai trovato il tuo primo lavoro?
Realmente non è stato né immediato, né facile. La maggior parte delle imprese si spaventava del curriculum, mentre altre mi rifiutavano per l’età. Fortunatamente non sono mai stato uno che si arrende al primo ostacolo, e così, mentre continuavo ad inviare con cadenza diaria il mio cv a imprese di costruzione, architetti, società di ingegneria, … ho aperto una piccola attività di vendita (che è ancora aperta) in un settore a me totalmente sconosciuto: le batterie per auto. Non chiedetemi perché proprio in questo settore, però posso dirvi che l’attività l’ho aperta davvero con poco, e che mi hanno aiutato tutti … dai fornitori, agli ingegneri delle case distributrici, fino ai clienti, curiosi di sapere che ci facesse un Italiano in Colombia a vendere batterie.
E’ stato dopo un anno che ho trovato lavoro nel mio settore di competenza. Ho incontrato un architetto Colombiano della mia età, interessato agli sviluppi sostenibili dell’architettura, col quale abbiamo deciso di aprire un atelier di architettura in società. Ed ora le cose stanno seguendo il loro corso …

Hai incontrato delle difficoltà ad ambientarti?
Mentirei se dicessi di no. La Colombia a una prima occhiata sembra molto simile all’Italia, in realtà è molto ma molto differente. A tutto ci si abitua, e alle volte ci si riesce quasi come se fosse una naturale evoluzione del nostro essere … ma due cose alle quali, temo, non mi abituerò mai sono la percezione del tempo e la maniera di guidare.

Per noi Italiani, abituati a lavorare con le tempistiche di chi ha bisogno di qualcosa “ieri”, arrivare nel paese degli “ahoríta”, “al ratíco”, “en un minutíco”, è davvero traumatico. Considerando che per il Colombiano questi diminutivi significano un tempo indefinito incluso fra un minuto e una settimana, si spiega come lo stile di vita e tutto ciò che è correlato con esso, rallenti in una maniera paurosa. Con ciò si spiega anche perché il Colombiano, generalmente, non arriva mai in orario. Che sia un appuntamento di lavoro, o una festa di compleanno, o anche una sciocchezza come un caffè per fare due chiacchiere, scordatevi che il Colombiano si presenti dieci minuti prima, o esattamente all’ora prevista, o con un “accettabile” quarto d’ora di ritardo. Alle volte vi toccherà aspettare anche tre ore … e il Colombiano si presenterà fresco come una rosa, senza avervi chiamato per dirvi che ritardava e senza nemmeno chiedervi scusa, perché per loro è assolutamente normale.

Esistono anche persone assolutamente puntuali (credo l’1% della popolazione)… a tal punto che se ritardate ad un appuntamento di cinque minuti, vi risponderanno che gli dispiace ma che l’appuntamento è stato spostato a data da destinarsi.

La maniera di guidare è poi quanto di più assurdamente illogico ci sia sulla faccia della terra. Veicoli lenti a sinistra e veloci a destra, autobus e taxi che tagliano da una corsia all’altra per frenare (senza gli stop) all’improvviso e scaricare passeggeri dove capita (le fermate degli autobus esistono anche qui, ma sono semplici sculture post-industriali che riparano dalla pioggia), motociclette che procedono con pericolosissimi slalom negli imbottigliamenti, veicoli che procedono contromano e che girano senza mettere le direzionali (e che spesso e volentieri danno la svolta dove è vietato), carri a trazione umana e animale che occupano le corsie di mezzo delle strade a scorrimento veloce … la prima regola del guidare a Bogotá è: non ci sono regole.

L’unico motivo per il quale si può essere fermati dalla polizia è per avere il numero terminale della targa non coincidente con le targhe che hanno il permesso di circolare (il temibilissimo “pico y placa”).

Conoscevi la lingua prima di partire?
Conoscevo tre parole se andava bene. Mi ha salvato che l’italiano e lo spagnolo sono due lingue molto simili fra loro, e che nell’anno che mi son preso per “chiudere” con l’Italia, la mia fidanzata mi ha aiutato a comprendere molte cose. Arrivato a Bogotá, ho fatto un corso di due mesi alla “Universidad Nacional de Colombia” per affinare l’idioma, ma realmente mi è servito tenere aperta l’attività di vendita che mi portava ogni giorno a parlare con le persone scoprendo i diversi accenti e “addomesticando” l’udito.

Stereotipi da smontare sulla Colombia?
E´un paese del terzo mondo -> Probabilmente per alcune cose lo è ancora, ma vi invito a visitarlo. Bogotá colpisce per la sua modernità, per la grande quantità di spazi verdi, per gli eventi culturali, per i progetti di trasporto massivo in corso e in studio, per le sue università … Medellin per altrettante cose, ma soprattutto per i nuovi progetti architettonici … e la regione (departamento) di Boyacá … e Santa Marta … e l’asse del caffè … certo più che un paese del terzo mondo si può dire che la Colombia è il paese dei contrasti, questo si.

E’ un paese a rischio per i conflitti militari -> si respira un clima differente, questo è certo (cani antibomba all’entrata dei parcheggi di edifici ad alto grado di affollamento, posti di blocco della polizia e dell’esercito al di fuori delle città), ma in due anni che vivo e viaggio per le strade di qui, non ho mai incontrato un problema. D’altra parte i gruppi guerriglieri delle FARC e dell’ELN oggi non hanno più quel supporto popolare di cui hanno invece goduto in passato. Alcuni sequestri “eccellenti” ma impopolari, e la morte dei leaders Raul Reyes, Ivan Rios e Manuel Marulanda, hanno indotto molti osservatori ha dichiarare in fase discendente la parabola di successo dei gruppi guerriglieri.

E’ un paese dove sequestrano gli stranieri -> il rischio reale di essere oggetto di un sequestro di persona sussiste solamente nelle foreste sperdute come ad esempio Guaviare o Vaupes. Le strade sono molto più sicure rispetto a una decina di anni fa. Io ho guidato per la Colombia, anche di notte, e fino ad oggi ancora devo raccontare di aver incontrato un qualche tipo di problema in questo peregrinare.

E’ un paese caldo -> dipende sempre da dove si va a vivere. Se volete vivere nella capitale, dimenticatevi il “caldo vero”. Per la maggior parte del tempo sarete sotto a un ombrello e con addosso felpe pesanti.
E’ un paese nel quale mancano le strade -> le infrastrutture ci sono, ma sono state sviluppate con concetti ormai sorpassati. Intendo dire che per farsi Bogotá – Pereira in macchina (180km) ci vogliono all’incirca sette ore e mezza, perché si devono attraversare mille montagne differenti e le strade non hanno un tunnel che sia uno. In questi anni, però, la Colombia ha iniziato una seria politica infrastrutturale. Hanno iniziato appalti per la costruzione di viadotti, ponti, autostrade, tunnel (anche sulla Bogotá – Pereira … :D ).

Consigli per chi vuole seguire le tue orme?
Informarsi con largo anticipo su quello che si vuole fare in Colombia. Sapere che tipo di lavoratori sono piú ricercati per evitarsi problemi di “tempo” nel trovare lavoro. Dove si vuole vivere, che tipo di lavoro si cerca, carte per i vari documenti che servono per vivere e lavorare in Colombia. Evitare i cosiddetti “tramitatori” di visti, carte d’identità (cedula de extranjeria), documentazioni in genere, che si offrono di fare quello che potete fare voi però vi chiedono fino a dieci volte di più.

Cosa avresti voluto sapere prima di partire che nessuno ti ha mai detto, ma hai dovuto scoprire a tue spese?
Avrei voluto leggere questa intervista. ;D A parte gli scherzi, ricordate che la Colombia sta attraversando un “boom” economico interessante in alcuni settori … stanno attraversando la classica fase di avere discreta crescita economica senza sapere in quale direzione andare. La cosa interessante è che ci sono molteplici possibilità in molti settori, però bisogna armarsi di pazienza, sapere lo spagnolo, e soprattutto bisogna sapersi vendere bene. Per ogni altra cosa … e compatibilmente col tempo … lasciatemi un messaggio. =))