lunedì 27 giugno 2011

Tipi di visto in Colombia - Temporal conyuge nacional colombiano

Confermo che lo fanno apposta, il mio visto scadeva il 22 giugno e il 20 giugno ci siamo ritrovati tutti quanti con i requisiti cambiati dal governo colombiano. Ora, non è un problema perché fortunatamente esiste una cosa che si chiama “salvoconducto” che serve in casi di necessità per prolungare la permanenza nel paese di 30 giorni in attesa del nuovo visto, però non è una buona cosa avere tutti i documenti pronti e due giorni prima scoprire che bisogna produrre altri documenti che ovviamente non si possono fare in un tempo così breve.

Ma comunque ... l’hanno fatto, secondo indiscrezioni di ufficio, perché erano stanchi di avere il Ministero pieno di “tramitatori di visti”. In effetti la faccenda si complica solo a livello di documenti, la difficoltà nell’ottenere il visto rimane esattamente la stessa. Cosa voglio dire? Che non è difficile ottenere un visto in Colombia, ma bisogna avere esattamente TUTTI i documenti richiesti nel formato e nelle modalità fissate dal Ministero stesso.

Il temibile Ministerio de Relaciones Exteriores de Colombia









Che tipi di visto è possibile fare in Colombia?

Secondo la lista del Ministerio de Relaciones Exteriores de Colombia, è possibile fare i seguenti tipi di visto:
Beneficiario
Negocios
Residente calificado
Residente como familiar de nacional colombiano
Residente inversionista
Temporal estudiante
Temporal conyuge nacional colombiano
Temporal especial como rentista
Temporal especial como cooperante o voluntario de ONG
Temporal especial como pensionado
Temporal especial como socio o propietario establecimiento de comercio o inmueble
Temporal especial para el ejercicio de actividades de caracter independiente
Temporal especial para trámites de adopción
Temporal especial para tratamiento médico
Temporal refugiado o asilado
Temporal religioso
Temporal trabajador
Traspaso de visa
Tripulante
Turismo

Una volta raccolti tutti i documenti descritti per il visto che volete fare, si va in un qualsiasi Consolato Colombiano (se non ricordo male in Italia i due abilitati sono Milano e Roma) e se non sono cambiate le cose, nel giro di una settimana avrete il visto. Ci sono alcuni visti che è possibile reclamare direttamente all’ufficio di coordinazione visti e immigrazione di Bogotà (kra 13 N° 93-68 al secondo piano), nel quale il visto vi verrà dato lo stesso giorno in cui presenterete i documenti.

Occhio che non tutti i visti si possono fare a Bogotà... per esempio il visto “temporal trabajador” è obbligatorio farlo fuori dalla Colombia per la prima volta, in seguito si può rinnovare in Colombia.

Bisogna prestare molta attenzione ai REQUISITI necessari, specificati per ogni visto. Tanto per dirne una, io posso ottenere un visto “Temporal conyuge nacional colombiano”, perchè CONVIVO da due anni con la mia metà colombiana (qui esiste ed è regolamentata la “coppia di fatto” –o uniòn libre- con tutto ciò che ne consegue a livello civile, amministrativo e credo anche penale ... ma non studio diritto, quindi non mi chiedete altro), però esistono anche dei “post-requisiti”... uno dei quali, per esempio, è che io sia un libero professionista riconosciuto dalla legge colombiana, ma potrei anche essere uno studente, o in attesa di essere contrattato...

 Una famosissima Colombiana...











...in effetti i tramitatori avranno vita dura. Prima bastava fare una pseudo – dichiarazione (si chiama “declaración extra juicio” e in molti casi l’hanno falsificata di sana pianta, ve lo posso garantire) che si stava vivendo sotto lo stesso tetto con un/una Colombiano/a, firmarla presso un Notaio, consegnare tutti i documenti del caso e la questione finiva lì. Vi consegnavano il visto e che voi foste narcos, lavatori di denaro sporco o gente per bene, poco importava. Oggi è un bel po’ diversa. Innazitutto, come vi dicevo, si può fare la “visa temporal conyuge nacional colombiano” solo dimostrando di avere i pre e post requisiti richiesti. Nel mio caso, il post requisito è che io abbia la “tarjeta profesional” che mi permette di esercitare la professione di architetto in Colombia. Tarjeta che si può richiedere all’associazione colombiana degli architetti non prima di aver fatto tutta la trafila documentale (con tanto di “apostille” e tradotti da un traduttore designato dallo stesso ministero dei rapporti con l’estero) al ministero della pubblica istruzione e aver convalidato (“omologado”) la carriera scolastica. Tempo minimo per fare tutto ciò: tre mesi.

 Un famosissimo Colombiano... (peccato che in Europa non sia mai arrivata la musica dei suoi Ekhimosis, ma che lo si sia conosciuto solo per la Camisa negra)









Ma veniamo a noi: Cosa mi serve per fare questo visto?

- 210 dollari

- il formulario “solicitud de visa” firmato da voi e da nessun altro (che trovate qui http://www.cancilleria.gov.co/wps/wcm/connect/6f28f58043bc79eabba2bf459b7e8224/Formulario+SC-FO-15+PARA+SOLICITUD+DE+VISA.pdf?MOD=AJPERES&CACHEID=6f28f58043bc79eabba2bf459b7e8224)

- il passaporto in corso di validitá, con almeno due fogli in bianco e in buono stato

- due fotografie recenti a colori e con il fondo bianco di 3x3 (non un mezzo centimetro in più o in meno... come vi ho detto io ho visto cacciare via una suora per aver avuto le foto di 3x4) ... le foto diventano tre se fate il visto fuori dalla Colombia.

- copia della pagina principale del passaporto e dell’ultimo visto colombiano o timbro di entrata in Colombia.

- registro civile di matrimonio colombiano o fotocopia autenticata della “providencia judicial” o della “acta de conciliación” o della “escritura pública” che dichiarino l’esistenza di una unione di matrimonio o di una unione di fatto, che siano non più vecchie di tre mesi

- fotocopia della carta di identità del coniuge/compagno permanente colombiano

- lettera da parte del coniuge/compagno permanente colombiano richiedendo il visto per lo straniero, con firma e impronta digitale autenticate presso un Notaio

- il formulario dove ci si compromette a informare il DAS (departamento administrativo de seguridad) entro e non oltre quindici giorni dal ricevimento del visto (che trovate qui http://www.cancilleria.gov.co/wps/wcm/connect/4514198043bc7a64bbafbf459b7e8224/Formulario+SC-FO-+07+COMPROMISO+DE+INFORMAR+AL+DAS.pdf?MOD=AJPERES&CACHEID=4514198043bc7a64bbafbf459b7e8224)

Quali sono i pre requisiti?

Essere sposato a un/una colombiano/a oppure esserne il compagno/a permanente (per essere tale dovete dimostrare di aver vissuto “bajo el mismo techo” per più di due anni)

Quanto dura il visto?

Tre anni e scade se state fuori dalla Colombia per più di 180 giorni. Può scadere anche se vi separate dal compagno/a con regolare lettera della metà colombiana. In questo caso avete trenta giorni di tempo per cambiare il visto, dopodiché potete chiedere un “salvoconducto“ al DAS per altri trenta giorni, dopodiché ciao ciao ... dovete uscire dalla Colombia.

Una curiosità: che succede se sono clandestino?

Se vi pigliano avete due soluzioni: pagare per regolarizzare la vostra posizione (da una fino a quindici volte il salario minimo mensile fissato per legge -vi ricordo che attualmente è di 536.500 pesos, ovvero 210 euro circa-) o farvi cacciare fuori dalla Colombia con una nota negativa sul passaporto (e rientrare saranno dolori).

Se vivo fuori dalla Colombia con un/una colombiano/a, vale la unión libre?

Non proprio. Dipende dalle leggi del paese nel quale state vivendo. Se per esempio vivete in Italia, già sapete che lì la convivenza non vale, perciò non vi convalideranno mai la unión libre.

Come dimostro la convivenza?

Tramite la “providencia judicial” o la “acta de conciliación” o la “escritura pública”. Per fare le quali dovete andare in una Notaria o al Consolato con la vostra metà, consegnare copia dell’atto di nascita e dello stato civile (richiesti meno di tre mesi prima, con tanto di apostille e di traduzione da un traduttore ecc ecc) vostri e della metà, fare la dichiarazione giurata che state vivendo sotto lo stesso tetto da più di due anni... fatto questo, la Notaria si piglia un paio di mesi per verificare tutti i vostri dati e per verificare che non stiate dicendo un sacco di bazze, e alla fine mettono a nota che siete in regime di convivenza e da quel momento in poi ciò che è vostro è della metà e ciò che è dellla metà è suo... cioè... ciò che è metà è vostro e ciò che è suo è della metà... insomma, avete capito... :P .

Raccomando caldamente di fare anche una “acta de capitulación” che deve essere firmata dalla metà. Ovviamente deve essere sempre con firma e impronta autenticate presso Notaria. La acta dice semplicemente che il vostro patrimonio PRIMA della unión libre è vostro e non sarà toccato in caso di “separazione”. Va bene che la metá é vostra e la sua é metá della metá vostra... seee vabbé.... :DDDD ...peró “cuidarse“ é meglio per non avere dolori di testa dopo. 

Quali sono i post requisiti?

Che ricadiate in una di queste categorie:
- casalinghe (non so se vale al maschile)
- studenti/esse
- liberi professionisti
- in attesa di essere contrattato/a (quest’ultima non è chiara... non si sa se in veste di libero professionista o in veste di lavoratore dipendente. Credo questa, anche perché altrimenti avrebbero omesso la categoria “libero professionista”, non vi pare? Peró sarebbe meglio chiedere lumi al Ministero stesso, visto che per loro non esiste l'essere ignoranti -ovvero ignorare- in tal senso)

Quando si tratta di esercitare una professione “regolamentata”, dovrete presentare al Ministero tutti i documenti che comprovano la regolarità della vostra professione secondo la legge colombiana (per esempio io posso presentare la “tarjeta profesional”, ma sono validi anche il titolo convalidato dal Ministero dell’istruzione e il permesso provvisorio per esercitare la professione).

Posso farlo in Colombia per la prima volta, questo visto?

Assolutamente si.

Che cacchio è l’apostille?

E’ un timbro che certifica che la copia di un documento è conforme all’originale. Normalmente ogni paese ha un’autorità designata per certificare questa conformità... in Italia è l’ufficio legalizzazione firme della prefettura (per voi curiosi e desiderosi di saperne di piú, qui trovate una bella spiegazione sull'apostille).

 Una “apostille“ tipo...











Ma vedrete che dopo i primi giorni di comprensibile disorientamento, comincerete a sapere esattamente come e quando vi serviranno apostille e traduzioni.

Come trovo i traduttori designati dal Ministero?

Chiedendo all’Ambasciata italiana in Colombia (dove finalmente la smetteranno di scaldare le sedie come alcuni di noi facevano a scuola) o al consolato colombiano del paese nel quale vivete. Se non ricordo male ci dovrebbe essere qualcosa anche su internet...


E se io (o la metá) abbiamo un figlio di un matrimonio/convivenza precedente?


Eh ... qui la faccenda si complica un pelo. Ad ogni modo presto vi daró la risposta, visto che mi trovo nella stessa situazione e devo fare una specie di dichiarazione che dica che non esistono proprietá a nome dei figli del matrimonio/convivenza precedenti.

Domande, dubbi, perplessità?

Scrivete ... :D

E visto che vi é piaciuto particolarmente, ho giá pronto un altro articoletto succoso sugli immobli. Precisamente parleremo di uffici e se sia meglio comprare o affittare... ma prima lasceró che si depositino le informazioni di questo articolo e vi racconteró un paio di curiositá leggere sulle vicissitudini di un italiano in Colombia e sul perché penso che in ambasciata la gente scaldi le sedie ... ovviamente l'articolo non sará su TUTTI coloro che vi lavorano. Non bisogna fare di tutta l'erba un fascio, dicevano i miei nonni... :)

5 commenti:

roberto 13 ha detto...

a proposito dell'ambasiata italiana a bogota ho avuto problemi con il mio bancomat si è smagetizzato e non ho piu potuto prelevare contante mi sono recato all' ambasiata a chiedere aiuto non mi hanno nemmeno fatto entrare e che dovevo arrangiarmi fortuna che i parenti di mia moglie colombiana mi hanno prestato la plata questa è la nostra ambasiata ciao roberto

Terre Rosse ha detto...

Ciao Roberto13.

Ma sai, in realtà l'Ambasciata non avrebbe potuto fare nulla, perchè le banche sono delle imprese private che nulla hanno a che vedere con organi dello Stato come la suddetta.

I pareri che mi arrivano sulla nostra Ambasciata sono molto discordi ... chi si lamenta della paurosa inefficenza, chi invece la porta sul palmo della mano come fulgido esempio di efficenza. Non so che dirti, se non che, personalmente, non ho mai avuto problemi nè con l'Ambasciata, nè col Consolato a Bogotà.

Anonimo ha detto...

Il mio commento sull'ambasciata d'Italia potrebbe avvolgerla delle tinte più fosche, motivo per il quale mi astengo. Dimenticate comunque efficenza e collaborazione parlando di amministrazione italiana all'estero. Il bancomat se non ha la banda magnetica usurata te lo cancellano di proposito gli ATM secondo norme isteriche che non conosco ma che quando mi è successo mi è parso di intuire. A me è successo con due carte di credito di seguito passandole dentro un ATM di nota banca colombiana in centro città. Da elettronico penso un tentativo di scrittura o forse piu semplicemente un erase per sospetta fraude. Poi rimani iscritto in una black list finchè torni mesto a casa. Evitare come la peste i bancomat perchè troppo a rischio (clonano a raffica), evitare che il commesso strisci fuori dalla tua visuale. La carta di credito ti permette di visualizzare in pagamenti e di bloccarli. Evitare pseudo carte di credito tipo la Postepay e simili, evitare fare home banking da internet cafè e se proprio lo dovete fare da casa vostra con la chiavetta cercate di avere il portatile 'blindato' sul lato software (nessuna garanzia comunque). Imparare: prelevare dal bancomat per risparmiare sulla conversione è troppo rischioso. Solo Visa e Mastercard. Ah, non Electronic perchè in buona parte del paese ancora non utilizzano il chip, lo stanno implementando adesso.

Terre Rosse ha detto...

Ciao Anonimo Elettronico
come ho detto più sopra, i commenti che mi arrivano sull'ambasciata italiana non concordano fra loro per tutta una serie di motivi. Cosa della quale resto basito solo per il fatto che, personalmente, non ho mai avuto problemi. Per quanto riguarda i bancomat, non so di quale zona di Bogotà si parli, ma nelle zone dove mi sposto, vivo e lavoro, il chip è una realtà consolidata da almeno un paio di anni (mese più, mese meno)... ad ogni modo, prezioso il tuo contributo, soprattutto sulla parte in cui dici che bisogna prestare attenzione che non "striscino" fuori dalla propria visuale. Ma questo lo dicono in tutto il mondo, o mi sbaglio?
Saluti

Terre Rosse ha detto...

Aspetto trepidante la parola dell'amico anonimo elettronico! :)